Recensione

Deus Ex: The Fall

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Immaginate di avere per le mani un gioco estremamente vasto, ricco di sfaccettature, e pensate a cosa potreste fare per poterlo in qualche modo far girare su dei device mobile. Se la cosa vi sembrava già abbastanza in salita, ora pensate a quanto il lavoro diventerebbe complicato se il videogame in questione fosse Deus Ex.
Ebbene, Square Enix ed Eidos Montreal non sembrano essersi lasciate impressionare dalla mole distintiva di questo franchise, e hanno deciso di reinventarlo in qualche modo in chiave mobile, facendolo arrivare sugli schermi di iPad, su quelli più piccoli di iPad Mini e su quelli forse troppo piccoli di iPhone. Con risultati altalenanti.
In fuga dai Tiranni
Allontanandosi momentaneamente dalle vicende di Adam Jensen, ma rifacendosi a quelle del romanzo Icarus Effect, di cui è diretto seguito, Deus Ex: The Fall vede tornare proprio dalla carta stampata il protagonista Ben Saxon e la bella Anna Kelso, impegnati – in un universo in tutto e per tutto permeato dalle atmosfere del franchise – a sfuggire ai Tiranni e a tentare di sopravvivere all’astinenza da neuropozina, sostanza indispensabile per evitare il rigetto dei loro potenziamenti fisici.
Già da queste righe che riassumono il succo del gioco, si può comprendere in maniera abbastanza ovvia che ci troviamo innanzi ad una sceneggiatura senza infamia ma anche senza troppe lodi, che svolge il suo compitino di accompagnare gli scenari e gli accadimenti di un titolo che, pur essendo destinato a delle piattaforme mobile, tenta comunque di proporre una regia e dei dialoghi degni di nota. Sebbene, insomma, non sia la sceneggiatura ciò che vi spingerà a giocare a The Fall fino in fondo, è apprezzabile il tentativo di Eidos Montreal di offrire agli utenti un videogame come la maggior parte di essi lo intende, completo di sceneggiatura e cutscene, alla faccia della piattaforma – dominata invece da uccellini arrabbiati, coccodrilli Disney in cerca della loro acqua e giochi di parole in caselline gialle.
Don’t shoot!
Ricorderete quando, qualche giorno fa, vi abbiamo parlato del fatto che i developer avevano optato per un impedimento con il quale tutti i possessori di device jailbroken hanno dovuto scontrarsi? Stiamo parlando dell’impossibilità di premere il grilletto, che rendeva di fatto impossibile affrontare il gioco – sopratutto qualora si scegliesse un approccio action.
In realtà, la privazione originariamente operata da Square Enix e compagni – che si sono affrettati a metterci su una pezza – non era poi così penalizzante: mentre vagate per Panama nei panni di Ben, infatti, il gioco vi consente sempre di scegliere tra uno stile action ed uno stealth. Se, per quanto riguarda il secondo, le meccaniche risultano estremamente gradevoli – con attacchi alle spalle, armi non letali e la possibilità di accovacciarsi e optare per dei nascondigli discreti quando i nemici sono sospettosi – lo stesso non può dirsi delle fasi action, che vi colpiranno come un vero e proprio pugno in un occhio.
Affrontare i nemici in aree aperte sperando di alzare il fucile d’assalto e buttarli giù, armati di touchscreen e bottoni a schermo, è semplicemente un suicidio. Quando i personaggi ostili vi accerchieranno per cercare di eliminarvi, difficilmente riuscirete a rivolgere la vostra bocca di fuoco contro ciascuno di essi – non prima di venire abbattuti, almeno. Il discorso è diverso quando invece tentate di affrontare le sparatorie sfruttando i rifugi: premendo l’apposito bottoncino su schermo, potete accovacciarvi dietro al riparo più vicino, estrarre l’arma e “tappare” sul nemico che volete colpire. Una volta pronti, premerete sul tasto a schermo che rappresenta il grilletto, e Ben si esporrà per centrare esattamente il target designato. Peccato che questo sistema funzioni solo ed esclusivamente quando intendete balzare fuori da un nascondiglio, con il gioco che vi lascia a puntare manualmente quando invece dovete rispondere rapidamente ad un assalto dopo essere stati scoperti.
A forza di tentativi (che falliranno) di affrontare gli ostili faccia a faccia, vi renderete conto che quella che doveva essere una libertà di scelta tra l’approccio FPS e quello stealth si traduce invece in un obbligo verso uno stile più metalgearsolidiano, che vi consentirà – anche con discreta soddisfazione – di avere silenziosamente ragione di nemici ignari, di stordire gli scocciatori e di sfruttare al meglio il piccolo radar che comparirà in basso al centro dello schermo, e che vi mostrerà in qualsiasi momento lo stato del nemico (sereno, sospettoso, allerta) e la sua posizione. In caso si venga scoperti, insomma, la cosa migliore da fare non è sparare a qualsiasi cosa si muova, ma far perdere le proprie tracce e ritentare poco dopo l’attacco alle spalle, migliorandosi per avere miglior fortuna.
Deus delle città… e dell’immensità”
Se c’è un aggettivo con il quale si possono definire le dimensioni di Deus Ex: The Fall, allora quello è immenso. A scapito degli abituali standard dei titoli mobile, il gioco Eidos Montreal è mastodontico sia nel primo impatto che nei menù, che nelle possibilità. La grafica è senza ombra di dubbio una delle migliori viste su giochi iOS, ed anche le ambientazioni – per quanto spesso sbandierino una possibilità di scelta tra percorsi alternativi non sempre riscontrabile nella realtà dei fatti – sono disegnate con cognizione di causa e con uno stile e delle palette che sprizzano fedeltà al filone principale. Ma ciò in cui The Fall è veramente immenso (non sempre in modo positivo) sono i menù e l’interfaccia.
Mettiamo in chiaro una cosa: se non avete intenzione di prestare bene attenzione alle finestrelle di tutorial, non giocateci. The Fall è ricolmo di bottoni, bottoncini, indicatori, schermate, menù a scorrimento e perfino di un radar, che vanno ad affolare l’HUD di gioco in maniera decisa – e quasi tragica, se si parla di iPhone e non di iPad – con i quali difficilmente riuscireste a prendere confidenza spontaneamente, a meno di essere già abituati all’universo Deus Ex. L’immensità dell’interfaccia, gradevolmente approfondita ma a tratti quasi dispersiva, è evidente anche dai menù dell’inventario e da quelli dello store, che vi consente di acquistare potenziamenti, armi e modifiche per esse investendo i crediti che vi procurerete nei livelli di gioco. Anche in questa schermata, la sensazione dell’imbarazzo della scelta è quasi paralizzante e – apprezzando la voglia dei developer di creare un videogioco degno di chiamarsi tale anche per gli hardcore gamer – non possiamo comunque non sottolineare come l’enorme catalogo di armi da fuoco tra cui scegliere risulti quasi contraddittorio, a fronte di fasi FPS scoraggiate dal più efficace gameplay stealth. La mole di potenziamenti tra cui scegliere, invece (come quello che vi consente di “smaterializzarvi” per attraversare i laser, per citarne uno) sarà piacevolmente gradita agli amanti di entrambi gli approcci.
Oltre alla possibilità di gestire i dialoghi scegliendo cosa far dire a Ben, The Fall vi consente anche di affrontare alcuni mini-giochi, come quello relativo alla violazione delle protezioni elettroniche: avvicinandovi ad una serratura, verrete portati nella schermata che mostrerà i suoi nodi, che dovrete hackerare uno ad uno per raggiungere il punto di accesso. Per farlo, dovrete cliccare su ciascuno di essi, facendo bene attenzione al livello di difficoltà, indicato da un numero riportato accanto ad ogni nodo, e al fatto che maggiore sarà il tempo richiesto per l’hackeraggio, maggiore sarà il rischio di essere scoperti e venire buttati fuori dal sistema. Anche in questo caso, Ben potrà sfruttare utili potenziamenti come virus, hackeraggi istantanei e protezioni che impediscono agli strumenti di difesa di espellervi, ma dovrà anche impegnarsi per spendere alcuni dei punti esperienza ottenuti giocando per migliorare le sue doti di hacker.
Schermate affollate
Come accennavamo nel paragrafo precedente, per via delle miriadi di possibilità di interazione offerte, Deus Ex: The Fall presenta un HUD estremamente affollato, quasi soffocante sugli schermi più piccoli, e la situazione non migliora tanto neanche a fronte della possibilità offerta dai developer di risistemare le icone presenti nella posizione a noi più congeniale. La schermata mostra contemporaneamente il radar, l’icona per l’attacco frontale, l’icona dell’arma primaria, quella dell’arma secondaria, il bottone per accovacciarsi o alzarsi in piedi, quello per appiattirsi contro le pareti (e, se lo fate, ne compariranno molti altri per muovervi silenziosamente), quello per utilizzare i potenziamenti e, all’occorrenza, anche la finestrella dei dialoghi via radio con Anna, o chi per lei. Già da questa descrizione risulta abbastanza intuibile quanto la schermata di gioco sia effettivamente affollata. Sommate a tutti questi elementi anche il fatto che tappando in basso a sinistra spostate Ben e in basso a destra muovete la visuale, e capirete che risulterà abbastanza facile fare confusione sugli schermi più piccoli, come quelli di iPhone. Già da iPad Mini in poi, ovviamente, l’interfaccia risulta meno opprimente ed il gioco più godibile, ma sarebbe stato sicuramente gradito da tutti i fan o potenziali acquirenti se Eidos Montreal avesse dedicato più tempo alla realizzazione di un HUD meno invadente che – per quanto compia il suo dovere nella maggior parte delle occasioni, fasi FPS a parte – spesso strozza la visuale sul gameplay vero e proprio.
Menzione d’onore va comunque all’ambizione degli sviluppatori, che hanno lavorato per produrre un vero Deus Ex, per quanto riscalato (ma decisamente tendente all’eccesso piuttosto che alla povertà di contenuti), ed hanno accompagnato le loro fatiche ad una colonna sonora estremamente azzeccata, un buon doppiaggio in lingua inglese (il gioco è comunque sottotitolato in italiano) e un design grafico di sicuro impatto. Peccato per qualche sporadico crash, che vi farà ritrovare sulla springboard del vostro device senza preavviso, e che potrebbe rischiare di farvi perdere i progressi fatti dall’ultimo salvataggio in poi.

– Enorme, per un titolo mobile

– Grande impatto grafico

– Riprende fortemente l’atmosfera del franchise

– Troppo enorme, per un titolo mobile

– Le fasi di azione sono legnose

– Può incappare spesso in dei crash

7.5

Deus Ex: The Fall è un focolaio di contraddizioni: si propone come titolo mobile del franchise, ma con meccaniche, possibilità ed opzioni forse eccessive per poter essere gestite agevolmente da un solo touchscreen; consente di scegliere tra un approccio da sparatutto e uno furtivo, ponendo però ben presto l’utente innanzi al fatto compiuto che smitragliare e uccidere è molto meno efficace che cogliere il nemico di sorpresa. Non solo: il gioco presenta una mole spropositata di armamenti acquistabili con i soldi virtuali, che sono però quasi sprecati, vista la rigidità delle fasi FPS e il fatto che stordire paga – uccidere no.

Nel complesso, il lavoro svolto da Eidos Montreal e compagni è comunque apprezzabile, raffinato, ambizioso. Una maggior cura per tutte le fasi di gameplay e per l’interfaccia estremamente affollata avrebbero sicuramente consentito un voto migliore, ma Deus Ex: The Fall è comunque gradevole e, pur dando spesso l’impressione di essere uno Human Revolution in miniatura, riuscirà a strapparvi quattro o cinque ore di apprezzabile gameplay. Se gli sviluppatori saranno in grado di fare tesoro degli errori commessi in vista di un possibile nuovo episodio, il futuro mobile di Deus Ex potrebbe essere decisamente roseo.

Voto Recensione di Deus Ex: The Fall - Recensione


7.5