Recensione

Doki Doki Literature Club, recensione di una visual novel disturbante

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a cura di Gottlieb

Doki Doki Literature Club è oramai già un fenomeno culturale nell’intrattenimento videoludico. Disponibile gratuitamente su Steam dallo scorso ottobre, è finito sulla bocca di tutti, videogiocatori o semplicemente appassionati di graphic novel che ogni tanto sbirciano attraverso la feritoia che conduce alle visual novel. Parliamo di ramificazioni di un macro-genere, quello delle avventure, che ha trovato declinazioni in tantissime modalità, ma che nel mercato asiatico ha trovato fortuna soprattutto nelle, appunto, visual novel. Eppure stavolta a scriverla e a realizzarla ci si è messo un americano, Dan Salvato, un modder che ha voluto esprimere, con uno stile unico, tutto il suo rapporto tortuoso con gli anime e con l’animazione giapponese in generale. Ciò che possiamo dire con certezza, prima di inerpicarci nella spiegazione più oggettiva possibile di quanto abbiamo provato, è che Doki Doki Literature Club è un’esperienza diversa dal normale e che al suo interno nasconde molte più domande di quante ci porterà a porci il gioco in sé.

The dark side of the moonCome nei più classici dating sim, un genere che in Giappone spopola oramai da anni e sta lentamente conquistando anche il resto del mondo videoludico, il nostro protagonista non è altro che una protesi digitale di quelle che sono le nostre mani e le nostre volontà: ha il nostro nome e non lo vediamo mai in volto, ritrovandoci in un’esperienza totalmente in prima persona. Attorno a noi un mondo prettamente nipponico, con i suoi colori sgargianti, con le sue strutture molto esotiche e tutte le necessità della quotidianità giapponese. Tra queste, inevitabilmente, l’esigenza di inserirsi in un club scolastico, per delle attività che esulino lo sterile studio sui libri, attività nella quale tra l’altro il nostro protagonista non riesce adeguatamente. Per questo ci ritroveremo circondati da quattro ragazze che compongono il club di letteratura: al di là di Sayori, una nostra amica d’infanzia e persona più fidata tra quelle presentateci, conosceremo Monika, Natsuki e Yuri, ognuna con le sue caratteristiche caratteriali e peculiarità che le portano a differire tra di loro. Ognuna di esse ha una necessità nella vita e ha un bisogno specifico, oltre che un fine da perseguire attraverso il club di letteratura: le quattro ragazze sono lo specchio dell’attualità adolescenziale, con qualsiasi tipo di persona che potrà ritrovarsi nelle loro accezioni, comprendendo quelle che sono le loro necessità nell’unirsi in un gruppo che dia loro uno svago dalla vita di tutti i giorni. L’aspetto che emergerà lentamente, all’interno del club, e che rappresenterà l’altro lato della medaglia di una realtà zuccherata e caramellata, sia nei colori che nei toni, è che ogni ragazza ha le sue ombre: ognuno, d’altronde, ha le sue ombre. Arrivare a conoscerle e vederle emergere è l’aspetto inquietante dell’intera esperienza, che ci condurrà attraverso quattro diverse run (in stile NieR: Automata, quasi) della medesima esperienza, tutte diverse tra di loro per qualche elemento condizionato dalla precedente. Il nostro unico compito sarà quello di osservare e compiere, saltuariamente, delle scelte nei confronti delle ragazze, che – esasperando nevrosi e psicosi – soffriranno le vostre decisioni a favore dell’una o dell’altra, anche le più impercettibili e le più minuscole. Ogni sofferenza verrà amplificata da quello che è un carattere già di per sé molto disturbato, in modi e maniere diverse per ognuna di esse, e comporterà delle conseguenze spiacevoli alle quali dovrete, inevitabilmente, assistere in prima persona. In questo Doki Doki Literature Club differisce da tante altre visual novel, che oltre a raccontare gli avvenimenti decide anche di mostrarli, intervallando la staticità dell’immagine, propria del genere trattato, a scene animate che coincidono con gli avvenimenti tragici e disturbanti che rappresenteranno i plot twist dello scenario. Purtroppo l’esperienza non è esente da altre prove di forza da parte del giocatore: sebbene si faccia premessa di evitare il gioco nel caso di ansie o particolari paturnie, un altro aspetto da tenere in considerazione è l’estrema ridondanza dei dialoghi, un elemento caro e fondamentale all’interno delle visual novel. Un aspetto che, però, rallenta tantissimo l’esperienza e porta a domandarsi se effettivamente accadrà mai qualcosa. Tra l’altro essendo Doki Doki Literature Club realizzato da un occidentale e non da un orientale la speranza era quella di potersi trovare dinanzi a qualcosa di più ispirato delle canoniche pantomime da narrazione giapponese, che in questo genere dà sempre il peggio di sé, tra stereotipi esasperati e cliché fastidiosamente confermati. Purtroppo non è così e Dan Salvato dimostra di essersi calato perfettamente nei panni dell’autore giapponese, capace di replicare perfettamente gli stilemi di una vita tra club e ragazze patinate, con atteggiamenti e frasi allusive, che spingono a credere che da un momento all’altro il risvolto pornografico possa giungere a smorzare la narrazione.

Dice Monica che la personalità se la può permettere solo una piccola elitèDoki Doki Literature Club è, se non si fosse già capito, un libro interattivo da leggere, ma con un’interazione ridotta ai minimi termini. Oltre al rispondere a determinate domande, a scelta multipla, avremo la possibilità, in vari momenti, di realizzare dei nostri scritti da presentare al club di letteratura l’indomani: per farlo dovremo mettere in fila alcune parole, che avranno un determinato effetto sulle tre ragazze, a seconda di quelle che sono le rispettive inflessioni. Le reazioni saranno chiaramente diverse a seconda di ciò che sceglierete, ma quello che il lavoro di Dan Salvato nasconde risiede nel codice del gioco. Perché dopo la prima run, dopo il primo evento scatenante, che stravolgerà completamente i toni dell’esperienza narrativa, inizierete a rendervi conto che qualcosa si è corrotto. Al di là dei banalissimi glitch visivi, che vi porteranno a delle incongruenze grafiche a schermo, a rendere irrequieto il movimento del puntatore del mouse, a suggerirvi delle scelte se non a imporvele, saranno gli stessi dialoghi delle ragazze a disturbare l’intero percorso ludico. Tutte avranno qualcosa di particolare da dirvi, raggiungendo un triste epilogo che vi svelerà un gioco di potere ardito da una di queste, figlio di una corruzione ben più profonda dell’intero sistema di gioco. L’esperienza a questo punto diventa prettamente soggettiva e tutto si ricollegherà fondamentalmente alla vostra capacità di lasciarvi sedurre e allo stesso tempo condizionare da ciò che vi sta accadendo attorno: il giocatore più apatico osserverà l’evolversi della vicenda senza farsi scuotere dagli avvenimenti, perché d’altronde non ci sono jump scare, niente di ciò che accade vi farà scattare sulla sedia o vi spaventerà tanto da voler spegnere tutto, come se fossimo dinanzi a un horror, ma molto più semplicemente l’esperienza vi farà capire che qualcosa sta andando storto, innesterà in voi un’inquietudine che nel giocatore più condizionabile sicuramente scatenerà un effetto ansiogeno che, siamo sicuri, era proprio l’obiettivo che Dan Salvato voleva raggiungere. Ovviamente, però, un’esperienza del genere non può esaurirsi esclusivamente nell’aspetto ludico, ed è qui che entrerà in gioco la necessità di andare voi stessi a corrompere il gioco, sfruttando la directory all’interno della quale è installato il prodotto del Team Salvato e cancellando i file che vi stanno molestando. Il risultato, alla fine di tutto, sarà un mondo di scoperte che dovrà essere necessariamente affrontato con il supporto di wiki e del web, sempre attento alle teorie e agli studi approfonditi di file che lasciano tanti sospetti e tanti dubbi. Doki Doki Literature Club, quindi, è un’esperienza che continua anche dopo i titoli di coda e che, nella ricerca di ciò che nasconde, riesce a darvi forse più entusiasmo di quanto possiate effettivamente rintracciare nelle lunghissime, ridondanti, spesso inutili e poco caratterizzanti stringhe di dialogo realizzate da Dan Salvato.

– Risvolti inattesi in uno scenario patinato

– Completamente gratuito

– Colonna sonora gradevole

– La ridondanza dei dialoghi è un deterrente mastodontico

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Doki Doki Literature Club è una visual novel che chiaramente non si apre a un pubblico vastissimo e che non si configura come il titolo che tutti ameranno. C’è da tener conto della forte componente narrativa, che però è diversa da ciò cui siamo abituati nel videogioco mainstream: la visual novel ci spinge a sederci – o sdraiarci, come preferite – e leggere, leggere e ancora leggere, mantenendo la medesima immagine statica sullo sfondo. Abbiate fede e sappiate che dopo le prime due ore di gioco accadrà qualcosa e che quel qualcosa cambierà completamente la percezione che avete di Doki Doki Literature Club. Dovete solo avere pazienza e affrontare queste quattro ore di gioco nel modo più propositivo possibile, con la curiosità di capire fin dove Dan Salvato può condurvi.