Recensione

Devilian

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a cura di Forla

Inutile negarlo, il periodo d’oro dei MMORPG è ormai trascorso e il genere ha cominciato a trascinarsi, un po’ stancamente, da qualche anno a questa parte. Il re targato Blizzard rimane aggrappato alla vetta solo grazie ad ostinate espansioni, mentre altri capisaldi del genere come ESO e Guild Wars 2 si contendono un pubblico sempre più desideroso di nuove glorie. Trion Worlds si è resa responsabile della pubblicazione in occidente di alcuni interessanti titoli di produzione coreana come Archeage, ed oggi ci riprova con Devilian. Questo gioco rimane fedele alla formula degli MMO classici sfruttando però una visuale isometrica tipica degli hack ‘n’slash in stile Diablo. Scopriamo insieme se la ricetta è ancora buona o se questo GDR alla diavola inizia a sapere un po’ di stantio.
Quattro diavoli a metà
La lore di Devilian si presenta come il più generico dei fantasy. Il mondo è suddiviso tra un regno divino, uno demoniaco e Nala, la terra neutrale che vi sta in mezzo e dove sono ambientate la maggior parte delle vicende. Noi ci troveremo invischiati in una guerra tra ancestrali esseri divini in lotta per la supremazia e il controllo del creato, e saremo come di consueto l’ago della bilancia che determinerà l’esito degli eventi. Per prima cosa dobbiamo scegliere quale classe utilizzare tra le quattro disponibili, un po’ poche a nostro avviso. La prima è il Berserker, classico guerriero nerboruto e incazzato pronto a falcidiare orde di nemici con le sue spade. Poi viene l’Evoker, una maga da combattimento specializzata in incantesimi elementali utili per controllare il campo di battaglia. Segue lo Shadowhunter, un combattente agile armato di frusta, in grado di scagliare grossi shuriken e causare ingenti danni su bersaglio singolo. Per ultima abbiamo la Cannoneer, minuta ma letale, che fa largo uso di armi in grado di colpire dalla distanza e trappole di vario genere. Le classi hanno un sesso predefinito e non è possibile cambiarlo, in compenso possiamo personalizzare il nostro alter ego con un editor del personaggio piuttosto standard. 
Il tratto distintivo del titolo risiede nell’anima parzialmente demoniaca dei suoi protagonisti. Dopo solo alcuni minuti di gioco infatti ci viene data la possibilità di passare alla forma devilian, uno status che aumenta notevolmente il nostro potenziale offensivo donandoci uno skill set tutto nuovo. Una volta trasformati fruiremo inoltre di un equipaggiamento specifico e il leveling demoniaco rimarrà separato da quello standard. Ovviamente non è possibile restare permanentemente in questa forma, ma ci viene concesso di utilizzarla una volta che la barretta relativa sarà stata caricata a suon di mazzate inferte ai nostri nemici. Sinceramente, trattandosi della peculiarità del titolo, ci saremmo aspettati qualcosina in più, invece la trasformazione non restituisce troppe soddisfazioni e il giocatore rimarrà comunque più concentrato sulla build e l’equipaggiamento del personaggio in versione standard.
Il diavolo fa le pentole… 
Come prigioniero di un regolamento non scritto ma diligentemente rispettato, Devilian non si discosta minimamente dai canoni del genere, in particolare dai titoli made in Corea. Lo storytelling è quanto di meno coinvolgente si possa immaginare e non ci viene dato praticamente nessun valido motivo per stare a perdere tempo leggendo i pur brevi testi dei dialoghi tra i personaggi. 
Buttiamoci sulle quest allora! Spiacente però, anche qui si marca male, con missioni noiose e super ripetitive, come nella peggiore tradizione MMO. Andare da punto A a punto B, parlare con tale personaggio, uccidere tot mostri, raccogliere quegli oggetti, rompere cinque barili… insomma tutto quello che solitamente additiamo come sub quest accantonabili in Devilian costituisce lo standard. É addirittura presente l’autorun, funzione che farà spostare automaticamente il nostro personaggio sul luogo della quest selezionata, senza necessità di alcuna interazione da parte nostra. Questa possibilità risulta comoda per reinvestire il tempo degli spostamenti in gestione dell’inventario e crafting, ma annichilisce ulteriormente il gameplay, rendendolo più simile all’impostazione del navigatore satellitare piuttosto che ad un gioco di ruolo. Sembra che gli sviluppatori abbiano deciso di facilitare la fase di leveling al giocatore, rendendo il grinding superfluo, almeno nelle prime fasi, e sospingendolo subdolamente verso una fase avanzata di gioco in cui, guarda caso, è necessario mettere mano al portafogli. Si perché dopo poche decine di ore, sentiremo la necessità di acquistare almeno gli slot per l’inventario e la warehouse, per non parlare delle pagine per le skill, senza le quali il nostro personaggio rimarrà bloccato nel limbo dell’anonimato senza possibilità alcuna di specializzarsi.
A proposito di alberi delle skill questi sono tre per ogni eroe, ognuno composto da altrettante pagine di cui solo la prima è sbloccata sin da subito. La seconda va acquistata o farmata duramente, mentre la terza è riservata ai sottoscrittori dell’account Patron (a pagamento). Il respec delle abilità è sempre gratuito ed effettuabile quante volte si vuole, in modo da permettere al giocatore di sperimentare varie build, una scelta sicuramente comoda ma che forse semplifica un po’ troppo la vita.
Roba da fare e gente da picchiare
Ovviamente un titolo di questo tipo non può mancare di offrire tutta una serie di potenziamenti e migliorie in larga parte legate al crafting. Oltre al classico perfezionamento dell’equipaggiamento è possibile creare una miriade di oggetti, spesso ad uso singolo, e combinare le ormai abusate pietruzze che si trovano in giro per ottenere rune da inserire negli appositi castoni del nostro arsenale. Se dovessimo trovarci con troppa roba inutile in saccoccia inoltre, basterà riciclarla per ottenere delle polvere magica. Questa serve a creare i talismani, ovvero delle carte che offrono vari tipi di bonus e che possono essere equipaggiate sul nostro personaggio. I talismani possono anche essere fusi tra loro per ottenere versioni migliorate delle copie originali, un espediente utile per acuire le caratteristiche base del nostro eroe o per colmarne le lacune. 
Tra una chiacchierata con un NPC e lo sterminio sistematico dei mob che popolano il mondo di gioco, capiterà di trovarsi davanti all’ingresso di un dungeon. Queste missioni istanziate sono affrontabili in gruppo e a diversi livelli di sfida, proporzionali alla qualità del loot che il boss situato alla fine lascerà cadere a terra. Se però il PVE non vi soddisfa e siete in cerca del brivido della sfida con altri giocatori, sarete felici di sapere che Devilian dispone anche di una componente PVP. Al momento ci sono tre modalità disponibili: un deathmach tre contro tre, un sei contro sei in cui le due squadre devono proteggere il proprio boss ed attaccare quello avversario e un (folle) venti contro venti strutturato su una mappa del tutto simile a quella di un MOBA. Attualmente tutte e tre le modalità risultano poco bilanciate e, in alcuni casi, difficili da gestire (l’ultima in particolare) a causa del caos generale che si viene a generare a schermo. 
Un fantasy come gli altri
Per quanto riguarda il versante tecnico possiamo dire che Devilian non dispone di una grafica da caduta della mascella, ma tutto sommato rimane esteticamente gradevole. Se i modelli e il colpo d’occhio generale non stupiscono più di tanto a giovarne è la fluidità generale del titolo che gira agevolmente anche su macchine non proprio all’avanguardia. La realizzazione delle abilità degli eroi soddisfa e la fisica rimane buona per una produzione di questo tipo. Un peccato invece che gli sviluppatori non abbiano voluto osare, discostandosi almeno un pochino dagli stilemi del genere. Le classi degli eroi sono piuttosto classiche, così come i vari tipi di mostri che dovremo affrontare, tutti quanti già visti almeno una volta in produzioni fantasy analoghe. Idem dicasi per le ambientazioni, diversificate tra loro e numerose ma anche esse con un chiaro sentore di già visto.Un audio senza infamia né lode chiude il cerchio, con musiche di sottofondo mai invasive che ci accompagneranno per tutta la durata dell’avventura. In ultima nota si segnala che il titolo è disponibile solo in lingua inglese, ma vi assicuriamo che non è necessario un livello di comprensione elevato per poterlo affrontare.

HARDWARE

Processore: 2Ghz Dual Core Memoria: 3 GB RAM Scheda grafica: NVIDIA 9800 GTX / AMD HD 5670 Spazio su disco: 7GB

– Accessibile anche ai non avvezzi al genere

– Leveling tutto sommato rapido

– Gira anche su macchine non troppo performanti

– Quest noiose e ripetitive

– Personalizzazione parzialmente subordinata al pagamento

– Poche classi

– La meccanica devilian avrebbe potuto essere più approfondita

6.5

Devilian è un MMORPG che fonde le meccaniche base di questo genere con una visuale isometrica tipica dei Diablo like. Il titolo risulta accessibile anche se poco coraggioso sotto praticamente tutti i punti di vista. Una storyline anonima e quest estremamente piatte e ripetitive limitano la produzione, impedendole di elevarsi al livello dei capisaldi del genere. La meccanica della trasformazione in Devilian risulta tutto sommato di contorno, una scelta poco saggia considerando che è l’unica cosa che distingue il titolo dai concorrenti. In definitiva Devilian si rivela essere nè più nè meno che una goccia nel mare degli MMO, senza apportare modifiche sostanziali ad una formula già apprezzata dagli amanti del genere. Vi consigliamo di dargli una possibilità se siete estimatori di questo tipo di titoli, ma non aspettatevi nulla di innovativo o particolarmente sconvolgente.

Voto Recensione di Devilian - Recensione


6.5