Recensione

Divinity II - Ego Draconis

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a cura di Folken

Questi ultimi mesi si stanno rivelando un periodo decisamente ricco per tutti gli amanti dei giochi di ruolo. Grazie a titoli quali il recente Risen, ma soprattutto a quel capolavoro di Bioware che è Dragon Age: Origins, questo ingiustamente bistrattato genere, sta vivendo un periodo di inaspettata gloria. Tra questi due importanti prodotti, cerca di trovare un proprio spazio una produzione indipendente, proveniente dal Belgio, seguito dell’apprezzato Divine Divinity, chiamata Divinity II – Ego Draconis. Gli sviluppatori indipendenti Larian Studios, con il loro nuovo lavoro, tentano di fare il grande salto, rilasciando un titolo immersivo, tecnicamente al passo coi tempi e capace di proporre anche qualche interessante novità.

Back in RivellonDivinity II – Ego Draconis vi riporterà a Rivellon, la medesima terra esplorata nel precedente capitolo, un tempo in pace ma oramai da anni dilaniata da tremende guerre. In questo travagliato mondo, il protagonista che impersonerete, sarà un novello Dragon Knight, ovvero un cavaliere membro di un ordine dedito alla caccia ai draghi. La vostra avventura vi porterà all’esplorazione di un mondo vasto, quanto ricco di sfaccettature fatte di innumerevoli sottotrame, perfette per incrementare il senso di immersione, direttamente influenzate dalle vostre scelte. Sebbene manchi un sistema volto a gestire l’allineamento morale, tutto il sistema delle quest secondarie è dinamico e strettamente legato ai bivi che sceglierete di prendere attraverso classici dialoghi a scelta multipla. A tal proposito, Divinity II – Ego Draconis ci ha positivamente colpiti per l’ottimo numero e varietà di personaggi non giocanti e soprattutto per la loro poca verbosità, fattore che rende sintetici e piacevoli i dialoghi, talvolta caratterizzati anche da un particolare senso dell’umorismo, sfumatura questa che farà capolino più volte nell’arco dell’avventura e capace di donarle un carattere distintivo. Il vostro personaggio sarà inoltre in grado di leggere nel pensiero del proprio interlocutore, permettendovi così di scoprire diversi retroscena, oltreché sbloccare quest alternative e convincere i mercanti ad abbassare i prezzi. Rivellon in definitiva è un mondo fortemente legato alla tradizione fantasy, ma che riesce, anche per mezzo di queste scelte stilistiche particolari, a distinguersi dalla massa e a non risultare una semplice riproposizione dei canoni tipici del genere.

Parliamo con tuttiIl gameplay di Divinity II – Ego Draconis si presenta piuttosto standard nell’impostazione, lasciandovi creare all’avvio della prima partita il vostro alter ego, personalizzabile in alcuni dettagli. Successivamente nell’arco della prima missione-tutorial, sceglierete invece la classe di appartenenza tra le tre presenti. Decidere tra mago, guerriero e arciere non influenzerà però più di tanto l’evolvere del vostro personaggio a differenza di quanto visto in altri GDR. Le varie skill caratterizzanti i diversi archetipi, infatti, sono liberamente sbloccabili a seconda delle preferenze del giocatore, così che chiunque potrà creare un guerriero capace allo stesso tempo di padroneggiare le magie o di colpire dalla distanza con l’arco. Ad ogni passaggio di livello, vi ritroverete con in mano cinque punti abilità, quattro da spendere per migliorare i vari parametri che influenzano direttamente le vostre caratteristiche, quali la resistenza, agilità, punti vita, mana e così via e uno invece da dedicare all’apprendimento o evoluzione di una skill. Queste non possono di certo contare su di un numero elevato, ma sono piuttosto varie e ben equilibrate: la possibilità di mischiare tra le varie classi, garantisce un buon livello di personalizzazione oltreché di profondità tattica. Più avanti nell’avventura, inoltre, prenderete possesso di una torre, all’interno della quale grazie a quattro NPC specializzati in diverse attività, potrete ulteriormente sviluppare le vostre abilità. Centrale nell’evoluzione del vostro alter ego è anche l’equipaggiamento che si costituirà mano a mano grazie agli innumerevoli oggetti che troverete esplorando i vari ambienti ma soprattutto uccidendo tutto ciò che incontrerete. Molto importante sarà difatti il bottino rilasciato dai vari nemici, generato casualmente dal gioco, in stile Diablo per intenderci. Inoltre va segnalato come, una volta eliminati i vostri avversari, questi non verranno mai rigenerati, eliminando di fatto il livellamento selvaggio. L’acquisizione di ulteriore esperienza sarà possibile solo tramite le quest secondarie, presenti in grande quantità e varietà. Il sistema di combattimento implementato dagli sviluppatori si configura come strettamente imparentato con gli action RPG, in quanto in tempo reale (è comunque possibile mettere in pausa premendo il tasto apposito) e molto dinamico. Cliccando ripetutamente sul malcapitato di turno, eseguirete combinazioni di affondi e attacchi anche dall’alto, possibili grazie al salto, da inframmezzare con le varie skill a disposizione, comodamente ordinate nell’apposita barra a fondo schermo. La grande agilità del protagonista è un fattore da tenere sempre bene in considerazione, in quanto capace di togliervi dai guai in molte occasioni. A sottolineare tale aspetto, sono addirittura state inserite piccole sezioni platform. Gli scontri si sono rivelati piuttosto ostici a livello di difficoltà medio, rendendo così sempre necessario un approccio tattico sufficientemente differenziato, che nel nostro caso ci ha visto preferire in molte occasioni lo scontro dalla distanza, grazie alle magie o, in altre occasioni, una sorta di mordi e fuggi, attuabile grazie alle rapidissime abilità a disposizione della classe guerriera.

Mamma, da grande voglio essere un dragoIntegrate nella struttura portante del titolo, che affonda le proprie radici nella tradizione dei giochi di ruolo, vi sono numerose quanto interessanti caratteristiche che permettono al titolo ancora una volta di avere una personalità propria oltreché di fornire un’ottima varietà al gameplay. Potrete, ad esempio, evocare creature di vario tipo o creare uno schiavo personalizzato rivolgendovi al necromancer della vostra torre e caratterizzandolo a piacere con le parti del corpo che troverete in giro per il mondo. Non manca un elementare crafting, che si concretizza nel dare le ricette desiderate insieme agli ingredienti necessari all’alchimista sempre presente nel vostro rifugio. All’interno di questa trovano spazio altre due figure che vi permetteranno di migliorare le vostre caratteristiche, ovvero un trainer e un fabbro. La prima servirà ad alzare il livello massimo delle vostre abilità mentre il secondo ad incantare il vostro equipaggiamento, dotandolo così di caratteristiche peculiari.Nel corso della campagna principale, terminata la lunga iniziazione, entrerete finalmente in possesso dell’abilità di cambiare forma e divenire così un drago. Questa particolare caratteristica sarà a vostra disposizione in qualsiasi momento, garantendo al giocatore una libertà di esplorazione notevole. In questo particolare stato le fasi combattive si faranno decisamente action, puntando tutto sulla possanza fisica derivata dal nostro status di drago. Le ambientazioni sono state studiate appositamente per essere esplorate anche in altezza, così da favorire lo sfruttamento di questa particolare feature, che vi permetterà di scoprire nuove zone altrimenti irraggiungibili. Manca purtroppo la possibilità di attaccare i nemici a terra, una volta spiccato il volo, ma ci è comunque parsa una pecca di poco conto.

Musica divinaL’aspetto estetico di Divinity II – Ego Draconis è sicuramente apprezzabile. Nonostante la natura non propriamente ad alto budget, gli sviluppatori sono riusciti a dare al proprio titolo uno stile accattivante, grazie ad ambientazioni davvero godibili, oltre che fresche nel design e a disegnare personaggi carismatici. Il motore grafico, inoltre, fornisce al tutto il giusto sostegno, grazie alla buona illuminazione, all’elevata profondità di campo, alle strutture poligonali sempre ricche di dettagli e ad una buona fluidità. L’engine di gioco è infatti scalabile, permettendo al titolo di girare con una buona resa anche su PC non troppo recenti. Menzione d’onore per l’accompagnamento sonoro. A parte l’ottima effettistica, caratterizzata da numerosi suoni ambientali, esplosioni e al buon doppiaggio in inglese, la colonna sonora si fa notare per l’altissima qualità delle partiture. Le note che vi accompagneranno sono state scritte con grande competenza, oltre che un certo gusto e non vi stuferanno mai, ma anzi, vi capiterà spesso di fischiettare i vari motivetti mentre passeggerete da una parte all’altra della vastissima mappa. La longevità non è sicuramente un fattore in grado di impensierire questo RPG, in quanto per completare la campagna principale, ci vorranno circa quaranta ore, mentre le numerose quest secondarie, saranno in grado di prolungare ulteriormente la vita del prodotto. Inoltre, la già citata dinamicità di queste, unita alla profonda caratterizzazione del protagonista, garantisce una buona rigiocabilità. Ad abbassare il giudizio finale troviamo purtroppo una serie di bug, alcuni piuttosto gravi, ed in grado di inficiare in alcuni frangenti l’esperienza globale, ma speriamo vengano risolti con un buon supporto da parte degli sviluppatori.

Richieste HardwareRichieste minime:CPU: 1.8 Ghz Dual Core (XP/Vista)RAM: 1 Gb (XP)/2 Gb (Vista)HD: 9 Gb free HD spaceScheda Video: 256 Mb Shader Model 3.0 (Nvidia Geforce 7600-Series/Ati Radeon 1600 o superiore)

Requisiti consigliati:CPU: 2.6 GHz Dual Core (XP/Vista)RAM: 2 GbHDD: 9 Gb free HD spaceScheda Video: 512 Mb Shader Model 3.0 (Nvidia Geforce 8800-Series/Ati Radeon 3800 o superiore)

– Stile accattivante

– Piuttosto immediato…

– Musiche splendide

– Ci si trasforma in drago!

– Qualche bug di troppo

– …ma non profondissimo

– Quest secondarie varie ma non troppo numerose

8.2

Gli sviluppatori belgi sono riusciti a tirar fuori dal cilindro un eccellente gioco di ruolo, capace di misurarsi ad armi pari nell’arena contro la concorrenza. Meno estremo di Risen e meno classico di Dragon Age, Divinity II – Ego Draconis è in grado di dare un’interpretazione non rivoluzionaria, ma sicuramente fresca al genere, garantendo tante ore di divertimento agli appassionati e proponendo un’avventura accessibile ai novizi. La grande quantità di quest e di possibilità di gameplay, quali la Battle Tower e la possibilità di mutare in drago, regalano inoltre al titolo una buona varietà. Chiudono il gradevole aspetto estetico e l’eccellente colonna sonora che, uniti alla particolare caratterizzazione dei vari personaggi, vi immergeranno nel mondo di Rivellon, rendendovi molto difficile tornare a quello reale.

In definitiva, il titolo Larian si caratterizza per una buona immediatezza, rendendolo una scelta perfetta per chiunque voglia approcciarsi a questo genere, ma anche per i veterani desiderosi di provare qualcosa di magari meno profondo, ma sicuramente intrigante e divertente.

Voto Recensione di Divinity II - Ego Draconis - Recensione


8.2