Recensione

Digital Devil Saga

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a cura di Alex90

Come ben sappiamo, prima di parlare della foce bisogna partire sempre dalla sorgente. Una sorgente molto famosa e nota è quella di cui vanta Digital Devil Saga, ovvero, quella del produttore giapponese Shin Megami Tensei. Il titolo, infatti, è solo uno di una lunga serie (oltre una cinquantina di giochi) affidata allo stesso produttore giapponese famoso in tutto il mondo. Tuttavia sono pochi i titoli tra questi che riescono a varcare l’oltreoceano ed essere diffusi nel nuovo e nel vecchio continente, ma Digital Devil Saga. grazie alla sua semplicità e maestosità al tempo stesso, è riuscito a superare queste “barriere architettoniche (pardon) videoludiche ” .

Dov’è il sole?Il primo episodio del nuovo RPG della Atlus, Digital Devil Saga, è ambientato in un mondo tetro, oscuro, rovinato, chiamato Junkyard. I suoi abitanti si chiedono da sempre dove sia il sole e di che colore sia il cielo a causa dell’incessante pioggia. In quest’era post-apocalittica, la popolazione è raggruppata in tribù, le quali sono in perenne lotta tra loro per raggiungere tutte lo stesso scopo che è la ricompensa finale di ogni loro fatica, ovvero il raggiungimento del Nirvana. La guerra civile, infatti, cesserà quando una tra loro avrà la meglio su tutte le altre e allora a questa spetterà di diritto il Nirvana, il quale si trova nel tempio del Karma. Quest’ultimo è una struttura, sviluppata in verticale, posta al centro del Junkyard, intorno alla quale si sviluppano le cittadine, nelle quali sono disposte le varie tribù.Ma durante una battaglia tra clan, alla quale partecipa anche il nostro protagonista, Serph, viene ritrovato un oggetto misterioso, simile ad un meteorite, mai visto prima di allora. Molti sono incuriositi da questo, tanti invece ne sono preoccupati, vedono pericoli in vista. Questi ultimi fanno bene a pensar ciò, poiché il meteorite esplode, lanciando miriadi di raggi di luce in aria che attraversano il corpo degli abitanti di Junkyard. In un primo momento, l’unico segnale dell’esposizione fu l’apparizione di arcani tatuaggi sul corpo di ognuno, ma presto l’infezione si manifestò in tutta la sua natura. Gli abitanti si trasformarono in creature orrende, simili a demoni. Tuttavia, questa trasformazione poteva essere controllata dagli abitanti stessi, i quali decidono quando e dove tornare a essere umani e viceversa. Ma ancora non era finita li. Infatti tutti sono colti da una fame insaziabile,una fame però diversa da tutte le precedenti volte, mai provata fino ad allora, insomma una irrefrenabile voglia di carne umana, senza fine, che li porta a divorare i nemici oltre che a combatterli.Ma ora torniamo al nostro protagonista, vale a dire Serph. Egli è a capo di una delle tribù del posto, precisamente l Embryon, e, scortato da alcuni membri del suo clan (Heat, Argilla) sul campo di battaglia, dopo l’esplosione, ritrova una ragazza misteriosa. Serph tenta invano di interrogarla per far luce su quanto accaduto. Ma, come detto, invano, poiché ella non ricorda nulla del suo passato a parte il suo nome: Sera. Intanto il quartier generale del luogo, ovvero il tempio del Karma, riunisce ad uno ad uno ogni capo-clan del Junkyard e informa loro che l’ascesa al trono sarebbe stata ancora piu’ dura di quanto prevedevano. Infatti essi avrebbero dovuto divorarsi a vicenda per una gara ‘all’ultimo morso’. Infine i vincitori, o per meglio dire i sopravvissuti, sarebbero dovuti giungere al tempio con la ragazza misteriosa.Ma perché proprio con lei? Lascio a voi la risposta per non svelarvi troppo.

GameplayPer quanto riguarda il gameplay, Digital Devil Saga appare molto simile a Shin Megami Tensei: Nocturne (Lucifer’s Call soprattutto riguardo ai combattimenti. Essi avvengono sempre in modo casuale e molto frequente, pure troppo. Infatti troverete di certo molto stressante il fatto che, nel momento in cui starete tutti presi sul da farsi per andare avanti nella storia, per la decima volta in cinque minuti, vi apparirà sullo schermo un combattimento con la rispettiva musichetta che diventerà un tormentone per voi, statene certi…Oltre a questo però bisogna dire che il motore bellico è davvero ottimo. Infatti mai nei RPG è stato cosi’ ben sviluppato, tanto da poter parlare di una svolta in questo ambito. Analizzando a fondo, vediamo che l’Atlus come da tradizione ha optato per l’avvicendamento dei turni nelle battaglie. Ottima scelta, poiché grazie ad essa non saremo più così tanto sicuri sul vincitore, anzi esso non sarà il più forte (certo può anche darsi) ma colui che sfrutterà al meglio le proprie abilità contro l’avversario. Quindi non preoccupatevi troppo se incontrerete un osso duro, dovrete solo usare la testa e scagliarvi verso i suoi punti deboli.Potrete anche decidere se combattere sottoforma di demoni o di umani, ma i poteri in entrambi i casi rimarranno inalterati.Ovviamente dire che Digital Devil Saga è un gioco che basa tutto il suo fascino sul combattimento sarebbe avventato, anche se in buona parte è cosi. Infatti quasi tutto è collegato ad esso. Questo spiega la presenza dei terminali del Mantra un po’ in tutto Junkyard. Qui i personaggi scaricano, appunto, i Mantra che consentono l’acquisizione di nuove abilità, dette skill. Naturalmente per vantare di possedere grandi poteri, dovrete passare gradualmente dalle skill dei mantra inferiori a quelle dei più potenti.Importante annotazione, inoltre, è che le abilità appena acquistate non saranno subito disponibili ma andranno sbloccate col tempo, nei combattimenti con gli Atma points (i punti abilità), distruggendo e divorando i nemici…..Tutto ciò va di certo a favore del combattimento e della voglia di lottare (che sarà sicuramente saziata !!).Ma non è ancora finita qui, infatti bisogna ancora dire che ad ogni skill appartenente a un mantra corrispondono elementi quali fuoco, terra, elettricità, vento, oltre agli incantesimi per le guarigioni e per il potenziamento delle caratteristiche fisiche e magiche. Poi, a seconda delle abilità che i vostri personaggi possederanno è possibile eseguire, oltre agli usuali attacchi , speciali mosse che potranno decidere l’incontro.Infine è possibile, come detto in precedenza, divorare i nemici grazie a particolari skill, dette ‘hunting’, le quali vi faranno guadagnare molti Atma points.Ma ora basta parlare soprattutto e solo del combattimento….Il resto del gioco è focalizzato sull’esplorazione dei dungeon, ovvero dei corridori delle varie basi nemiche dislocate in Junkyard. E anche se è quasi assente l’esplorazione del mondo esterno, sarà difficile che vi annoierete. Questo perché le varie locazioni sono ben sviluppate e perchè potrete vantare l’aiuto di mappe molto chiare le quali vi aiuteranno a non perdervi (basti pensare che persino io non mi sono perso e credetemi io sono abituato a tali ‘esperienze’…..). Infine, vi imbatterete anche nella soluzione di vari enigmi, non troppo complessi, ma che spezzeranno un po’ la monotonia.

Grafica e sonoroGraficamente DGA non è a livelli eccezionali e di certo non potremmo definirlo uno dei migliori giochi della PS2 in grafica, ma ovviamente non è tutto da buttare, anzi.Ma prima di parlarne diffusamente è d’obbligo citare il nome del famoso Kazuma Kaneko, direttore creativo di Atlus Japan, al quale è stato affidato il design dei demoni e dei personaggi. Ora possiamo partire…Beh, ricordate quando ho detto che il titolo in questione è riuscito tra pochi a varcare l’oltreoceano grazie alla sua semplicità e maestosità al tempo stesso? Bene, a dir il vero proprio questi due termini, tanto contrapponibili quanto accostabili (semplicità e maestosità), rappresentano l’essenza del gioco, e ora spiegherò il perché.Per far ciò analizzerò i due termini singolarmente.1)Semplicità: I produttori di Digital Devil Saga non hanno di certo voluto stravolgere le regole sulle quali sino ad allora si era basata l’Atlus, ma hanno voluto, invece, ammodernare questo settore portando la grafica su valori accettabili. Infatti basterà confrontare DGA a molti precedenti Atlus products e noteremo la differenza, tanto da poter parlare di ‘capolavoro’ grafico, nel suo piccolo. In definitiva semplice si ma al punto giusto.2)Maestosità: Kazuma Kaneko ha fatto la sua parte e si vede. Infatti ottimamente realizzati sono i personaggi e i mostri (di questi, grande peculiarità sono gli occhi, incredibilmente vividi e scintillanti tanto da sembrare veri). Inoltre è stato reso al meglio l’uso del cel-shading, mentre Junkyard è il tipico esempio di città del futuro dominata dai colori cinerei e plumbei. Insomma il termine maestosità è spiegato da un mix di cose molto belle a vedersi.Da tutto ciò scaturisce, quindi, un buon titolo graficamente, da migliorare si, ma è d’obbligo continuare su questa strada.Dal punto di vista sonoro, non si poteva fare di meglio. Infatti, personalmente, non ho mai ascoltato un tale comparto musicale in un RPG. La colonna sonora sferra musiche rock e metalliche, stimolanti nei combattimenti, toni piu’ mistici invece sono riscontrabili nell’ esplorazione. Peccato, invece per la lingua, visto che è tutto parlato e scritto in inglese, con la conseguente assenza dell’italiano.

– Buona longevità

– Storia appassionante

– Colonna sonora

– Bei combattimenti….

– …ma troppo frequenti

– Manca l’italiano

8.0

In conclusione, Digital Devil Saga è un titolo che stupisce man mano che lo si gioca, con un mix di grafica, sonoro, storia che lo battezzano uno dei migliori RPG in circolazione. Inoltre aspettatevi di impiegare un paio di settimane per completarlo, visto che ha una longevità effettiva di 30-40 ore. Insomma, le premesse ci sono, ora sta a voi amanti del genere non farvi sfuggire l’occasione e incominciare questa straordinaria avventura con Serph e compagni.

Voto Recensione di Digital Devil Saga - Recensione


8