Recensione

Dishonored: Il Pugnale Di Dunwall

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a cura di Pregianza

Dishonored ha permesso agli Arkane di inserirsi a forza nella lista degli “sviluppatori da tenere d’occhio”. Il team francese in passato aveva già dimostrato di avere un certo talento, ma le avventure di Corvo hanno praticamente dato per certe le loro abilità, convincendo la critica quasi all’unanimità. Da grandi voti vengono però grandi responsabilità e soprattutto grandi aspettative, quindi ora gli Arkane si ritrovano nella delicata situazione di coloro che balzano agli onori della cronaca e devono mantenere la posizione guadagnata a forza di prodotti di alta qualità. 
Con tutti gli occhi puntati su di loro, questi sviluppatori hanno un bel da fare per riuscire a superarsi con il prossimo progetto, ma nel frattempo non hanno dimenticato la loro opera migliore, dedicandosi allo sviluppo di vari DLC. L’ultimo arrivato è Il Pugnale di Dunwall, un’interessante espansione che vede protagonista non più Corvo, bensì Daud, l’assassino dell’imperatrice visto nel gioco originale. Si tratta indubbiamente di un cambio di prospettiva coraggioso e ricco di potenzialità, come l’avranno affrontato gli Arkane?
Murderer
La partenza di Knife of Dunwall è molto suggestiva, anche se scriptata. Sì comincia nei panni di Daud, osservando l’inizio di Dishonored dal suo punto di vista. Ci si ritrova in seguito catapultati in avanti di sei mesi, in una Dunwall già mutata per le azioni di Corvo dove il nuovo protagonista viene contattato direttamente dall’Esterno. L’entità rivela a Daud che la fine della sua storia sta per giungere e che sta a lui decidere come concluderla, ma che prima della conclusione gli resta un singolo mistero da risolvere, un mistero legato al nome “Delilah”. 
La trama, in verità, non è particolarmente ben fatta, e lo stesso Daud è caratterizzato in modo piuttosto piatto. L’eroe di questa storia è a tutti gli effetti l’incarnazione perfetta dell’assassino: neutrale, apparentemente privo di emozioni, ed esclusivamente interessato agli affari suoi e dei suoi confratelli. Il tormento emotivo dovuto all’assassinio dell’imperatrice non viene minimamente accentuato dalla sua voce monotona, e appare come un semplice espediente per giustificare un approccio “pacifista” alle missioni. Il fatto che fosse più facile legarsi a Corvo nonostante rimanesse in silenzio per il 90% della campagna lascia intuire quanto poco sia stato fatto per creare un antieroe dal carattere forte.
Se quanto a personalità non ci siamo, tuttavia, non si può dire che gli Arkane non si siano impegnati per diversificare lo schema di controllo del leader degli assassini da quello di Corvo. Le basi sono le stesse, e Daud può sporgersi dagli angoli, muoversi silenziosamente, scavalcare ostacoli e teletrasportarsi qua e là usando i doni dell’Esterno. Eppure il nostro ha qualche trucco unico su cui fare affidamento: innanzitutto il teleport in questo DLC ferma il tempo quando lo si attiva senza muoversi, una caratteristica notevole, che permette di calcolare al meglio la situazione durante una fuga o un combattimento e facilita di molto il raggiungimento di zone sopraelevate o lontane dopo un salto. Daud, inoltre, non ha a disposizione la comodissima possessione, né i ratti evocabili di Corvo, sostituiti dalla possibilità di chiamare in aiuto uno dei suoi compagni assassini (un potere utile non solo in battaglia, ma anche per distrarre le guardie).
I nuovi trucchetti sono seguiti a ruota da una manciata di sfiziosissimi gadget originali, tra cui mine elettriche in grado di carbonizzare all’istante un nemico, frecce esplosive e della polvere soffocante, acquistabili prima di ogni missione insieme a potenziamenti alle armi e obiettivi extra. Il feeling del gioco una volta preso il pad in mano non cambia molto rispetto alla campagna originale, ma le novità riescono comunque a rendere l’esperienza discretamente unica, e portano ad approcciare le situazioni in modo leggermente più calcolato rispetto a quanto si faceva con Corvo. 
Tutte le strade portano al morto
I programmatori hanno deciso di cambiare un po’ le carte in tavola anche per quanto riguarda la struttura dei livelli. Le missioni di Il Pugnale di Dunwall sono sempre costruite con uno specifico assassinio o neutralizzazione al centro, attorno a cui ruotano obiettivi multipli facoltativi o necessari e consequenziali. Il numero di guardie e nemici vari presenti nelle locazioni è però aumentato in modo sensibile, rendendo la difficoltà dei compiti di Daud simile se non superiore a quella delle ultime fasi della campagna di Dishonored. Certo, il protagonista è ancora una macchina da guerra su gambe che può facilmente fare una strage di nemici usando i suoi poteri a dovere, ma, come sa chi ha apprezzato fino in fondo il lavoro di Arkane, le soddisfazioni maggiori si ottengono superando i livelli senza lasciare cadaveri per strada e muovendosi come un fantasma. Vista la complessità delle mappe, il numero di opzioni di completamento è sempre notevole, e l’ammasso di guardie negli edifici e nelle strade dovrebbe soddisfare gli amanti delle sfide alla difficoltà massima. 
La durata de Il Pugnale di Dunwall è estremamente relativa. Le missioni primarie sono solo tre, e si svolgono in locazioni molto estese (alcune delle quali già viste) dove si sprecano rune e amuleti d’osso nascosti nei pertugi della città. Un perfezionista potrebbe metterci ben più di 5 ore a trovare tutto completando i livelli nel modo più silenzioso possibile, mentre un giocatore amante dell’approccio violento avrà modo di finire il DLC anche in un paio d’ore. Tutto dipende dal vostro stile di gioco.

– Alcuni nuovi poteri e gadget che variano il gameplay

– Missioni ricche di obiettivi e molto ben strutturate

– Rigiocabilità elevata

– Breve, specialmente se si sceglie l’approccio violento

– Trama poco appassionante con finale deludente

8.0

Il pugnale di Dunwall è un DLC di ottima fattura, un more of the same di qualità che offre un personaggio dallo schema di controllo leggermente modificato rispetto a quello di Corvo, e nuove missioni complesse e ben congegnate da affrontare. Se avete amato il gioco base apprezzerete sicuramente anche le scorribande di Daud. Ora resta solo da vedere se gli Arkane sapranno bissare nella prossima espansione dedicata al misterioso assassino.

Voto Recensione di Dishonored: Il Pugnale Di Dunwall - Recensione


8