Recensione

Drakensang: The Dark Eye

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a cura di Sidmarko

Nacque nel lontano 1984 in Germania da Werner Fuchs e Ulrich Kiesow, “Uno sguardo nel buio”: il gioco di ruolo da tavolo sul quale si baseranno le avventure di Drakensang. In Italia arrivò solo tre anni dopo, accolto inizialmente con molto entusiasmo, fu poi lasciato nel dimenticatoio, per lasciar spazio a giochi più acclamati e diffusi come un certo Dungeons & Dragons. Le meccaniche di gioco sono molto simili a quest’ ultimo, ma più semplici e basate sulla fantasia e la libera interpretazione del giocatore. Serviva proprio un gioco di ruolo fantasy alla D&D per riportare su computer un GDR vecchia scuola, come si era visto anni fa con l’inossidabile Baldur’s Gate o più recentemente con Neverwinter Nights. Purtroppo siamo in un periodo dove le scelte di un genere videoludico dipendono fortemente dalle correnti di mercato. Tempi duri quindi per questi giochi, affogati nel mare di sparatutto e action game, fatti più per “vendere” che per essere ricordati. Lode allora al coraggio degli sviluppatori tedeschi di Radon Labs, che credendo ancora in questo genere, scommettono su un titolo old style, senza dimenticare comunque la connotazione videoludica in cui ora ci troviamo, fatta di grafica next-gen e milioni di poligoni, a cui oramai nessuno può e vuole rinunciare. Andiamo a scoprire insieme se questa scommessa ha portato i frutti sperati.

Vecchi amici in difficoltà…Il gioco si apre con un filmato iniziale realizzato in computer grafica, ben realizzato e dallo stile epico. Si vedrà un nerboruto omaccione con una fiaccola in mano, aggirarsi per una grotta e raccontare una vecchia storia di dragoni, divinità e leggende. Ovviamente visto il genere, il tutto suonerà familiare, ma non per questo verrà meno l’effetto coinvolgente che solo certe atmosfere fantasy sanno regalare. Una volta finita l’introduzione sarà arrivato il momento di creare il vostro alter ego, ma si potrà solo scegliere sesso, razza e classe, fra tredici eroi già creati a tavolino. Ovviamente si tratta delle classiche categorie come guerriero, mago, soldato e pirata e le razze: elfi,nani e occidentali (umani). Manca del tutto una personalizzazione del personaggio, caratteristica notoriamente tipica del genere, ma tutto sommato non così indispensabile. Ora si è pronti a partire per l’avventura nel mondo di Aventuria. La missione che apre il gioco vi porterà nel villaggio di Avestrue, dopo aver ricevuto una lettera da un vecchio amico che chiederà di incontrarvi a Ferdok, una città che si trova nelle vicinanze. Purtroppo però l’entrata per Ferdok è consentita solo a persone con permessi speciali, e quindi si dovrà ottenere la raccomandazione da due abitanti che confermino le vostre buone intenzioni. Inizialmente elementare, questa missione vi porterà a impratichirvi delle meccaniche di gioco e ad affrontare altre sotto missioni perlustrato in lungo e in largo tutte le meravigliose ambientazione che caratterizzano Aventuria. Il plot narrativo che ne segue saprà lasciarvi incollati allo schermo dal primo all’ultimo fotogramma di gioco, senza mai risultare noioso e ripetitivo. Per questioni di narrazione, non vogliamo anticiparvi nulla della bella trama di Drakensang, tanto intensa da poter scriverci addirittura un libro.

Gioco di ruolo vecchia scuola Drakensang, come già detto, è stato ripreso da un gioco in scatola, non sarà quindi stata facile la trasposizione di tutti quei crismi e quelle meccaniche tipiche dei giochi di ruolo. Il compito però è riuscito nel migliore dei modi ai ragazzi di Radon Labs, raggiungendo l’obiettivo di mantenere inalterata l’anima di “Uno sguardo nel buio” e aggiudicandosi così l’appellativo di gioco di ruolo, vecchio stile. Basterà infatti attaccare una qualsiasi creatura, per rendersi conto a cosa ci troviamo di fronte. Non si tratterà del solito punta e clicca frenetico, dove la prontezza delle dita predomina sul mero aspetto tattico e ruolistico. Il gioco infatti durante le fasi di attacco entrerà momentaneamente in pausa, lasciando al giocatore il tempo di fare le sue scelte tattiche. Il tutto verrà accompagnato da un interfaccia grafica che segue alla lettera il regolamento, munito di una finestra aggiuntiva che permetterà di controllare tutte le mosse fatte. Sarà consentito inoltre, usare magie e mosse speciali, che andranno a consumare rispettivamente energia astrale (il più classico mana) e resistenza. L’uso della pausa potrebbe fare storcere il naso ai più, ma è una caratteristica che richiama fortemente la filosofia inseguita dagli sviluppatori, e rende giustizia al gioco da tavolo. In questa avventura non sarete soli: sul lungo cammino incontrerete altri eroi pronti a schierarsi al vostro fianco, fino ad un massimo di tre. Una volta aggregato il terzo personaggio, c’è comunque la possibilità di arruolarne altri, perché vi sarà a disposizione un rifugio dove tutti gli eroi incontrati si ritroveranno, potendo cosi scegliere a quale affidarsi per la successiva missione. Il sistema di crescita dei personaggi è basato sui classici punti esperienza, guadagnati attraverso i combattimenti e le missioni, divisi equamente fra gli eroi della compagnia. Niente di nuovo, se non la presenza di altri tipi di punti esperienza, denominati “avventura” . A differenza dei punti esperienza, che possono essere utilizzati in qualsiasi momento per aumentare le caratteristiche e le abilità degli eroi, quelli avventura innalzano il livello massimo a cui può aspirare un eroe con i punti esperienza. Va detto però che questi punti devono essere gestiti con il contagocce, visto che il gioco non è proprio “una passeggiata fra i boschi”. Il livello di difficoltà non è, fortunatamente, permissivo e pretende dal giocatore costanza e allenamento. Capiterà più volte infatti, dopo essere stati massacrati, di dovere tornare a uccidere un mostro dopo essere saliti di qualche livello. Con questo non vogliamo dire che si tratta di un’esperienza frustrante, tutt’ altro, ma vogliamo mettere in guardia chi è abituato ai semplicismi di molti titoli odierni. Siamo di fronte a un GDR vero, senza compromessi.

Il canto del Drago Da un punto di vista tecnico Drakensang è sufficientemente caratterizzato, gli ambienti che fanno da sfondo all’avventura si lasciano guardare, le texture e gli effetti particellari sono di discreta fattura, anche se la palette dei colori risulta un po’ troppo accesa, ma nel complesso azzeccata. Lo stesso non si può dire dei modelli poligonali di personaggi e PNG, spesso poco dettagliati, soprattutto per quanto riguarda i volti.. Il comparto sonoro accompagna ottimamente il susseguirsi dell’avventura, e anche il parlato sarà completamente in italiano, anche se i dialoghi saranno parlati solo per la prima battuta, una nota di demerito della quale non riusciamo a capire il motivo. Un’altra imperfezione che proprio non ci è piaciuta è la telecamera, a tratti risulterà molto fastidiosa non regalando una visione di insieme come si vorrebbe, avremmo preferito una visuale isometrica con telecamera fissa, un pò alla Diablo per intenderci. Nel complesso, considerato anche il budget restrittivo che caratterizza queste produzioni a basso profilo, Drakensang dispone di un buon comparto tecnico.

HARDWARE

Requisiti minimi
Windows Xp/VistaPentium IV 2,4 Ghz1,5 Gb di memoria RAM9,5 Gb di spazio libero sull”Hard diskScheda grafica da 256 Mb(Nvidia Geforce 6600 o superiore – Ati Radeon X800 o superiore)DVD-ROMScheda audio

– Trama epica

– Gameplay vecchio stile …

– Buon comparto tecnico

– Prezzo accattivante

– Nessuna vera novità

-…che non a tutti piacerà

– Telecamera fastidiosa

– Manca una personalizzazione del personaggio

7.8

Dopo un po’ di tempo in cui i GDR vecchia scuola non facevano più parlare di sé, ecco arrivare dalla Germania, in punta di piedi, questo Drakensang. I numeri parlano di ben 30 ore di gioco assicurate seguendo le missioni principali, arrivando fino a 80 ore esplorando il mondo di Aventuria in lungo e in largo. Insomma, una trama epica, un’ambientazione fantasy e una giocabilità che non hanno nulla da invidiare a titoli più blasonati, il tutto ad un prezzo accattivante, fanno di questo gioco un titolo imperdibile per gli amanti del genere, e perché no, un’occasione per gli altri di avvicinarsi a questo mondo tanto affascinante e intrigante. Va ricordato però, come già detto più volte, che siamo di fronte a un gioco di ruolo allo stato puro, quindi niente semplificazioni tipiche dei giochi odierni. Consigliamo allora, per chi non volesse qualcosa di troppo rigido e “ruolistico” , di focalizzare l’attenzione su altri titoli, magari un hack’n’slash.

Voto Recensione di Drakensang: The Dark Eye - Recensione


7.8