Recensione

Dead Rising: Salme di Fine Stagione

Avatar

a cura di Dr. Frank N Furter

Dopo i due splendidi Wiimake realizzati da Capcom (Resident Evil 4 e Okami qui in Europa) è arrivato il turno di Dead Rising, prodotto uscito nel lontano 2006 su Xbox 360. Quando nel Luglio 2008 fu annunciata la versione Wii, in molti storsero il naso in quanto le differenti capacità hardware delle due macchine sono potenzialmente abissali e un prodotto come questo, decisamente figlio della nuova generazione di console ne sarebbe uscito in qualche modo limitato. Per l’occasione è stato aggiunto un sottotitolo al nome originale, “Salme di Fine Stagione”, un’aggiunta quanto mai azzeccata nell’universo bizzarro ed ironico di Dead Rising. Saranno riusciti gli sviluppatori a riprodurre con la stessa energia il coinvolgimento dell’episodio originale? Scoprite con noi il risultato del prodotto “made in” Capcom.

Wii-llamette, popolazione 53.594 animeLa storia narrata in Dead Rising è molto semplice: Frank West, fotoreporter freelance a caccia di scoop sensazionali, ha avuto un’intuizione riguardo ai disordini avvenuti a Willamette, cittadina tranquilla del Colorado. Una volta arrivato a destinazione, Frank capisce che la situazione è totalmente diversa di quella ipotizzata: troppo silenzio per una sommossa popolare, come se fossero tutti… morti. Dopo aver fatto la conoscenza di un losco individuo di nome Carlito, il fotoreporter entra nel centro commerciale, unico punto d’interesse della città. Qui scopre immediatamente la realtà: la città è assediata dagli zombie. Come abbiamo già descritto in precedenza, la trama è molto lineare, semplice nel suo evolversi, ricalcando quelli che erano i vecchi film “zombeschi” di George Romero.Va fatta però una piccola annotazione su un dettaglio importante: l’assenza della macchina fotografica. Frank è un fotoreporter sempre pronto all’azione anche a costo di rischiare grosso, non ha senso quindi togliere la possibilità di scattare foto, è un errore che si ripercuote sulla storia stessa e anche sul gameplay del gioco. Risulta davvero comico pensare ad un giornalista d’assalto senza il suo strumento primario per raccogliere informazioni, oltretutto tale possibilità sarebbe stata anche estremamente semplice da realizzare in termini di programmazione, in quanto funzione già vista anche nel pacifico Animal Crossing.

Questione di numeri…Il fulcro del gioco risiede nel sopravvivere alle orde di zombie affamate di carne umana e scortare i superstiti intrappolati nel centro commerciale alla stanza di sicurezza. Nel primo caso, la parola “orda”, è adatta se si fa riferimento alla versione per Xbox 360, in quanto nella controparte Wii il numero cala drasticamente, non solo per la differenza di potenza di cui dispongono le due console ma anche per l’uso di un motore grafico vecchio di ben cinque anni seppur all’epoca molto valido. E’ palese come la Capcom abbia sfruttato lo stesso engine utilizzato a sua volta in Resident Evil 4, lo si può intuire da vari aspetti: il primo è l’assenza del salto (fondamentale ai fini del gameplay di Dead Rising), la telecamera che si sposta alle spalle di Frank proprio come lo era per Leon, munizioni, denaro e cibo rappresentati da colonnine di luce che lasciano gli zombie una volta morti e infine il venditore di armi (il quale possiede un arsenale identico a quello del mercante di RE4). Tutte queste coincidenze tendono a snaturare completamente la vera essenza di quel prodotto uscito ormai ben tre anni fa. Il secondo aspetto concerne il salvataggio dei poveri sopravvissuti all’orrore di Willamette. Ognuno di loro rappresenta una missione da portare a termine, con tanto di valutazione finale sul tempo impiegato, il numero di creature uccise e la quantità di danni subiti. La somma di questi tre fattori darà vita ad un punteggio espresso in lettere (come succedeva nei vecchi Resident Evil) . Da quello che abbiamo scritto si evince un altro grosso cambiamento per la versione Wii, ovvero, la mancanza del fattore tempo. In origine Dead Rising faceva leva proprio su questo aspetto: correre, ammazzare alla cieca decine e decine di zombie, recuperare le persone, difenderle in tutti i modi e combattere gli psicopatici (i boss del gioco). Tutto questo però contemplava un ritmo molto dinamico e quindi l’intera atmosfera di gioco era permeata da un continuo senso di pericolo, oppressione, difficile da respirare in altri titoli. C’è anche da dire che non tutti hanno superato questo scoglio iniziale e il fattore tempo si è rivelato una discriminante per molti giocatori, se poi lo unite ad un dislocamento dei punti di salvataggio davvero ostico, capirete il perché in molti hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia della mancanza di questo parametro. Questo non rende il titolo Capcom migliore o peggiore ma soltanto diverso rispetto all’originale e fortunatamente non è questo un difetto, sono altri i lati negativi dell’intera produzione.

I would like to kill some zombies but the mall is quite empty…Dead Rising è uno dei pochissimi figli naturali dell’attuale generazione di console. Cosa vogliamo dire con questo? Probabilmente Capcom si è imbarcata in un viaggio non solo rischioso ma anche poco intelligente. DR ha bisogno di forza bruta per esprimere tutto il suo potenziale, quella spinta che su Wii, per motivi tecnici strutturali, non può trovare se non attraverso un ricollocamento di tutta la struttura attraverso un comparto tecnico rifatto da zero sfruttando pienamente le caratteristiche della console e ottenendo quindi quei risultati che solo in pochi hanno raggiunto. Attraversare il Willamette Mall semideserto durante l’intero arco di gioco con sempre una ventina circa di zombie attorno appare davvero noioso, ed è ancor più fastidioso osservando la presenza massiccia di pop-up di creature immonde che si verifica puntualmente ad una velocità a dir poco imbarazzante. I problemi non finiscono certo qui, ad esempio potremmo parlarvi dello scarso livello di sfida dettato da diversi fattori che andremo subito ad analizzare. In primis il bassissimo numero di nemici a schermo e la loro altrettanto deficitaria intelligenza artificiale, segue una vergognosa vagonata di munizioni reperibili dagli zombie che ucciderete, la quale vi aiuterà enormemente nell’uso sconsiderato delle armi da fuoco. I programmatori hanno reso il gioco lineare fino al limite del possibile eliminando il tempo e “ordinando” le missioni l’una in fila all’altra, facendo questo hanno reso tutto tremendamente uguale e privo di ogni fantasia.Altra facilitazione riguarda il trasporto dei superstiti, non importa che siano feriti o sani come un pesce, la loro velocità nel seguirvi non cambierà mai e i nemici difficilmente li prenderanno di mira. Alcuni boss della versione Xbox360 sono stati trasformati in zombie per rendere la sfida più movimentata con l’unico risultato di apparire ridicoli e totalmente fuori luogo rispetto al contesto originale.

Mira, spara, corri… Il sistema di controllo di Dead Rising ha due lati, uno buono ed uno negativo. Il primo offre la massima comodità nel maneggiare le armi da fuoco ed una discreta precisione per quelle da lancio. Il secondo invece soffre di ritardi vistosi quando si vuole usare un’arma bianca (la katana ad esempio) attraverso il movimento del Wii Remote. Questo permette ad esempio ai nemici di sorprendervi quando ancora siete fermi e anticipare così il vostro colpo. Anche l’esecuzione delle mosse corpo a corpo è stata completamente rivisitata, ma in peggio. In pratica basterà avvicinarvi ad uno zombie stordito e premere il tasto A o agitare il telecomando Wii in verticale: l’approssimazione del combattimento a mani nude è deludente come non mai. Continuando il nostro viaggio all’interno di Dead Rising troviamo altri grossolani tentativi di rendere il gioco difficile con stratagemmi da quattro soldi.La presenza di ostacoli meglio conosciuti come “barriere invisibili” fa in modo che il vostro percorso sia sempre e costantemente lo stesso senza possibilità di cambiare strada. Alcune sezioni del centro commerciale non sono nemmeno aperte (il negozio di ferramenta ad esempio), non potrete camminare sulle aiuole e nelle piccole piscine e il numero infinito d’oggetti disponibili per la caccia agli zombie è stato drasticamente diminuito. Da questo punto di vista è stato compiuto un vero e proprio scempio, senza contare l’introduzione di nemici come i barboncini giganti (uguali ai lupi di RE4 sia nelle movenze sia negli attacchi) e dei pappagalli, che inizieranno a sganciare bombe a mano come se nulla fosse. La tragedia finale si consuma con l’esplorazione dei parcheggi sotterranei dove avrebbero dovuto esserci centinaia di zombie affamati. Effettivamente il numero di nemici a schermo raddoppia rispetto al normale, ma questo va a discapito della mobilità degli stessi: in sostanza rimarranno praticamente immobili come dei manichini pronti ad esser investiti dalla vostra automobile. A chiudere la carrellata di orrori è la durata complessiva del titolo che si attesta a circa nove ore di gioco, con una scarsa rigiocabilità visto che non avrete nuovi finali o missioni da scoprire e rifare le stesse cose allo stesso modo all’infinito non è di certo divertente.

Alla fine dei tre giorni…Proprio giungendo alla fine del gioco si riesce ad ottenere qualcosa di positivo dal titolo in questione. Terminando l’avventura principale avrete accesso a due extra: il primo è un video musicale già mostrato in più di un’occasione per pubblicizzare il gioco, l’altro è una raccolta di prove chiamato Challenge Quest. All’interno ci sono una ventina di sfide davvero interessanti e divertenti, per ognuna di esse avrete degli oggetti e un abbigliamento predefiniti. In una di queste bizzarre prove Frank sarà vestito da donna, dotato di sola padella e un paio di frutti, il suo scopo è uccidere venti zombie invisibili all’interno del supermercato. Un’altra ancora può essere quella di dover affrontare quattro non morti in versione gigantesca oppure ucciderne trenta facendoli scivolare grazie all’olio per friggere il cibo. Completando questi mini giochi sbloccherete un altro extra chiamato The Sniper (il cecchino). Come suggerisce il nome, sarete chiamati a risolvere le situazioni più imprevedibili armati solo di un fucile di precisione potendo solo mirare ma senza muovervi. E’strano che il meglio di un prodotto sia negli extra, quando quest’ultimi dovrebbero essere un’aggiunta e non il fragile pilastro che regge l’intera produzione.Tirando le somme, considerando i difetti rilevati a livello tecnico, nella struttura in generale e per quanto riguarda la giocabilità pura, Dead Rising non raggiunge la sufficienza e si rivela un esperimento rischioso che con qualche piccolo accorgimento sarebbe potuto risultare almeno discreto. Dedicategli un minimo d’attenzione solo non avete avuto modo di giocare all’originale, altrimenti concentratevi su altri prodotti.

– Minigiochi divertenti

– Inizialmente divertente…

– Sistema di salvataggio rivisto

– Comparto tecnico insufficiente

– …ma la struttura narrativa è stata stravolta

– Longevità limitata e le novità introdotte non convincono

5.5

Dead Rising: Salme di Fine Stagione è un prodotto che potrebbe soddisfare solamente l’utenza “only Wii” la quale, non avendo mai provato la versione uscita a suo tempo per Xbox360, ha dalla sua la voglia di giocare un titolo atipico appartenente ad un genere poco inflazionato sulla console Nintendo. Anche in quel caso il nostro consiglio è quello di pensarci due volte prima di affrontare un investimento su di un titolo che, alla luce del risultato finale, non doveva essere portato sulla console Nintendo. Il Wii non ha bisogno di progetti, esperimenti o scarti di nomi famosi, la bianca console dal sistema di controllo innovativo è sicuramente degna di ospitare grandissimi titoli, di enorme levatura e importanza. Come abbiamo già scritto in precedenza, Dead Rising è uno di quei pochi esempi di giochi che su Wii non possono trovare la loro casa. In previsione di un Marzo caldo e pieno di titoli interessanti fareste meglio a pensarci due volte prima di procedere all’acquisto di questo titolo, che pur con i piccoli pregi presenti risulta fortemente afflitto dalle tante (troppe) limitazioni e pertanto poco interessante e soprattutto scarsamente divertente.

Voto Recensione di Dead Rising: Salme di Fine Stagione - Recensione


5.5