Anteprima

Deep Down

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a cura di Pregianza

Parliamoci chiarissimo: Capcom è messa male. Non stiamo parlando di uno di quei casi in cui l’azienda deve semplicemente riprendersi da un paio di progetti sotto le aspettative, bensì di un lento e inesorabile sanguinamento, che ha portato le sue casse a svuotarsi fino a contenere un quantitativo di milioni a malapena sufficiente per lo sviluppo di una manciata di nuovi titoli. Era prevedibile, viste le non brillantissime scelte strategiche operate dai piani alti negli ultimi anni, ma l’idea di vedere una casa che ha fatto la storia dei videogiochi fallire è comunque spaventosa. 
La speranza, tuttavia, non è ancora morta. La software house nipponica deve puntare tutto sui progetti che ha attualmente in sviluppo, e non è detto che il successo delle prossime uscite non riesca a riportarla sulla cresta dell’onda. Uno di questi giochi è Deep Down, che ha catturato l’attenzione di tutti durante il reveal al Playstation Meeting di febbraio, e ha poi sbiancato di botto molti pessimisti al primo trailer mostrato di recente, dove il downscaling della grafica è sembrato eccessivo rispetto ai filmati iniziali. 
L’unico modo di farsi un’idea chiara era aspettare il Tokyo Game Show, dove Capcom avrebbe mostrato finalmente un po’ di gameplay concreto. Beh, il TGS 2013 è arrivato, e con lui Deep Down. Noi non siamo in Giappone in carne e ossa, ma se Spaziogames non va alla montagna la montagna va a Spaziogames, quindi abbiamo pensato bene di analizzare tutti i video e le informazioni spuntate nelle ultime ore dalla fiera nipponica. Ciò che abbiamo visto, per fortuna, ci ha rincuorato parecchio.
Sempre più giù
Contrariamente alle aspettative, Deep Down non è un semplice titolo fantasy, anzi, è fantascientifico in modo simile agli Assassin’s Creed. Ambientato nella New York del 2094, il gioco vi mette nei panni di un protagonista in possesso di una misteriosa scoperta scientifica, da tener segreta ad ogni costo, che sembra renderlo in grado di leggere le memorie contenute in antichi oggetti e mistici artefatti. Tale abilità dona al titolo infinite possibilità, ma per ora è stata mostrata principalmente un’ambientazione con draghi, mostri e cavalieri, legata a una specifica statua. 
Stando alle parole di Yoshinori Ono, presenza ormai immancabile in qualunque presentazione Capcom, Deep Down sarà un titolo molto incentrato sulla narrativa, con una trama profonda e complessa, ma la narrazione sarà piuttosto atipica e abbandonerà la linearità tipica degli action gdr (genere a cui peraltro il prodotto sembra appartenere, seppur con parecchie unicità). La storia va infatti ricostruita come una sorta di puzzle tramite i Memento, testimonianze vocali che si trovano nei dungeon. Il gioco, peraltro, è un’esperienza multiplayer, e la collaborazione sarà utile anche a completare la trama, considerando che i giocatori dovrebbero poter discutere tra loro e scambiarsi i Memento trovati. 
Difficile dire se si tratterà di una scelta vincente, ma una trama non invasiva ha funzionato per Dark Souls, e non vediamo perché non dovrebbe risultare una buona trovata anche per Deep Down.
‘Ndo cojo cojo
Passiamo all’elemento più importante, il gameplay. Durante la presentazione di Ono e degli sviluppatori, il titolo è parso in tutto e per tutto un action-gdr, costruito attorno alla solidissima fisica del nuovo motore grafico Pantha Rei. Il personaggio utilizzato era armato di lancia, e sembrava in grado di eseguire tutte le tipiche manovre del genere: scatti, affondi semplici, schivate, e così via. Ciò che distingue Deep Down dalla massa pare essere proprio la fisica appena citata, poiché i nemici, dei grossi ogre piuttosto ottusi, reagivano ad ogni colpo realisticamente, inciampando se colpiti alle gambe e indietreggiando davanti ad affondi diretti al petto. La zona dove si colpisce l’avversario influisce anche sui danni, visto che un colpo alla testa a un ogre azzoppato lo ha privato senza troppi problemi di metà punti vita, mentre gli attacchi al busto lo avevano solo leggermente ferito.  
Chiaramente il sistema non si basa solo su colpi basilari, e infatti a inizio demo era possibile selezionare una tra numerose skill del proprio personaggio, oltre che tra un paio di equipaggiamenti predefiniti. Molte abilità sembrano attacchi tipici, ed è facile intuire cosa possano essere skill con nomi quali Spin Slash o Rage. Ma sembrano esserci anche numerose abilità legate all’agilità dell’eroe o a buff passivi temporanei, senza contare che nella demo sono stati mostrati parecchi oggetti magici da utilizzare in battaglia.
Nella prima fase del dungeon , uno tra tre tipologie di mappe disponibili, gli sviluppatori hanno usato un paio di abilità d’attacco, tra cui un potente affondo e un artefatto esplosivo. Le cose hanno però iniziato a scaldarsi, in tutti i sensi, durante la battaglia con il drago visto nel primo trailer.
Lì si è passati dal singleplayer al multiplayer, con una battaglia coordinata a quattro giocatori che ha mostrato tutte le meraviglie del nuovo comparto tecnico. Pantha Rei è un nome quanto mai azzeccato per il motore del gioco, visto che tutto scorre in modo incredibilmente realistico, fuoco compreso. Le fiamme riempiono i corridoi come se fossero reali, e gli effetti particellari sono davvero next gen, tanto da averci impressionato quando un paio di giocatori hanno invocato un tornado per placare le pericolosissime fiammate del dragone con cui stavano combattendo.
E’ chiaro che il titolo prende a piene mani anche dai Monster Hunter, visto che la collaborazione è fondamentale in combattimento. Nello scontro contro il possente boss un paio di giocatori hanno distratto il mostro, proteggendosi con pergamene in grado di invocare muri di ghiaccio, mentre gli altri due invocavano senza pietà palle di fuoco con cui stordire il nemico. Fantastico l’effetto dell’ultimo incantesimo usato, che ha fermato il tempo permettendo a uno degli sviluppatori di aggirare le fiamme, e lanciare altre due sfere infuocate sul bestione. Tutto si è fermato all’istante, come congelato, e l’impressione è stata quella di trovarsi davanti a un titolo realmente curato dal punto di vista tecnico, nonostante la build acerba. 
Tornando per un momento al fattore multiplayer, sembra che le zone iniziali dei Dungeon fungano a mò di lobby e sia piuttosto facile trovare gruppi con cui affrontare l’avventura. I dungeon, infine, sono generati in modo randomico, con corridoi che crollano rivelando passaggi sotterranei e trappole di vario tipo. Quello mostrato nella demo del TGS era molto scuro, ma ci saranno ambientazioni nettamente più luminose. 

– Il nuovo motore Pantha Rei sembra notevole

– Interessante gameplay basato parzialmente sulla fisica

– Dungeon generati randomicamente

– Ricco di atmosfera e mistero

Deep Down è un titolo promettente, molto promettente, e la cosa ci solleva moltissimo vista la situazione attuale di Capcom. Il gameplay mostrato durante il TGS ci è parso solido e originale, e il nuovo motore Pantha Rei sembra estremamente curato e innovativo. Non sappiamo ancora se questo strano action-gdr con elementi ibridi arriverà da noi, ma più lo vediamo in azione e più desideriamo metterci sopra le mani. Forza Capcom, ripigliati.