Recensione

Dragon's Dogma

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a cura di FireZdragon

Abbiamo sempre apprezzato la possibilità di recensire nuove IP, un po’ perché nel mondo di oggi trovare una software house disposta ad investire su un titolo completamente nuovo sta diventando sempre più raro e un po’ perché la cosa ci permette di approcciare il prodotto con la mente completamente libera da legami, pronta ad assorbire tutti i colori e le esperienze di un universo mai visto prima.Dragon’s Dogma, va detto subito, ha perso un po’ della sua magia con il passare dei mesi. Capcom ha veramente spinto in maniera esagerata questo videogame rivelandone praticamente ogni singolo dettaglio o feature e lasciando ben poco altro da scoprire. L’hype si è quindi piano piano trasformato, svanendo gradualmente con la pubblicazione di ogni video, di ogni diario e di ogni informazione aggiuntiva fino a farci arrivare al punto di saturazione estrema. Nonostante tutto questo, però, l’idea di poter combattere contro creature mitiche prese finalmente dall’immaginario occidentale ci faceva ancora fremere dalla voglia di brandire con fermezza le nostre armi e lanciarci nuovamente all’avventura: Gransys ci stava aspettando.

Di nuovo a GransysL’introduzione al gioco sarà mascherata da un tutorial sommario, nel quale verremo a conoscenza delle pedine, del combat system e di come combattere una chimera inferocita. Se non fosse per la buona atmosfera che si respira durante questi primi passi in Dragon’s Dogma potremmo tranquillamente bollare come inutili i primi dieci minuti di gioco. Le informazioni qui fornite infatti verranno poi riproposte in maniera più completa e l’approccio alla battaglia furioso e poco ragionato che contraddistinguerà lo scontro potrebbe spingere sulla strada sbagliata più di un giocatore.Sotto l’aspetto altamente frenetico dei combattimenti infatti, il titolo di Hiroyuki Kobayashi nasconde un’anima hardcore, lenta ad emergere ma che saprà ricompensare i giocatori più pazienti.Terminato l’incipit iniziale il giocatore potrà dare vita al suo personalissimo alter ego, attraverso un mastodontico editor del personaggio con cui modificare ogni singolo aspetto estetico. Senza ombra di dubbio ci troviamo davanti ad un lavoro imponente, grazie al quale personalizzare in tutto e per tutto l’eroe (o l’eroina) partendo dal taglio di capelli, passando da statura e corporatura fino ad arrivare alla possibilità di cambiare qualsiasi elemento del volto, senza dimenticare tatuaggi e trucco.Il passo successivo sarà dedicato invece alla scelta della classe tra le tre inizialmente disponibili: le banali e poco innovative arciere, mago e guerriero. La narrazione non prenderà in considerazione le nostre decisioni iniziali, proponendoci una storia lineare e senza possibilità di influire direttamente su di essa. Il nostro cuore è stato rubato da un imponente drago malvagio risvegliatosi per portare il chaos su Gransys ed il nostro compito sarà quello di respingere la minaccia e riappropriarci del maltolto. Sul nostro petto a ricordarci della missione una cicatrice vistosa e luminosa, vista dalla popolazione come segno di sventura. Allontanato dal villaggio di pescatori in cui abbiamo sempre vissuto ben presto verremo in contatto con l’esercito delle pedine, una schiera di soldati fedeli all’Arisen e pronte a proteggere il portatore del marchio dall’incombente minaccia.Per quanto riguarda la longevità, la trama principale poco definita in ogni caso e mischiata a quest più o meno utili potrebbe impegnarvi per almeno trenta ore di gioco, ma una volta portata a termine il mondo di Gransys rimarrà ancora a vostra disposizione, il titolo è virtualmente infinito e per completare ogni incarico potrete tranquillamente superare il centinaio.

Pawn al nostro fiancoIl sistema di pedine è una delle feature più importanti di Dragon’s Dogma. Durante la nostra avventura potremo reclutare fino a tre alleati controllati dall’IA che ci accompagneranno e supporteranno durante i combattimenti fino alla loro morte o alla loro sostituzione. Di queste infatti solo una sarà permanente e potrà salire di livello ed avremo modo di personalizzata secondo il nostro gusto, mentre le altre due dovranno essere sostituite con frequenza.Questo sistema porterà il giocatore a dover cambiare regolarmente la costruzione del proprio party dato che ogni pedina sarà unica, con abilità ed equipaggiamento dedicati. Nelle faglie, una sorta di mondo parallelo attivabile tramite speciali pietre runiche, avremo accesso a migliaia di soldati che potranno essere richiamati tranne un comodo menu completo di molteplici filtri per facilitare la ricerca di quanto desiderato. La particolarità maggiore di tutto ciò risiede nella possibilità di assoldare anche una “main pawn” di un altro giocatore, solitamente meglio equipaggiata e con maggior esperienza rispetto a quelle generate in via automatica.Ogni singola pedina durante i combattimenti imparerà infatti nuove tattiche e localizzerà da sola i punti deboli del nemico che stiamo affrontando. Questo bagaglio culturale rimarrà legato per sempre alla memoria dell’NPC, dando così la possibilità di assoldare alleati per portare a termine compiti specifici e ricevere preziosi suggerimenti in battaglia. Non sarà infatti raro sentire le pedine esperte indicare quale punto del nemico colpire o quale elemento utilizzare per contrastare al meglio la minaccia che abbiamo di fronte. Oltre all’apporto in combattimento i pawn impareranno anche dalle quest a cui hanno già participato e dalle zone precedentemente visitate, permettendoci di utilizzarle come veri e propri consiglieri. Tuttavia, per evitare di facilitare in maniera eccessiva l’esperienza di gioco, i pawn di livello superiore al nostro potranno essere reclutati esclusivamente tramite l’esborso di una quantità specifica di punti esperienza, guadagnati durante i combattimenti e dal completamento di quest. Un sistema quindi articolato e studiato a dovere che riesce in parte ad alleviare la più grande mancanza del gioco: quel multiplayer classico che avrebbe sicuramente fatto la felicità di molti avventurieri.

Evoluzione per la cacciaOltre alla classica evoluzione del personaggio tramite i basilari XP e livelli relativi, ogni mostro garantirà un quantitativo di punti speciali utili ad acquisire abilità supplementari, oltre a una decina di skill passive. La classe del guerriero per esempio imparerà ad attirare i nemici battendo sul proprio scudo o ad inchiodare al terreno i nemici più leggeri, l’arciere sparare frecce multiple o a ricerca mentre il mago imparerà incantesimi di cura o buff e sortilegi di attacco elementali. Questi punti potranno inoltre essere utilizzati per cambiare classe, scegliendo tra le nove complessive, sempre basate sugli stessi tre archetipi principali ma capaci comunque di garantire un’approccio differente agli scontri.Scegliendo di seguire una nuova strada bisognerà tuttavia ricominciare ad acquisire da zero abilità e potenziamenti, oltre che ottenere completamente nuovo equipaggiamento dato che, nella maggioranza dei casi, armi e armature sono legate ad una specializzazione particolare. Se quindi questo durante le prime ore di gioco risulta fortemente limitante, dato il poco denaro che avremo a disposizione, con l’avanzare della storia ci permetterà di scegliere con maggior flessibilità il ruolo da interpretare. Rimanendo in tema di statistiche ciò che non abbiamo proprio apprezzato è la gestione dell’energia. Quando riceveremo un colpo, infatti, ne potremo risanare solo una minima parte mentre il resto andrà perso fino all’utilizzo di rare pozioni o cibarie. Il problema più grosso in questo senso compare durante gli scontri più lunghi quando terminerete i vostri rimedi e sarete costretti a soccombere lentamente. La morte infatti non è un problema da prendere alla leggera visto che la natura open world del gioco, ed i rarissimi salvataggi automatici potrebbero rischiare di farvi perdere diverse ore nel malaugurato caso in cui vi foste dimenticati di salvare. In vostro soccorso si rendono quindi utili i Cuori di drago, oggetti capaci di riportarvi in vita ma dalla disponibilità risicata e dal costo veramente proibitivo.

Questione di skill e di equipMolto spesso Dragon’s Dogma è stato erroneamente paragonato a Monster Hunter, con il quale ha veramente poco da spartire. Una cosa in comune tra i due titoli tuttavia è presente e risiede nella possibilità di combinare tra loro i diversi reagenti che troveremo durante le nostre esplorazioni così da creare pozioni curative o elisir per rimuovere gli status alterati.Per quanto riguarda invece l’equipaggiamento manca un vero e proprio sistema di crafting, ma si potranno comunque comprare le armi base dai numerosi mercanti presenti e poi potenziarle sfruttando monete d’oro e reagenti lasciati cadere dai nemici più potenti. Se vorrete per esempio migliorare una corazza dovrete andare ad uccidere diversi uomini lucertola, così da raccogliere le scaglie da portare al fabbro.In questo modo viene incentivata l’esplorazione dell’immensa mappa del gioco, in grado di presentare una buona varietà di ambientazioni dalle rigogliose foreste a deserti e canyon fino ad arrivare a coste e brulle location montane.In tutto questo si aggirano mostri dal design eccezionale che ci hanno saputo veramente lasciare a bocca aperta per movenze e grandezza. Purtroppo alcuni difetti si presentano in maniera regolare, primo su tutti il respawn prestabilito dei mob in specifiche zone di gioco. Questo renderà prevedibili gli incontri facendo perdere un po’ della suspance dell’esplorazione e la paura di essere attaccati di qualche bestia inaspettata che ne consegue.

Tecnicamente poveroLa scelta di regalare al giocatore un mondo enorme, esplorabile in maniera completamente libera senza limitazioni da una parte è assolutamente da premiare ma porta con sé prevedibili problemi tecnici. Ombre e modelli poligonali di strutture e piante sono poco curate, e palette slavate unite a texture non propriamente perfette contribuiscono ad abbassare pericolosamente la qualità generale dell’atmosfera. Se a questo ci aggiungiamo i non rari cali di frame rate, il tearing, l’inspiegabile scelta di voler mantenere le bande nere ed il pop up di alcune costruzioni, soprattutto in notturna, la frittata è fatta. Nemmeno durante gli scontri le cose migliorano, con una telecamera poco governabile e compenetrazioni poligonali decisamente eccessive. Purtroppo anche le collisioni durante i combattimenti non si salvano e non sarà raro vedere il nostro eroe lanciare fendenti nel vuoto riuscendo ugualmente a ferire e uccidere il suo bersaglio.Nonostante tutti questi gravi problemi i combattimenti riescono ugualmente a divertire e la possibilità di aggrapparsi ai mostri per raggiungere zone vulnerabili sicuramente contribuisce ad aumentare l’immersione nelle battaglie. Un titolo dunque che analizzato nel dettaglio mostra diverse debolezze ma se valutato nella sua interezza, così come dovrebbe essere per un gioco di questa grandezza, convince e soddisfa.

– Bestiario vario e curato

– Sistema di pedine funzionale

– Vasto mondo di gioco

– Il combat system funziona e diverte

– Virtualmente infinito

– Tanti problemi tecnici

– Quest dispersive

– Checkpoint problematici

– Il multiplayer cooperativo sarebbe calzato a pennello

8.0

Dragon’s Dogma è un titolo da scoprire lentamente, un mix riuscito tra action e gdr con un bestiario davvero incredibile e realizzato con estrema cura. Ogni mostro, dalla più piccola creatura ai draghi più imponenti, saprà tenere impegnato il giocatore, inducendolo a trovare i punti deboli per averne la meglio e contribuendo a rendere davvero uniche le battaglie. L’idea delle pedine inoltre convince, anche se un multiplayer cooperativo classico avrebbe sicuramente fatto guadagnare diversi punti al titolo. Quello che non permette di arrivare all’eccellenza alla nuova produzione Capcom è quindi il comparto tecnico, davvero carico di problemi, ed una storyline non propriamente esaltante.

Voto Recensione di Dragon's Dogma - Recensione


8