Recensione

Donkey Konga (Jap)

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a cura di Fabfab

Questo Donkey Konga rappresenta sotto certi aspetti un vero e proprio evento trattandosi, se non vado errato, del primo rythm-game mai uscito per una piattaforma Nintendo! La ragione dell’assenza di questa tipologia di giochi è presto spiegata se pensiamo che ancora nella precedente generazione di console il N64 era l’unica ad adottare l’obsoleto sistema delle cartucce, del tutto inadatte a riprodurre suoni della qualità cd di Playstation, Saturn e Dreamcast.Solo col GCN il supporto ottico fa finalmente il suo sospirato esordio e “Donkey Konga” è una diretta conseguenza di questa scelta per certi versi inevitabile.

Dokey BongaAnche se può essere giocato anche con il pad, in realtà il nuovo titolo Namco trova la sua ragion d’essere solo in abbinamento con la coppia di bonghi con cui viene venduto in bundle: il curioso oggetto, di cui potete vedere alcune foto a fianco, è interamente in plastica, salvo la parte superiore dei due strumenti, realizzata con una membrana più morbida per meglio assorbire i colpi dell’utente (precisiamo che non è assolutamente necessario colpire molto forte la periferica per giocare); inoltre è leggero e per nulla ingombrante e, soprattutto, risponde in maniera precisa alle vostre sollecitazioni. In mezzo ai due bonghi è piazzato il microfono che serve per riconoscere il battito delle mani, ma proprio la sensibilità di questo microfono può creare qualche problemino perché, se settata verso il basso, obbliga ad aumentare la forza del battito. Se invece si esagera nell’altro senso rischiamo di venire disturbati nel corso dell’esecuzione da ogni altro rumore, come quelli delle casse della televisione se giochiamo troppo vicino al monitor.

Sinistra, destra, doppio, mani!La meccanica di gioco è quanto di più semplice si possa immaginare: innanzitutto occorre selezionare un brano di nostro gradimento. In alto a sinistra dello schermo compare il nostro scimmione preferito intento a replicare su video le nostre performance da percussionisti, mentre al centro scorrono tutta una serie di icone da attivarsi nel momento in cui passano in un determinato punto.Visto che una coppia di bonghi, per forza di cose, non possono offrire una grande varietà di combinazioni esperibili, le azioni da compiersi (e di conseguenza i tipi di icona presenti) si riducono a 4: quella che segnala di battere il bongo destro, quella per il sinistro, una che richiede di colpirli entrambi contemporaneamente ed una per il battito di mani. L’unica variante a queste azioni è rappresentata dalle percussioni continuate, rappresentante mediante un’apposita icona allungata; la frequenza e la velocità con cui suoneremo dipende sia dalla canzone che dal livello di difficoltà selezionato.La presenza dei bonghi è tutt’altro che accessoria in quanto la nostra partecipazione non sarà meramente passiva, come quando si impugna un pad e ci si limita a pigiare i bottoni che appaiono sullo schermo; i suoni prodotti fungono da vero e proprio accompagnamento del brano selezionato ed una volta completata con successo una traccia si viene ricompensati con un punteggio che varia a seconda della bontà della nostra esecuzione. Questi punti possono essere spesi per sbloccare nuove tracce audio di difficoltà maggiore, divertenti effetti sonori per i propri bonghi (che invece di tambureggiare emetteranno urla, rumorini buffi e quanto di più assurdo vi venga in mente) ed alcuni minigiochi.La colonna sonora è ricca e varia ma pensata esclusivamente per un pubblico giapponese e difficilmente piacerà anche ad un occidentale che non abbia un minimo di spirito da otaku: l’offerta presenta un’alternanza tra canzoncine per bambini (tipo la sigla televisiva di Hamtaro!), riarrangiamenti di jingle pubblicitari o dei giochi Nintendo, canzoni j-pop di pura marca nipponica e buffissime rivisitazioni di famosi brani latino-americani. Per ogni brano è inoltre possibile selezionare il livello di difficoltà con cui affrontarlo, dall’elementare all’impossibile…

Otto bonghi sono meglio di dueIl gioco in pratica è tutto qui, seleziona la musica, accompagna il pezzo senza commettere troppi errori e poi procedi con il successivo: come in tutti i rythm-game la longevità dipende molto dal vostro orecchio musicale e dalla velocità dei riflessi, ma in generale il numero di pezzi disponibili e l’ottimo bilanciamento del livello di difficoltà rendono l’esperienza di gioco in single player sufficientemente duratura.Come è facile intuire il divertimento raddoppia, triplica o quadruplica se riuscite a coinvolgere uno o più amici nell’esperienza di suonare i bonghi: il bello è che le tracce saranno differenti per ogni giocatore, dando vita ad un vero, esilarante “concerto di bonghi”. Resta naturalmente il problema di dove reperire altre tre persone che possiedano la periferica in questione…Resta da parlare della grafica, invero piuttosto minimalista: in single player oltre a Donkey Kong che martella sugli strumenti e alla barra delle icone, potete deliziarvi con gli indicatori del punteggio e le evoluzioni (peraltro del tutto ininfluenti) di alcun animaletti in basso sullo schermo, il tutto avendo sempre una giungla sfocata come sfondo, mentre in multiplayer lo spazio a disposizione viene quasi per intero occupato dalle sequenze di icone musicali. Nessuno pretendeva una grafica da urlo per un rythm-game, ma un minimo di impegno in più da parte di Namco non avrebbe certo guastato!

– Colonna sonora varia e divertente

– I bonghi sono bellissimi da utilizzare

– Longevità infinita in multiplayer

– Tanti extra da sbloccare

– Grafica troppo scarna

– Limitata longevità in single player

– Colonna sonora molto giapponese

7.5

La Nintendo ci delizia con il primo rythm-game mai uscito su una sua console sorprendendoci con la sua consueta originalità: i due bonghi sono un vero colpo di genio che rendono l’esperienza di gioco davvero divertente ed appagante, soprattutto grazie a una buona varietà di musiche e canzoni, tutte di impronta smaccatamente japan. L’esperienza di gioco raggiunge il massimo livello di divertimento quando affrontata in multiplayer, ferma restando la possibilità di trovare altre persone bongo-dotate.

In aggiunta ad un comparto grafico fin troppo minimalista, l’unico difetto riscontrabile è intrinseco alla natura stessa del gioco: nonostante il numero di tracce superi la trentina e ognuna di esse sia affrontabile a più livelli di difficoltà, non c’è molto altro da fare oltre a suonare quei bonghi e prima o poi inizierete inevitabilmente ad averne abbastanza…

Voto Recensione di Donkey Konga (Jap) - Recensione


7.5