Recensione

Dead to Rights

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a cura di Fabfab

Siete stanchi degli sparatutto dove l’unica cosa che potete ammirare del vostro alter-ego è l’avambraccio destro? Stanchi di esplorare ambienti vastissimi? Di scervellarvi su enigmi astrusi?Bene, forse questo Dead to Rights fa al caso vostro…

Un vero duroJack Slate è un poliziotto. Di più, è un tutore della legge in quell’inferno sulla terra che è diventata Grant City, città al cui confronto Gotham City è un convento di educande. Jack Slate deve far rispettare l’ordine in un luogo dove è impossibile non scendere a compromessi: anche suo padre, a quanto dicono, lo ha fatto. Lui no: uomo tutto d’un pezzo, come non se ne vedono più, Jack non è però un fesso che crede che le cose possano risolversi parlandone. Se proprio deve parlare, Jack preferisce farlo con un interlocutore steso a terra, pesto di botte o crivellato di proiettili: meglio non correre rischi. Non pensate male di lui, Jack, in realtà, è un bravo ragazzo che riscuote molto successo con le donne, specie le spogliarelliste, e che ama gli animali: con Shadow, il suo cane, c’è un rapporto speciale, un legame che li unisce al punto che uno riesce sempre ad intuire i pensieri e le necessità dell’altro. Il fatto, poi, che Shadow, oltre a disporre di un’intelligenza decisamente al disopra della media canina, sia un letale killer alla pari del suo padrone non fa che rafforzare le affinità tra i due: chi ama gli animali non può essere cattivo!Se siete un criminale, quindi, Jack Slate è un personaggio da cui tenersi alla larga il più possibile! Ma nel mondo della mala, si sa, le teste calde non mancano e così qualcuno decide di provocare il nostro eroe: prima gli uccidono il padre, poi lo fanno incolpare di un omicidio non commesso. Col padre ammazzato, rinchiuso in prigione (assieme a Shadow…) per l’unico omicidio che non abbia commesso tra la mattanza di morti ammazzati che si accumulano dove passa lui, condannato alla sedia elettrica, il nostro Jack, un poco risentito, decide di evadere e cercare il responsabile di tutto ciò per benedirlo a suon di piombo caldo…

Un uomo dai mille talentiE no, non conviene proprio fare arrabbiare il nostro Jack, visto il campionario di mosse a cui può far ricorso! Nel combattimento corpo a corpo padroneggia le arti marziali ed è in grado di sferrare letali calci e pugni, afferrare gli avversari e disarmarli o scagliarli via, evitare i loro attacchi con irrisoria facilità: se riesce a cogliere un avversario di sorpresa può spezzargli il collo senza che nemmeno se ne accorga e durante le sparatorie non esita a farsi scudo del primo malcapitato che gli capita a portata di mano. Se questo, poi, riuscisse comunque a sopravvivere al fuoco dissennato dei suoi compari, una volta che non sia più utile il buon Jack non esiterà un solo istante prima di giustiziarlo senza pietà!Pericoloso a mani nude, Jack Slate diventa a dir poco letale con un’arma in mano: padroneggia perfettamente ogni bocca da fuoco che gli capiti a tiro, dalle pistole ai fucili, dai mitragliatori ai lanciagranate e grazie alla mira automatica non sbaglia un colpo. E mentre gli avversari, penalizzati da un’IA deficitaria, si lanciano scriteriatamente all’attacco come tante pecorelle sacrificali, il nostro poliziotto può sparare per poi successivamente nascondersi appiattendosi contro le pareti, può accucciarsi e ripararsi dietro alle sporgenze oppure, come già detto, sparare tenendo uno dei malviventi come ostaggio. Se poi gli capita sotto mano qualcosa di esplosivo o infiammabile, Jack dà vita ai suoi fuochi d’artificio personali, scagliando il contenitore contro i nemici e, colpendolo al volo, riesce a fare una strage!I suoi riflessi sono talmente fulminei che a volte il tempo pare rallentare mentre lui agisce: qualcuno lo chiama bullet-time. Quando gli avversari sono troppi ed ogni speranza sembra perduta, Jack può eseguire il suo speciale tuffo armi in pugno: il rallentato scorrere del tempo gli permette di colpire più nemici in un arco di tempo ridottissimo!Jack può inoltre contare su un grande aiuto: il suo fido Shadow! Molte locazioni saranno accessibili solo dal cane che dovrà esplorarle ed aprire la strada al suo padrone. Ma Shadow è anche un’inaspettata, letale arma segreta: Jack può infatti, nelle situazioni critiche, quando le munizioni sono terminate, scagliarlo contro i nemici con esiti sempre mortali.Gli indicatori su schermo sono a scomparsa e poco invasivi: tra essi possiamo annoverare la barra dell’energia, quella dell’armatura e lo speciale indicatore dell’adrenalina. Questo si ricarica autonomamente durante le fasi di gioco: il suo consumo è essenziale per far ricorso a mosse speciali quali schivare nel caso di attacchi a mani nude, tuffarsi al rallentatore, disarmare un nemici e prenderlo in ostaggio oppure per far intervenire Shadow.

Niente smoking, meglio un bel giubbotto!Il titolo è un action puro: si avanza lungo livelli lineari abbattendo gli ostacoli a suon di sberle, calci e pallottole fino allo stage successivo; gli enigmi, pur presenti, sono basilari e spesso si riducono al massacrare tutti gli scagnozzi in una stanza per trovare quello con la chiave della porta successiva. I livelli da percorrere abbondano di avversari, giubbotti antiproiettile da indossare e kit medici per curarsi, nient’altro: in compenso c’è da segnalare una buona varietà nelle ambientazioni che spaziano da vicoli malfamati a condomini di lusso, da grigie prigioni a tunnel sotterranei, dai cimiteri alle case di piacere…La trama non è nulla di particolarmente originale – la solita storia del poliziotto ingiustamente accusato in cerca di vendetta – ma si dipana piacevolmente riproponendo tutte le situazioni tipiche del genere: peccato solo che la scarsa propensione degli sviluppatori alla coerenza abbia dato vita a situazioni paradossali come quella del protagonista che tenta di infiltrarsi in un club malfamato con addosso il giubbotto della polizia oppure come quando, durante il tentativo di evasione di Jack dal carcere, questa viene ostacolata non solo dalle guardie ma anche da decine di detenuti in armi… il carcere meno sicuro dell’universo!Nel tentativo di variare un minimo l’azione di gioco, “Dead to Rights” è stato disseminato di mini-giochi da portare a termine per proseguire: nei panni di una spogliarellista dovrete ballare per distrarre le guardie, con una meccanica molto simile al mitico “Bust-a-Groove”, davanti ad una serratura chiusa potrete tentare di scassinarla bloccando al momento giusto i meccanismi della stessa e così via…I tre livelli di difficoltà permettono di scegliere il grado di sfida più consono al giocatore, oscillando tra il facilissimo e il tosto; la possibilità di salvare il gioco in ogni momento evita, inoltre, la frustrazione di dover ripartire dall’inizio qualora la nostra avventura vada a finire male.Graficamente il titolo è soggetto alla maledizione dei multipiattaforma, vale a dire che non solo non sfrutta minimamente l’hardware del GCN, ma appare mediocre anche rispetto ad un gioco PS2: gli ambienti sono poco dettagliati, le textures davvero scarne, i modelli del protagonista e dei suoi antagonisti sono parecchio legnosi. Si salvano solo le buone scene di intermezzo, quelle realizzate in computer grafica.Anche per quanto riguarda il sonoro, “Dead to Rights” non ha nulla da offrire: la colonna sonora è orecchiabile ma anonima, l’audio di gioco fa il suo dovere, il doppiaggio inglese è nella norma.

– Trama risaputa ma comunque appassionante

– Divertente

– Ampia varietà di livelli e località

– Grafica insufficiente

– Nessuna innovazione

– Ambienti lineare e senza possibilità d’interazione

6.5

Tecnicamente scarso, lineare e con pochi elementi innovativi: questi i limiti di Dead to Rights un action/sparatutto in terza persona che tuttavia riesce a risollevarsi grazie ad una trama intrigante, infarcita dei clichè del genere poliziesco, e ad un gameplay tutto sommato divertente.

Avanzerete lungo livelli dall’ambientazione abbastanza variegata (si passa dalla città alla prigione, ai cunicoli sotterranei, ai cimiteri…) ma dal percorso obbligato e per nulla interattivi, affrontando gli scagnozzi che vi si parano davanti a suon di pugni e pistolettate, coadiuvati anche dal vostro fedele segugio Shadow.

L’azione è frenetica e divertente: Jack Slate, il protagonista, è duro e spietato e la storia, ben congegnata pur non apparendo di certo originale, vi spingerà a proseguire per la curiosità di vedere come va a finire anche se una certa ripetitività dell’azione inevitabilmente emerge dopo qualche ora di gioco: non un capolavoro, dunque, ma un titolo comunque divertente e – perché no? – rilassante. Consigliato agli orfani di “Max Payne” ed a tutti coloro che desiderano un po’ d’azione pura, senza tanti fronzoli…

Voto Recensione di Dead to Rights - Recensione


6.5