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Divinity Original Sin 2

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a cura di Pregianza

Informazioni sul prodotto

Immagine di Divinity: Original Sin II
Divinity: Original Sin II
  • Sviluppatore: Larian Studios
  • Produttore: Larian Studios, Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 14 settembre 2017 (PC) - 30 agosto 2018 (PS4, Xbox One)

Per coloro che bazzicano nei videogiochi da un pochino, alla domanda “cosa è uscito di buono da Kickstarter?” la prima risposta che balena nella mente è solo una: Divinity Original Sin. Il titolo di Larian non ha solo rappresentato uno smottamento impressionante per tutto ciò che fino ad allora erano i gdr isometrici, ha impressionato tutti per la sua complessità, e per il fatto di non essersi minimamente piegato alle esigenze del videogiocatore inesperto medio. Tra i giochi più difficili, brillanti, e complessi dell’intero panorama, Divinity è stato un giusto successo, che ha permesso al talentuoso studio belga di tirare avanti ancora un pochino, e di mettere in forno un altro paio di progetti.
Uno di questi progetti è, giustamente, proprio il seguito di Divinity, che è magicamente tornato su Kickstarter nonostante il team avesse già i soldi necessari a finanziarne lo sviluppo. Il motivo? Questa volta i Larian vogliono creare un titolo estremamente più ambizioso del suo predecessore.
Seguiti e origini
Che Divinity Original Sin 2 sia un titolo con aspettative ben maggiori rispetto al precedente lo si nota subito dalla struttura narrativa, recentemente presentata. Si gioca con un team di 4 personaggi, non Source Hunters questa volta ma Sourcerers, ovvero maghi che utilizzano illegalmente i loro poteri. Il protagonista avrà un’origine personalizzabile, che modificherà in modo sensibile il suo rapporto con gli npc e il mondo di gioco, oltre a mutare del tutto le reazioni degli interlocutori durante i dialoghi. In modo da sottolineare ancor maggiormente le differenze rispetto al passato, inoltre, razza e aspetto saranno modificabili nel dettaglio.
È solo la punta dell’iceberg, comunque. Nel primo Divinity si poteva giocare in cooperativa, ma si trattava di una collaborazione tra i giocatori, anche nei casi in cui la moralità dei personaggi interpretati andava a cozzare brutalmente. Qui la co-op è stata aumentata fino a 4 giocatori, e le possibilità offerte dalla cosa promettono di essere assurde. 
Meglio fare un esempio pratico. Nella demo mostrata alla stampa gli sviluppatori hanno preso il loro team e si sono diretti verso un tipico villaggio da gdr: a seconda del background scelto, l’entrata nel villaggio potrebbe creare problematiche per uno o più dei personaggi. In una demo il nano era costretto a trovare una via alternativa davanti al razzismo degli abitanti della cittadina, in un’altra invece è stato il protagonista a staccarsi dal gruppo, in quanto figlio della principale indagata per un omicidio appena avvenuto. Ed è proprio quando il gruppo si divide che ognuno può combinare un po’ quel diavolo che vuole: l’elfo, non esattamente un bonaccione, potrebbe decidere di sterminare innocenti di nascosto, per accumulare potere sfruttando una nuova serie di abilità che hanno bisogno degli spiriti dei defunti per funzionare. Uno degli altri personaggi, al contempo, potrebbe usare il suo charme per indirizzare una folla inferocita verso un compagno, mentre l’altro membro del party gli passa una insospettabile fiala avvelenata. 
Le possibilità sono infinite. Vagando in solitaria potreste assistere a ogni genere di evento, creare scossoni nella politica e nel quieto vivere di un centro abitato, o persino scoprire la verità su ciò che è accaduto e decidere di tenerla per voi, in modo da poterla sfruttare quando vi fa più comodo. È il primo gdr cooperativo/competitivo che ci sia mai stato, in pratica, e l’idea è talmente complessa e ricca da spaventarci.
Giocando da soli ovviamente la collaborazione potrebbe sembrare più sensata, ma non è necessariamente detto. Ogni membro del party ha le sue motivazioni, e un giocatore potrebbe semplicemente decidere di far trionfare uno di loro a discapito degli altri. Se tutto dovesse funzionare a dovere saremmo davanti a uno dei titoli più ramificati in assoluto all’interno del genere.
Chiamate il master
Questa base è già piuttosto concreta, quindi i soldi servono ad altro. Per l’esattezza gli sviluppatori hanno specificato di voler usare i fondi aggiuntivi per creare storie d’origine anche per i restanti membri del party, per aumentare il numero di skill e sistemi presenti nel gioco, inserire nuove zone, nuove razze, e in generale più contenuti. Tutte cose che ovviamente obbligano ad assumere altri scrittori, sviluppatori e artisti.
Dal canto nostro ci sembra tutto sacrosanto e ancora una volta un possibile passo avanti per il genere nella sua totalità. Pensate per un momento a quanta tensione potrebbe creare una campagna online dove non avete idea di cosa stiano facendo i vostri compagni, di quali segreti conoscano, e di come li abbiamo ottenuti. Una cosa paragonabile alla complessità di una partita a Dungeons and Dragons, solo che il master è il gioco, l’avventura è già scritta e le regole sono tutte facilmente utilizzabili con qualche click.
Abbastanza invariato il combat system poi, cosa più che sensata vista la sua efficacia. Avremo sempre elementi mescolabili per ottenere vari effetti, dall’olio che aumenta di netto la potenza delle magie di fuoco all’acqua congelabile. Con ogni probabilità vedremo anche un aumento delle combinazioni, magari legato proprio ai nuovi poteri che sfruttano gli spiriti descritti poco fa.

– Incredibilmente complesso e ramificato

– Co-op a 4 giocatori

– Tante nuove skill e possibilità

Un gioco imprevedibile, ancor più complesso del suo già impressionante predecessore, e dove ogni giocatore sembra poter aver libertà totale, questo sarà Divinity Original Sin 2. Che dire, ci piace, e siamo lieti che il suo Kickstarter abbia già ampiamente superato l’obiettivo prefissato, assicurando così ai Larian di infilare ogni loro singola idea nel gioco. Riusciranno a superare nettamente il predecessore, o avranno puntato troppo in alto? Non vediamo l’ora di scoprirlo.