Recensione

Dark, la nuova serie Netflix vi farà viaggiare nel tempo

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a cura di YP

Il catalogo di produzioni originali Netflix continua a riempirsi di prodotti più o meno interessanti, dopo il brillante ed inedito Mindhunter, ecco arrivare Dark, serie prodotta in Germania e che ambisce a mischiare tematiche tanto care al pubblico moderno, quali mistero, viaggi nel tempo, thriller e mitologia che sfocia quasi sempre nell’occulto. La storia è molto semplice: in una piccola cittadina tedesca la scomparsa di un bambino mette in moto delle dinamiche ci porteranno a scoprire nel dettaglio la vita di alcune famiglie del paese, che s’intrecceranno a una centrale nucleare che nasconde più di un segreto e una grotta che cela uno dei misteri che da sempre attanaglia le menti più brillanti dell’umanità. Si parlerà di viaggi nel tempo, di religione e teorie scientifiche che sembrerebbero trovare conferma; visiteremo tre epoche diverse, divise da 33 anni l’una dell’altra, e proveremo a dare una risposta alla celebre domanda: si può cambiare il passato, il presente e il futuro? Tutto è collegato.

Dark è un prodotto abbastanza ispirato, capace di recuperare elementi da produzioni come Twin Peaks, soprattutto per quanto riguarda la costante tensione che pervade la narrazione, e Lost, della quale utilizza i paradossi temporali per raccontare una storia che basa molte delle sue fondamenta sulle relazione fra i personaggi. La messa in scena è quella tipica dei serial nordici, con una fotografia dai toni freddi e asettici, e una regia che rinuncia a inquadrature particolarmente virtuose, preferendo un approccio più chiaro e classico, utile a mettere in ordine, strada facendo, tutte le tessere del puzzle. Giocare con i paradossi del tempo è un’idea azzardata ma che se interpretata nel modo giusto può dare i suoi frutti: l’importante è darsi delle regole, e rispettarle. Come in Lost, dove il tempo è lineare e muoversi attraverso esso non vuol dire poterlo cambiare, Dark decide di spiegare e intraprendere la strada dello spazio tempo in modo affascinante, intuibile e per questo facile da comprendere. A fare da contorno alle vicende ci sarà una scenografia che permette allo show di migliorare molto, soprattutto nella parte finale: le citazioni agli anni ottanta sono necessarie e mai esasperate, o comunque parte fondamentale della storia, com’è per esempio in Stranger Things. 
Dark è un serial che trova una sua identità, molto seria e drammatica, aiutata da un cast all’altezza, scelto con molto cura soprattutto per quanto riguarda la continuità fra passato, presente e futuro. Alcuni elementi della storia però non sembrano fondersi perfettamente alla struttura messa in piedi dalla sceneggiatura, in alcuni punti fumosa e poco chiara, tanto che a pochi episodi dalla fine viene da chiedersi quale sia il vero focus della storia. Dark gioca su più piani temporali e anche narrativi, come fece all’epoca Twin Peaks, che riuscì a fondere l’intrigo della scomparsa di Laura Palmer ad altre questioni parallele ma non per questo meno interessanti. Dark invece divaga, talvolta troppo, aggiungendo troppi ingredienti alla ricetta senza riuscire a far capire allo spettatore quale sia il fulcro del discorso, portandolo piuttosto a perdersi anch’esso nelle questioni che muovono la comunità di Wilden. Insomma parliamo di una produzione godibile che c’entra alcuni obbiettivi sacrificandone altri: tutto sommato però, vista l’ambizione della sceneggiatura, l’esperimento è da considerarsi più che riuscito. Guardatela nell’arco di due/tre serate, così da non perdere mai il filo del discorso, fondamentale per godersi le vicende senza interrogarsi sempre sul come, quando e perché. 

Trama intrigante

Cast di buon livello

Mitologia accattivante

Qualità in crescendo, episodio dopo episodio

Meno elementi narrativi avrebbero reso la narrazione più solida

Ottima per il binge watching, meno per la visione tradizionale

7

Dark mischia mistero, viaggi nel tempo e dramma in modo intelligente e per questo godibile. La storia è molto intrigante e non mancherà di qualche colpo di scena, anche se talvolta il voler inserire troppi elementi porterà lo show a divagare, per poi rientrare nei giusti binari. Una serie che ha molto appeal sul pubblico moderno e che farà parlare di sé. Consigliata a chi ama le atmosfere fredde e un po’ inquietanti, unite alla giuste dose di thriller.

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