Anteprima

Dead Space 3

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a cura di Mugo

Londra – C’è chi dice, non senza malizia, che i titoli in uscita giusto qualche settimana dopo Natale siano stati posticipati per schivare i big che si azzuffano sotto le feste. Uscire a gennaio, o a febbraio, sarebbe una buona tecnica per rimanere fuori dalla competizione prenatalizia, magari perché si temono le capacità di avversari particolarmente blasonati. Non manca un fondo di verità in questa linea di pensiero, ma ci sembra difficile immaginare Dead Space 3 come intimorito dalla concorrenza visto che si tratta dell’esponente di una delle serie più amate di questa generazione di console ormai agli sgoccioli e, soprattutto, si tratta di una produzione decisamente attesa dai videogiocatori. La recentissima demo distribuita da Electronic Arts ha permesso a tutti di dare un’occhiata in anteprima a cosa ci riserverà la produzione Visceral Games, ma noi di Spaziogames siamo volati a Londra per mettere le mani sui primi quattro capitoli del gioco, e scoprire così come prenderà piede l’avventura di Isaac e Carver. 

Campo minato 
Quella di oggi non sarà un’anteprima facile. Non perché la nostra prova sia stata deludente, anzi, ma perché gli sviluppatori ci hanno chiesto di tacere su alcuni elementi del titolo, ed ovviamente si tratta delle cose più interessanti. Vorremmo dirvi esattamente cosa succede appena si impugna il pad e quanto ci sia piaciuta quella scelta, vorremmo dirvi come si sviluppa la storia di Isaac e quali colpi di scena ci abbiano colto di sorpresa durante la prima ora di gioco, ma proprio non possiamo. Vedetela così: in questa maniera non vi spoilerate niente e potrete godere in prima persona dell’esperienza perfetta, un’esperienza decisamente divertente e coinvolgente. 
Senso del ritmo 
I primi capitoli di Dead Space 3 si inseguono rapidi e con un ritmo particolarmente serrato: difficile non notare l’ormai decisa svolta action della produzione Visceral Games, alla quale manca forse soltanto un sistema di coperture degno di questo nome per andare a braccetto con altri esponenti del genere.Intendiamoci, non si tratta di una virata da condannare, anzi, bisogna solo saper riconoscere l’identità del titolo e modellare le proprie aspettative su questa. Che poi non manchino, più avanti e quando i necromorfi incominciano ad uscire veramente dalle proverbiali pareti, i momenti da cuore in gola è vero, ma si tratta più che altro di spaventi provocati da rumori improvvisi o da inaspettate visite delle schifide creature. Non abbiamo dunque un action puro, c’è sempre una certa tensione quando si percorre un corridoio deserto, ma non ci sentiremmo di considerarla una tensione propria del genere horror. 
Come in un film? 
La storia si dipana rapida, sia attraverso momenti in cui il controllo dell’azione e lasciato al computer che, soprattutto, tramite le situazioni proposte al giocatore, alcune delle quali dal respiro cinematografico. Inseguire sfrecciando nello spazio una capsula alla quale sono ancorati i nostri compagni di avventura, evitando detriti, asteroidi ed attraversando un vero e proprio campo minato, è un’attività capace di creare qualche minuto di grande coinvolgimento, e l’impressione è che il sapiente dosaggio tra questi momenti ad altà velocità ed i frangenti più tranquilli sia in grado di restituire un valido prodotto d’intrattenimento. Anche gli scontri sono sempre al loro posto e non si ha mai la sensazione che i nemici ci vengano mandati contro per riempire i tempi morti: ogni avversario è esattamente dove dovrebbe essere, sono le munizioni e, soprattutto, i medikit ad apparire sparsi per il mondo di gioco con una mano fin troppo generosa. Da un lato abbiamo dei nemici più coriacei, vero, ed ogni arma può avere due bocche da fuoco, ma le munizioni ci vengono tirate addosso da ogni dove, così come i medikit che sono decisamente ovunque. Questo al livello normale, attenzione, anche se a quello difficile le cose sono solo leggermente più impegnative. 
Ing. Clarke 
Lo sappiamo bene tutti, il protagonista della serie di Dead Space non è un marine dello spazio, non è una macchina di morte, non è un soldato brutale. Isaac Clarke è un ingegnere, ma non è che la sua professione fosse stata messa al centro dell’azione più di tanto. Le cose sono destinate a cambiare con Dead Space 3, ma anche questa è cosa nota (e ormai provata visto che la demo di qualche giorno fa dava molto spazio al crafting). Quello che invece possiamo dire in questa sede è che in effetti sembra che l’aggiunta del crafting sia un’idea veramente ispirata, il bilanciamento delle possibilità offerte ad inizio avventura è apparso curato, senza contare che si tratta di una nuova caratteristica capace di modellare (entro ovviamente dei limiti) il gameplay sulle preferenze del giocatore. 
Da ultimo spendiamo due parole sull’aspetto tecnico del titolo: alcuni momenti regalano vedute d’effetto ed il design delle strutture spaziali ha saputo convincerci. Purtroppo però non tutto quello che abbiamo visto si è dimostrato allo stesso livello, con alcuni momenti decisamente sottotono sia per textures che per scelte cromatiche e di design. Il bilancio è comunque più che positivo, e ci riserviamo di giocare tutta l’avventura per dare una valutazione finale. 
Intervista a Yara Khoury, Producer 
Spaziogames: Ci hai detto che i progressi di gioco conquistati giocando da soli sono in comune con quelli della modalità cooperativa. Puoi spiegarci come funzionerà? 
Yara Khoury: Immagina di essere Carver durante una partita cooperativa e che la persona con cui stai giocando debba smettere, invece di perdere tutto ricomincerai nei panni di Isaac dal checkpoint precedente. Ti dirò di più, se stai giocando da solo nel primo capitolo e decidi di fare un salto nella partita di un amico che è al decimo, tornando indietro potrai portare con te tutto quello che hai recuperato da lui, ed ovviamente si tratta di oggetti più performanti! Certo, facendo così poi rischi di rovinarti la storia, insomma, saranno i giocatori a decidere! Per entrare ed uscire dalle partite utilizziamo il sistema dei checkpoints, sarebbe stato artificioso far comparire o sparire i personaggi nel bel mezzo di un corridoio, e così ogni volta che si passa da una modalità all’altra si ricomincia dall’ultimo punto di salvataggio. 
SG: Il crafting è una delle aggiunte più interessanti di questo capitolo, puoi dirci esattamente che tipologie di oggetti potremo costruire? 
YK: Beh, prima di tutto ci sono armi e munizioni, poi potrai creare i medikit e le ricariche per la stasi. C’è ovviamente dell’altro, come per esempio degli oggetti speciali che saranno richiesti per alcune missioni, ma non posso dire niente di più al momento! Come hai potuto vedere ci sono già molti schemi presenti nel database, ma altri possono essere creati dagli utenti, il totale si aggira intorno al centinaio. 
SG: Ho avuto l’impressione che i nemici fossero più coriacei di quelli dei precedenti capitoli, mi sbaglio? 
YK: No, non ti sbagli, alcuni nemici sono più resistenti che in passato. Si tratta di una scelta dettata dalla necessità di mantenere il bilanciamento dell’esperienza, in Dead Space 3 avrai un arsenale più vario (e la possibilità di creare armi dotate di due bocche da fuoco) e così dovevamo mantenere sufficientemente alto il livello di sfida. 
SG: I capitoli che abbiamo potuto giocare oggi ci sono sembrati particolarmente claustrofobici, puoi dirci quale sarà il bilanciamento con le fasi in spazi aperti? 
YK: E’ vero, l’inizio dell’avventura si svolge per la maggior parte in ambienti chiusi, ma vedrai che quando si atterra sul pianeta le cose cambieranno. In ogni caso, se dovessi fare un bilancio generale, direi che ci sono più ambientazioni al chiuso, queste sono più o meno il settanta percento. C’è da dire, però, che anche all’aperto abbiamo mantenuto una certa sensazione di oppressione grazie agli elementi atmosferici.  

– Aggiunta del crafting convincente

– Storia coinvolgente

– Ottimo ritmo

La nostra prova dei primi capitoli di Dead Space 3 ci ha visti lasciare la capitale britannica con una gran voglia di continuare la nostra avventura nei panni di Isaac Clarke. Il titolo Visceral Games, infatti, ha saputo convincersi sia con la sua componente action che con le sfumature di tensione, il che ne fa una produzione dalla forte personalità. Il crafting si riconferma aggiunta graditissima, ma purtroppo non abbiamo potuto diradare la nebbia del dubbio sulle qualità tecniche del titolo, non ci resta che aspettare dunque i primi giorni di febbraio per la recensione completa, ovviamente su queste pagine!