Anteprima

Drawn to Death

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a cura di LoreSka

Sul nostro diario delle superiori ne abbiamo scritte di cose. Rileggerlo oggi sarebbe davvero imbarazzante, in particolare per l’enorme presenza di disegni cretini che oggi non hanno più senso per noi, ma che qualche anno fa facevano parte dei tormentoni della nostra classe. Noi, in particolare, avevamo il libro nero della prof. di italiano, una procace pugliese che con i suoi congiuntivi imperfetti al quadrato (“Chi fischia la smettesse subito!”) e i suoi scivoloni lessicali (“I castelli vennero rasati al suolo”) divenne la croce e la delizia del nostro biennio. Annotavamo ogni strafalcione, e lo accompagnavamo da disegni osceni che presentavano un’abnorme quantità di genitali maschili disegnati a penna.
Ecco, se il nostro fosse stato un liceo artistico, forse questi piselloni appena abbozzati avrebbero lasciato il posto a qualche mostro ben disegnato o, come nel caso di Drawn to Death, a dei fighissimi personaggi punk. Perché Drawn to Death è proprio questo: un gioco in cui degli omaccioni bizzarri si uccidono tra le pagine di un blocco degli appunti di un liceale particolarmente avvezzo al disegno, il tutto in una struttura di un tipico arena shooter online.
Free to Play
Drawn to Death è un gioco che dal momento della sua prima presentazione ha certamente attirato a sé un buon seguito, complice anche la firma di David Jaffe, noto ai più come lo sviluppatore di Twisted Metal. Pertanto, siamo rimasti sorpresi quando abbiamo appreso che il titolo sarà un free to play: Drawn to Death verrà distribuito gratuitamente, con un solo personaggio sbloccato e il consueto sistema di progressione e sblocco dei contenuti basato sulle microtransazioni o, in alternativa, sull’utilizzo della valuta accumulata in gioco. Si conferma sin da subito che tutti i contenuti – eccezion fatta per alcuni contenuti estetici esclusivi – saranno accessibili senza sborsare un solo, ma non è chiaro a quanto ammontino le ore di gioco necessarie per riuscire ad ottenere una quantità soddisfacente di elementi sbloccati. Come spesso accade, dunque, crediamo che in un modo o nell’altro i giocatori più determinati si troveranno presto o tardi nella condizione di tirare fuori qualche soldo – ma poco importa se il divertimento c’è. E c’è, ve lo possiamo garantire.
Giù nell’arena
Ogni incontro si apre con la scelta e la personalizzazione del personaggio, accessibile da una schermata di un blocco note in cui gli schizzi di un liceale prendono vita. Una volta selezionato il personaggio e il loadout, un grosso dito ci “spinge” letteralmente nell’arena di gioco, nella quale veniamo lanciati in caduta libera dall’alto. Possiamo selezionare rapidamente la nostra zona di atterraggio e piombare nel bel mezzo della mischia o in un luogo riparato, sempre tenendo a mente che la sagoma del punto in cui ci catapulteremo sarà visibile agli altri giocatori, che potrebbero così anticipare le nostre mosse.
Il gameplay è quello di un arena shooter online con meccaniche piuttosto classiche: l’energia non si rigenera, e vi è da raccogliere un buon numero di power up e medikit per riuscire a sopravvivere alla bolgia. Le armi da fuoco si accompgnano a granate e abilità con tempo di cooldown variabile, ognuna di esse univoca per i personaggi presenti. La scelta del personaggio, dunque, si può rivelare cruciale in alcune occasioni, e sbloccare nuovi personaggi amplifica indubbiamente le potenzialità del gioco.
Il tutti contro tutti rende il gioco molto rapido, estremamente dinamico e con la presenza di veri e propri duelli in cui ci si sposta all’impazzata. La cosa funziona bene, ed è un vero piacere vedere un gioco in cui non si può contare sulla fuga per attendere la rigenerazione dell’energia: tutti sono costretti a muoversi, e questa caratteristica amplifica la frenesia.
Lo scopo del gioco è giungere a cinque kill, considerando che ad ogni morte il kill counter scende di un punto. In questo modo le partite possono bilanciarsi, e si possono creare delle alleanze temporanee fra i giocatori per fermare la scalata al successo di qualche giocatore. Allo stesso tempo, nell’ambiente in bianco e nero di Drawn to Death è assai difficile distinguere i vari partecipanti, e la presenza di strategie effettivamente applicabili si riduce all’osso. D’altro canto, lo scopo del gioco è mantenere alto il livello dell’azione e il dinamismo delle partite, e in questo aspetto ci riesce davvero molto bene.
Follia e violenza
Se, come detto, dal lato del gameplay il gioco è davvero asciutto e vicino a tanti altri titoli dello stesso genere, lo stesso non si può dire dello stile artistico, davvero unico e molto ispirato. L’idea di ricreare sullo schermo gli appunti di un adolescente funziona meravigliosamente bene, e il mix di violenza e di grottesco è quasi perfetto. Il bianco e nero lascia talvolta spazio a disegni colorati (male) che arricchiscono l’ambiente quel tanto che basta da renderlo variegato, e l’atmosfera è pervasa da quegli aspetti tipicamente esagerati e goliardici della fantasia adolescienziale che si inseriscono perfettamente nell’assurdità del commentatore delle partite, che ci insulta ad ogni morte e ci dipinge come creature disgustose (con tanto di lunga ramanzina) quando rubiamo la kill a un altro giocatore. Si ride parecchio, e questo è davvero un bene in un gioco di questo tipo.

– Veloce, frenetico e divertente

– Artisticamente molto valido

– Umorismo alle stelle

Drawn to Death al primo assaggio si conferma essere quanto stavamo aspettando: un gioco volutamente esagerato e divertente, con alcune buone idee e uno stile che non passa certo inosservato. La struttura free to play ci conferma che quello che ci giungerà fra le mani sarà un piccolo gioco da arricchire giocando (o pagando), e l’idea potrebbe non piacere a tutti. Ma, allo stesso tempo, crediamo che il prodotto alla base sia di qualità e che molti giocatori avranno buone ragioni per investire qualche euro nel gioco.