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Dead Nation - Road of Devastation

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a cura di AleZampa

Quando Dead Nation uscì verso la fine del 2010, fu una discreta sorpresa. Gli sviluppatori di Housemarque infatti riuscirono a dare vita ad un titolo molto ben realizzato e coinvolgente, che, come molto spesso accade in questi casi, riusciva a dare il meglio di se giocato in compagnia di un amico. Dopo sei mesi è il momento di tornare in uno dei posti meno accoglienti del mondo per imbracciare il nostro arsenale e seminare un po’ di sana devastazione.

Il cerchio della vitaNo, nessun babbuino mostrerà un cucciolo di leone in Road of Devastation, ma la struttura circolare del titolo è evidente fin da subito, costituendo di fatti l’intero concept del gioco. Andiamo per gradi: l’avventura in questione inizierà esattamente dove è finito il primo titolo, con la differenza che in questo caso ci troveremo all’interno di un particolare laboratorio, o meglio un’area di test, nella quale verranno ricreati diversi percorsi e situazioni che richiameranno gli ambienti del primo titolo: tramite un percorso a bivi ritorneremo sempre nell’area di partenza, dalla quale ripartiremo per sfidare una nuova serie di ambienti e situazioni di difficoltà sempre crescente. Come dicevamo, una volta usciti dall’area di ricerca, ci si presenteranno diversi percorsi, caratterizzati dal tipo di bonus e upgrade che troveremo all’interno. Potremo infatti seguire la via delle armi e delle munizioni, quella della salute e dei soldi o ancora quella della corazza e degli oggetti. Una volta scelto il nostro percorso dovremo completare l’area per tornare al punto di partenza, dal quale potremo scegliere un nuovo percorso e affrontare nemici via via più agguerriti e resistenti. In questo modo ogni nostra scelta avrà un peso specifico, e starà a noi decidere se puntare prima ad avere l’arsenale più ampio piuttosto che una corazza resistente oppure se avere una barra della vita più ampia piuttosto che il moltiplicatore del punteggio più alto. Il gameplay, come ovviamente prevedibile (e forse auspicabile) non è per nulla cambiato, con la classica inquadratura isometrica nella quale ci muoveremo grazie all’analogico sinistro (il destro servirà per la mira), sparando alle frotte di non morti e scaricandogli addosso una serie di gadget che variano dalle granate ai flare, senza dimenticarci la cara vecchia carica a testa bassa e il colpo melee ravvicinato. Esattamente come in Dead Nation i non morti verranno attratti da luce e rumori come un branco di falene impazzite, il che ci consentirà qualche variazione tattica sul tema, come ad esempio sparare ad una macchina per attivarne l’antifurto, e una volta che questo avrà attivato un buon numero di zombie farla saltare in aria, così da aumentare il proprio punteggio e la neo-introdotta statistica di uccisioni per minuto, utile per avere particolari bonus alla fine di ogni round.

Cara, ma il nostro Ficus si è impossessato dell’appartamento?Coloro i quali hanno già giocato a Dead Nation non si aspettino rivoluzioni da Road of Devastation, anzi. Il comparto tecnico è pressoché identico, ed esattamente come per la prima uscita del titolo è assolutamente funzionale al tipo di gameplay, nonchè visivamente appagante. Ci saranno ancora quindi i soliti ambienti urbani che hanno fatto la fortuna del primo capitolo, così come i nemici e pressoché le stesse armi (a parte qualche gradita new entry). Sono stati ovviamente mantenuti i toni bui e angoscianti, con la nostra torcia a fare in diversi casi da unica fonte di luce, ma si nota una migliore gestione delle stesse, rendendo più agevole il colpo d’occhio generale alla schermata. Fanno la loro comparsa inoltre nuovi arredi urbani, come gigantesche piante sotto le cui fronde possiamo trovare nuovi bonus o denaro. Nonostante il concept permetta di fatto di avere un numero di ore di gameplay virtualmente infinito, bisogna notare come le nuovi armi e corazze siano davvero poche, e sopratutto del fatto che il DLC non tiene minimamente conto del precedente salvataggio di Dead Nation, costringendo gli habitué a dover ri-potenziare tutte le armi che avevano già con fatica sviluppato nell’avventura precedente. Il basso prezzo a cui viene proposto però colma in parte queste mancanze, visto che tutti i fan potranno passare nuovamente un numero imprecisato di ore da soli, ma meglio in compagnia, a fronteggiare orde di zombie con molto poco cervello, cercando di ucciderli in alcuni dei nuovi modi proposti (buttate sempre un occhio ai quadri elettrici) da Housemarque.

– Virtualmente infinito

– Struttura di gioco interessante

– Infinito si, ma con pochi nuovi contenuti

– Dovrete ri-potenziare da zero tutte le armi

7.0

Road of Devastation è tutto sommato un buon DLC che, è bene chiarirlo sin da subito, vale ampiamente il prezzo del biglietto. La struttura a bivi, con dei percorsi ben definiti da al giocatore un pizzico di libertà in più, permettendogli di scegliere l’approccio alla propria avventura nel modo che ritiene più opportuno. Il comparto tecnico si attesta sugli ottimi livelli del predecessore, così come la giocabilità, che da ovviamente il meglio di se con due giocatori impegnati contemporaneamente. Se da una parte è rimarchevole la scelta di Housemarque di dotare il contenuto di un playtime praticamente infinito, non possiamo però non pensare che questa sia una scelta tutto sommato “furbetta”, vista che l’effettiva presenza di materiale nuovo è molto bassa, così come le ambientazioni, tutto sommato identiche al predecessore.

Voto Recensione di Dead Nation - Road of Devastation - Recensione


7