Recensione

Death by Game Show

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a cura di Forla

Spesso ci si lamenta di come ultimamente l’industria videoludica sforni prodotti dal grado di sfida troppo basso. Ormai siamo abituati ad essere presi per mano ed accompagnati passo passo nelle nostre avventure virtuali, piuttosto che gettati nella mischia con un sonoro calcio nel sedere. I ragazzi di Oointah, hanno sviluppato un tower defense atipico, che incorpora nella propria formula meccaniche strategiche ibridate ad un gameplay dalla spiccata impronta action. Non aspettatevi quindi di poter riflettere troppo, perché per vincere al Game Show bisogna avere la mente svelta tanto quanto le dita!
Troppo intelligenti per NON morire
All’alba del ventiseiesimo secolo le forme di vita artificiali hanno preso il sopravvento sulla razza umana. A loro gli uomini proprio non piacciono, soprattutto se abbastanza intelligenti, esattamente come noi. La nostra fine viene quindi ufficialmente decretata e si consumerà tramite il Game Show, un bizzarro gioco a premi in cui le possibilità di sopravvivenza sono pericolosamente vicine allo zero. Non appena si va in scena il nostro personaggio viene incatenato al GIMP, una sorta di armadietto svolazzante tramite il quale è possibile richiamare sul campo di battaglia dei piccoli droidi. Essi sono di varie tipologie, ognuna con funzionalità peculiari, e ci saranno utili per distruggere i robot nemici e le strutture che li producono. I livelli sono bidimensionali, ne consegue che possiamo attaccare e difenderci solo da due direzioni, ma l’offensiva dei nostri nemici è accanita tanto via terra quanto via aria, quindi avremo comunque i nostro bel da fare. Per fortuna, oltre ai nostri piccoli amici meccanici, siamo in grado di piazzare delle strutture, utili sia a sfoltire le fila dei robot avversari che a potenziare alcune nostre caratteristiche, come il limite massimo dei droidi richiamabili sul campo o la velocità con cui essi vengono prodotti. A nostra disposizione ci sono anche oggetti ad uso singolo, come stimpak o ricariche energetiche per il GIMP, utilissimi per sfuggire alle situazioni più spinose. Ogni livello prevede il raggiungimento di un obiettivo predefinito, che spesso si traduce nella sopravvivenza per un determinato lasso di tempo o la raccolta di una cifra di denaro attraverso la sistematica distruzione delle strutture nemiche. Ogni volta che un edificio salta per aria produce una cascata di monetine che è bene affrettarsi a raccogliere tramite un rampino assicurato al nostro braccio. Una volta raggiunto il numero sufficiente è possibile “girare la ruota” sperando di aggiudicarsi un premio succulento, come qualche utile struttura o un oggetto ad uso singolo. Sì perché in Death by Game Show le strutture sono contate e non è possibile piazzarle se non si sono prima guadagnate, lo stesso vale per gli oggetti, quindi meglio incrociare le dita e non sperperare troppo. Da segnalare la presenza di una barretta settabile a piacimento all’inizio di ogni livello, la quale garantisce ricompense migliori a discapito di un più elevato livello di difficoltà.
Ready to die
Lo abbiamo detto poco sopra ma ci teniamo a ribadirlo: Death by Game Show è impegnativo, tanto, e spesso vi farà girare i proverbiali ingranaggi, per dirla alla Peter Griffin. Ogni livello va affrontato più volte e studiato attentamente prima di riuscire ad avere la meglio. Per ottenere la vittoria è necessario usare tipologie di robot adatte a contrastare efficacemente quelle in arrivo. Molto spesso l’esperienza è la nostra miglior alleata e dopo vari tentativi capiterà di produrre un determinato tipo di droide con il senno di chi sa già che cosa deve affrontare, memore delle sconfitte precedenti. Come se non bastasse la vista delle monetine spinge a pericolose sortite, durante le quali è molto facile lasciarci la pelle. La confusione a schermo inoltre non migliora le cose, quindi, anche se la strategia è quella giusta, non è raro arrivare al game over a causa di qualche attacco sfuggito al nostro occhio vigile. Un piccolo aiuto ci viene dato dalla modalità strategica, attivabile alla pressione del tasto Tab, che ferma il tempo e  consente di pianificare le nostre prossime mosse. Questa è utile soprattutto ad inizio livello ma non permette assolutamente di affrontare il gioco come se fosse a turni, l’anima del titolo rimane prevalentemente action.L’elevato grado di sfida costringe spesso a tornare su livelli già affrontati, in modo da girare la ruota un po’ di volte nella speranza di accaparrarsi qualche struttura o degli oggetti da tenere in saccoccia. Una torretta nel punto giusto o uno stimpack in più spesso possono fare la differenza nel rognoso stage che stiamo facendo fatica a superare. La necessità di procurarsi edifici ed oggetti però sfocia in un un backtracking che appesantisce una formula già frustrante e ripetitiva di suo. 
Il titolo è forte di un comparto artistico dall’ispirato stile cartoonesco, la cui unica pecca è quella di impastarsi un po’ nelle situazioni più concitate. La longevità è sicuramente buona, con cinquanta livelli da riuscire a completare prima di sclerare e scagliare il PC giù dalla finestra. Il gioco comprende inoltre un editor sbloccabile con cui costruire i propri schemi, un’aggiunta capace di prolungare ulteriormente la durata dell’esperienza.

HARDWARE

Processore: Dual Core RAM: 1 GB Scheda video: 512MBSpazio su disco: 500 MB

– Impegnativo…

– Artisticamente ispirato

-… talmente tanto che spesso diventa frustrante

– Farming praticamente obbligatorio

7.0

Death by Game Show è un tower defense che miscela una componente strategica ad un gameplay veloce e ma ragionato. L’elevato grado di sfida è sì stimolante, ma ne fa un prodotto non per tutti i palati. A chi deciderà di cimentarsi diciamo già di prepararsi ad affrontare ogni schema un buon numero di volte prima di riuscire a passare al successivo. Se siete amanti delle ardue sfide e il vostro fegato è annoverato tra i vostri piatti preferiti non pensateci due volte, altrimenti girate al largo.

Voto Recensione di Death by Game Show - Recensione


7