Recensione

DevilDark: The Fallen Kingdom

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a cura di ghigghi

DevilDark: The Fallen Kingdom è disponibile gratuitamente su App Store in due diverse versioni per iPhone e iPad. La nostra prova è stata effettuata su un nuovo iPad Wi-Fi+4G da 32 GB.
I più attenti conosceranno già il team di Triniti per Operation iWolf!, Call of Mini: Sniper e Zombiez!, titoli di buon livello che spaziano un po’ in tutti i generi vantando un comparto grafico sempre al di sopra della media. Alcune settimane fa è stata la volta di DevilDark: The Fallen Kingdom, hack’n’slash gratuito che abbiamo deciso di recensire solo ora dopo l’ultimo aggiornamento 1.0.6 che ha portato finalmente un po’ di stabilità anche su iPad. I problemi legati all’interfaccia presenti nella versione per il tablet Apple sono finalmente risolti e possiamo quindi goderci questo ennesimo clone cartoonesco di Diablo senza alcun problema. 
Un solo eroe per mille nemici
Trattandosi di un titolo gratuito (ma con una buona dose di bonus a pagamento), non ci si può aspettare un hack’n’slash particolarmente complesso, ma si vede fin da subito che Triniti non ha lesinato sul quadro grafico, caratterizzato da un cel-shading perfettamente riuscito e da un livello generale del dettaglio molto convincente. Purtroppo non tutti gli elementi sono resi con la stessa cura e certe texture appaiono slavatissime anche sul retina-display del nuovo iPad, ma nel complesso il colpo d’occhio è di tutto rispetto, anche se la scarsa fantasia del level design e dei modelli dei nemici porta con sé una forte ripetitività già dopo un’oretta di gioco. Lo stesso si può dire delle musiche, poche e non molto ispirate, e per l’assenza del doppiaggio, anche se l’importanza dei dialoghi è talmente bassa che non ci si fa nemmeno troppo caso. In DevilDark: The Fallen Kingdom il concetto di hack’n’slash è trattato in modo molto elementare, mancando ad esempio una scelta multipla per il nostro alter-ego, una trama che possa definirsi tale (eroe solitario contro il solito signore del male) e molti altri elementi tipici del genere. L’eroe che impersoniamo non si può modificare in alcun modo e le skill disponibili da potenziare al passaggio di ogni livello sono davvero poche. Oltre a queste, divise tra offensive e difensive, troviamo un attacco speciale proprio per ogni arma, ma anche in questo caso non aspettatevi un arsenale vastissimo. L’unico modo per avere oggetti sempre più potenti non sta tanto nel loot dei nemici uccisi, quanto più nell’acquisto nel negozio di armi e armature. Purtroppo non si possono confrontare al volo i valori delle armi in vendita e di quelle in nostro possesso (assenza davvero scomoda), senza contare che per gli item più belli bisogna per forza pagare con denaro vero tramite un classico acquisto direttamente dal gioco. 
Gratuito? Si però…
La formula freemium in questo caso è abbastanza castrante; senza infatti le armi e i pezzi di armatura a pagamento la vita del nostro eroe è decisamente dura, si muore molto spesso e si capisce chiaramente come questi acquisti siano quasi obbligati per non essere costretti a un grinding forsennato. A dire il vero però è un po’ tutto il gioco a basarsi su un grinding un po’ fine a se stesso. Le quest sono di una banalità disarmante (uccidi 20 cinghiali, recupera dieci tronchi di legno e così via), i livelli si riciclano e risultano molto piccoli come dimensioni e il respawning continuo dei nemici permette di grindare all’infinito, con l’unico fattore (non proprio trascurabile) che il bestiario, il level design e i boss che si incontrano non dicono granché. Se però adorate massacrare goblin, slime verdastri e altri mostriciattoli assortiti per guadagnare denaro da spendere in pozioni (fondamentali), armi e armature, il gioco di Triniti ha un suo perchè. La slot-machine che assegna oggetti molto rari se azzecchiamo la giusta combinazione di simboli è un tocco simpatico, anche perchè i gettoni per giocare si guadagnano portando a termine una quest o pagandoli a caro prezzo nei negozi. Per il resto non aspettatevi nulla di particolarmente vasto, diversificato o profondo nel gameplay. Si entra nell’area della questa dalla mappa generale, ci si muove con il pratico stick analogico e si uccide tutto quello che ci viene incontro senza alcuna tattica particolare, se non indietreggiare quando serve e cercare di essere rivolti sempre verso il nemico, cosa tutt’altro che semplice quando siamo attaccati da diverse direzioni. Non aspettatevi molto di più, ma va anche detto che per un gioco gratuito tutto ciò basta e avanza e se avete giusto qualche euro da spendere per i cristalli azzurri, investitelo in armi e armature. Vi renderanno la vita molto più semplice e meno ripetitiva. 

– Realizzazione grafica a tratti pregevole

– Non costa nulla

– Il gioco perfetto per chi ama il grinding

– Livelli e mostri ripetitivi

– Gestione del personaggio ridotta al minimo

– Oggetti a pagamento fin troppo potenti

6.5

DevilDark: The Fallen Kingdom offre poco in termini di varietà, longevità e gestione del personaggio, ma quel poco che fa lo fa discretamente e il fatto che sia gratuito lo rende ancora più appetitoso. La formula hack’n’slash studiata da Triniti è di quelle molto sempliciotte e limitate, ma a patto di non pretendere un Diablo in versione iOS ci si può accontentare grazie anche al buon comparto grafico e ai pratici comandi touch. Come ogni titolo freemium anche qui però gli oggetti a pagamento sono fin troppo potenti e sbilanciati rispetto a quelli acquistabili con la moneta del gioco, ma ormai l’andazzo su App Store è questo e nessuno vi obbliga comunque a spendere denaro vero. A voi la scelta.

Voto Recensione di DevilDark: The Fallen Kingdom - Recensione


6.5