Anteprima

Deus Ex: Human Revolution

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a cura di andymonza

Continua la nostra copertura dedicata a Deus Ex: Human Revolution: dopo una prima parte dedicata all’analisi del background narrativo e dell’incipit, eccoci ad una trattazione rivolta alla prova diretta della prima missione dell’arco narrativo. Per chi si fosse perso la precedente anteprima (che per continuità vi consigliamo di recuperare a questo link), il nuovo lavoro firmato Eidos sembra aver colto in pieno la giusta atmosfera: un’ispirata introduzione, a cavallo tra esperienza diretta di gameplay e cut scene di stampo cinematografico, avvolge da subito il giocatore in un futuro che coglie a piene mani dai grandi classici della fantascienza di fine ‘900, chiudendo il cerchio con un design molto ricercato e musiche d’autore. Gettate queste solide basi narrative, la storia e l’azione decollano, gettando il protagonista Adam Jensen a capofitto nel suo primo incarico.

TransumanizzatoNei sei mesi che seguono la brusca chiusura dell’affascinante sequenza introduttiva, i cui dettagli non vi narriamo per evitare spoiler, Adam si ritrova suo malgrado a subire gli effetti di una transumanizzazione, ovvero l’innesto di augmentation nanotecnologiche marchiate Sarif Industries: per quanto non del tutto favorevole all’intervento, il protagonista scoprirà ben presto che tali trapianti cibernetici potranno fornirgli più di un aiuto sul campo di battaglia. In seguito all’invasione subita dagli impianti industriali Sarif, il suo lavoro come agente di sicurezza deve necessariamente concentrarsi sul ritrovamento dei responsabili e sul recupero del materiale sottratto durante l’assalto: sembra infatti che i Pro Human Purists siano riusciti a fuggire con un prototipo dell’augmentation nota come Typhoon, la quale prevede l’impianto di sfere esplosive nel corpo umano, con possibilità di espellerle e detonarle ad un comando. Dietro l’operazione sembra esserci un rivoluzionario noto come Zeke Sanders, il quale naturalmente rappresenta il secondo obbiettivo di Adam. A ridosso di un breve briefing, il consueto puntatore di missione ci permette di raggiungere l’helipad posto sulla sommità della torre Sarif, dove la nostra pilota di fiducia di attende di fronte ad un mezzo volante d’assalto: oltre ad evidenziare un certo trascorso tra i personaggi, i quali sembrano aver lavorato insieme per molto tempo, il breve dialogo che segue ci mette di fronte alla prima importante scelta. Tramite una secca risposta potremo decidere di assaltare la base degli Human Purists in assetto letale o di soppressione, opzione in grado di influenzare il prosieguo della missione e di tutta la storia. Questo piccolo dettaglio mette in evidenza come i ragazzi di Eidos intendano riproporre con grande cura uno degli elementi fondamentali che rendeva eccezionale la formula del primo Deus Ex, ovvero il libero arbitrio ed il grande potere delle scelte. Dopo aver deciso per un approccio più morbido a base di armi non letali, sarà possibile raffinare ulteriormente la propria tattica d’ingaggio, optando per armi efficaci dalla distanza o nel combattimento ravvicinato. Operata anche quest’ultima scelta, partiamo finalmente alla volta della nostra prima missione.

Augmented meA differenze delle fredde sequenze di combattimento sperimentate durante il tutorial, il primo incarico di Adam porta il giocatore nel vivo dell’azione, offrendogli un primo controllo delle augmentation a disposizione del protagonista. Tramite un pratico menu, che si accompagna alle tradizionali voci di inventario, log e mappa, ci è possibile spendere i primi punti esperienza per sbloccare alcune interessanti abilità: dato l’approccio stealth scelto in precedenza, decidiamo per una temporanea invisibilità e la possibilità di individuare i nemici anche attraverso le pareti, skill ottime per un approccio silenzioso. Una rapida scorsa al menu ci ha permesso di dare uno sguardo anche alle abilità più avanzate, di cui non vi riveleremo i dettagli per non rovinare le sorprese migliori: basti sapere che le augmentation si dividono su quattro principali rami, ovvero Combattimento, Stealth, Tecnologia e Sociale. Pur senza scendere nello specifico, è evidente come il giocatore avrà totale libertà su come accrescere le caratteristiche di Adam, plasmando il protagonista in base allo stile di gioco preferito.

Combattimento dinamicoAddentrandoci nella facility controllata dai Pro Human Purists scopriamo un ambiente pesantemente pattugliato, occasione ottima per mettere in pratica le abilità sbloccate: legate ad una riserva d’energia limitata ma rigenerabile, esse si rivelano da subito molto utili per elaborare tattiche complesse. Soprattutto la vista a raggi X, che mostra le persone all’interno di una stanza come silhouette in semitrasparenza, permette di pianificare ogni ingresso in una nuova stanza conoscendo già le posizioni delle potenziali minacce e la loro linea dello sguardo, oltre naturalmente a poterne studiare non visti i percorsi di pattuglia. Grazie a questo non indifferente vantaggio, cominciamo la sistematica eliminazione delle pattuglie, utilizzando sia l’arma non letale a nostra disposizione (ovvero la classica pistola caricata con dardi tranquillanti), sia le mosse da corpo a corpo possibili quando ci si avvicina molto ad un bersaglio non visti: sempre disponibili in forma letale o soppressiva, esse danno il via a brevissime sequenze in terza persona caratterizzate da spettacolari animazioni. Una volta messa fuori gioco una pattuglia è sempre possibile spostarne il corpo, così da non lasciare sul nostro percorso pericolose tracce. Non passa molto prima di incappare nell’inevitabile errore, un piccolo passo falso che finisce per allertare un buon numero di sentinelle nei dintorni: l’occasione ci ha permesso di vedere all’opera l’ottima intelligenza artificiale nemica, il cui atteggiamento cambia in maniera del tutto procedurale in base al contesto, passando in pochi secondi dal sospetto all’aggressività. Messa da parte la pistola non letale, ci siamo conseguentemente dati ad uno scontro a fuoco a base di copertura, unica speranza di salvezza: ancora una volta ci è stato possibile verificare il buon feedback delle armi, caratterizzate da un rinculo sempre convincente, e la funzionalità dell’inquadratura in terza persona quando ci si trova al riparo. Confermiamo la scarsità di munizioni disponibili (per quanto sia possibile raccogliere le armi dai nemici caduti o incapacitati, esse non contengono mai più di qualche proiettile), e il buon bilanciamento della rigenerazione della salute. Per quanto i puristi dell’originale avrebbero senza dubbio preferito il vecchio sistema a base di Medikit, il grande quantitativo di danno inferto da ogni colpo nemico garantisce un livello di difficoltà nettamente sopra alla media degli sparatutto classici. Molto convincente la fluidità del passaggio da un approccio stealth allo scontro a fuoco, in grado in pochi secondi di costringere il giocatore a cambiare il proprio stile di gameplay. Stanza dopo stanza notiamo il buon design dei livelli e l’intelligente disposizione delle pattuglie (accompagnate naturalmente da telecamere di sorveglianza e torrette automatiche da aggirare, disattivare o occasionalmente volgere contro il nemico), sempre in grado di mettere il giocatore di fronte a sfide interessanti. Una volta eliminate tutte le pattuglie e raggiunto il leader dell’organizzazione, emerge nuovamente l’importanza del fattore scelta: possiamo infatti decidere del destino di Zeke Sanders, scelta che senza dubbio andrà ad influenzare pesantemente i successivi sviluppi della trama.

CyberpiratiTrattandosi di un titolo fantascientifico dalle forti influenze cyberpunk, i ragazzi di Eidos hanno pensato bene di integrare nel gameplay un’innovativa meccanica di hacking dei sistemi informatici, tanto complessa da fare minigioco a sé. Una volta tentato l’accesso ad un terminale protetto, un’apposita interfaccia ci mostra i diversi nodi di dati da cui esso è composto, collegati da intricati flussi che conducono tutti al database principale. Una volta ottenuto l’accesso al primo nodo ci è possibile procedere seguendo il percorso prefissato, intersezione dopo intersezione, fino al cuore della macchina: purtroppo il nostro tentativo di invasione scatena presto la risposta del sistema, il quale lancia un procedura di tracking. A questo punto parte un conto alla rovescia entro il quale dobbiamo assolutamente arrivare al database, pena la totale chiusura del terminale. Avanzando di nodo in nodo, scopriamo diverse abilità a nostra disposizione: la fortificazione permette di rallentare il tracking presso le varie intersezioni, il Nuke Virus ne resetta il percorso aumentando il tempo a nostra disposizione, lo Stop Worm disturba completamente la sicurezza del sistema, facilitando notevolmente il nostro accesso. Per quanto le ultime due abilità sembrino garantire un certo strapotere, va da sé che non sempre sarà possibile utilizzarle, senza contare la limitata riserva di utilizzi di cui disponiamo.Nel complesso il minigioco si rivela comprensibile, eppure molto impegnativo, in grado di costruire una notevole suspance grazie all’incalzare del conto alla rovescia ed all’accattivante design dell’interfaccia.

– Intelligenza Artificiale adattiva

– Augmentation ben distribuite

– Libertà di scelta

La prova diretta della prima missione di Deus Ex: Human Revolution ha confermato le ottime impressioni maturate durante tutta la sessione di hands on: il lavoro dei ragazzi di Eidos sembra già dalle prime battute in grado di proporre un eccellente mix tra tradizione ed elementi innovativi. Pur mantenendo intatti i capisaldi narrativi e la fondamentale libertà di scelta, gli sviluppatori vi hanno integrato un gameplay moderno, supportato da un sistema di coperture ben congegnato e da un’intelligenza artificiale apparantemente molto reattiva ed adattabile. Solo una prova prolungata potrà risolvere i restanti dubbi, relativi alla qualità della narrazione ed all’effettiva importanza delle scelte fatte durante il percorso: rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti.