Anteprima

Dark Sector

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a cura di Jackazz

Nell’Aprile del 2004, quando Xbox 360 era ancora nota come “Xenon” e la PlayStation 3 soltanto un sogno irrealizzato, Dark Sector irruppe prepotentemente sulla scena videoludica. Si presentò agli occhi di centinaia di videogiocatori mosso da un motore grafico semplicemente sbalorditivo, così stupefacente da sembrare una banale sequenza in computer-grafica (sebbene i programmatori affermassero il contrario). Dark Sector altro non era che una mirabolante demo tecnica che avrebbe dovuto “stuzzicare” il palato dei console gamers per la ventata di novità che la Next Gen avrebbe portato con sé.Nel momento in cui scrivo, le calde giornate d’estate sono soltanto un fievole ricordo: l’autunno ed i suoi colori sono ormai alle porte. Manca poco alla conclusione di questo 2007, un anno in cui la Next Gen ha perso la qualifica di “Next” e si è affermata, nel bene o nel male, nelle case di noi giocatori. Persino Dark Sector, da demo tecnica quale era, si è trasformato in un vero e proprio gioco di tipo Stealth, come si usa definire quel genere a metà tra l’hide & seek e l’azione in terza persona. Quello di Splinter Cell e Metal Gear, per intenderci.

What’s The Story (Morning Glory)Hayden Tenno è un duro. Pare che sotto quella capigliatura spiccatamente Emo si nasconda uno dei migliori agenti della CIA. Missioni segrete, scontri corpo a corpo, abilità nell’uso delle armi: Hayden Tenno è l’agente che ogni agenzia antiterrostica, a partire dalla Foxhound metalgearese per arrivare alla NSA splintercelliana, vorrebbe avere tra le sue fila. Vien da chiedersi se Hayden Tenno non sia stato compagno di Chuck Norris, per esempio alle elementari. Ma questo non ci è dato saperlo.Le poche informazioni a nostra disposizione sembrano suggerirci che nel corso una missione ambientata a Lasria, una città dell’Europa Centrale che sembra essere ancora soggetta agli echi della guerra fredda, il nostro eroe sia stato irrimediabilmente contagiato da una forma di virus nota come Technocyte. Peculiarità di questo parassita è quella di trasformare le proprie vittime in macchine da guerra pressochè lobotomizzate. Ma Hayden Tenno è un duro e con il solo ausilio della sua forza di volontà riesce dunque a domare il virus ed avvantaggiarsene per i propri scopi. Ne risulta il Glaive, l’arma di cui sia Hayden che i Digital Extremes si serviranno per combattere rispettivamente i nemici e la concorrenza. Il virus ci cui parlavamo poco fa agisce persino sulla fisicità dei corpi in cui si insinua: deturpa arti e volto, fino a rendere pressochè irriconoscibili i malcapitati. Il braccio ed una parte del torace del protagonista, come potete vedere dalle foto alla vostra destra, hanno subito l’influsso del già citato Technocyte. Questo braccio metallico (dire Pugno di Ferro potrebbe causare dei guai con la giustizia) fa un po’ la parte del leone nel titolo distribuito da D3 Publishing: può essere utilizzato come un’arma, tagliente e velocissima, come una torcia, per illuminare la via nelle aree più oscure, o ancora come un qualsiasi strumento “utile a risolvere alcuni enigmi posti qua e la all’interno del gioco”: parole degli sviluppatori. Per il 60%.

Shinji Mikami a Colazione da Cliffy B.L’azione di gioco è ripresa, per tutta la durata dell’avventura, da poco dietro la spalla destra del personaggio: un tipo di inquadratura che tanto ricorda Resident Evil 4 ed il più recente Infernal e che verrà molto probabilmente utilizzata nell’imminente Mass Effect. Fin dalle prime fasi, Dark Sector si dimostra quindi un “classico” gioco d’azione in terza persona, farcito di sparatorie all’ultimo sangue così come di appostamenti dal grande sapore tattico. Gran parte dell’azione infatti la vivrete coperti dietro una colonna o un ammasso di sacchi di sabbia. Gears of War, anyone?Ma le similarità tra i due titoli non si fermano certamente qui: anche il titolo Digital Extremes si serve infatti del bottone action-sensitive per rendere l’esperienza di gioco più frenetica e decisamente meno complicata rispetto ai titoli del passato: quando bisognava tenersi a mente decine e decine di comandi al fine di far compiere questa o quella azione al nostro alter-ego. Se poi il sistema context-sensitive si dimostra all’altezza delle aspettative la meccanica di gioco risulta snellita (GoW ne è l’esempio); se d’altro canto qualcosa nella progettazione della suddetta caratteristica non è andato per il verso giusto, si rischia di trovarsi davanti a titoli non poco frustranti (come dimenticarsi di Metal Gear Solid 2: “No Snake, ti ho detto di sdraiarti, perchè ti sei buttato giù dalle scale?”). Come ultima nota, mi sembra utile segnalare che il motore grafico di Dark Sector è quell’Unreal Engine 3 alla base di titoli come Stranglehold, Bioshock e Gears of War.

All You Need Is an UpgradeIl Glaise è soggetto ad un gran numero di aggiornamenti che svilupperanno le sue capacità: quest’arma è in grado di assimilare le proprietà dell’ambiente circostante cosicchè Hayden possa servirsene secondo i suoi piani, laddove lo richieda l’avventura. Per esempio potrete assorbire elettricità da una lampadina, usarla per provocare un corto circuito oppure friggere i nemici con i piedi a mollo nell’acqua. E le possibilità di utilizzo non si esauriscono certo qui.A detta dei programmatori, le armi che entreranno in vostro possesso potranno essere upgradate e risulteranno quindi completamente customizzabili, secondo i vostri gusti.

In The EndIl punto interogativo, a questo punto della storia, lo vorrei porre sui Digital Extremes. In seguito al divorzio con Rein e Blezinski (e con la Epic Games di loro proprietà) non hanno più azzeccato un colpo. Warpath è il tipico prodotto da scaffale, utilizzato dagli scienziati per studiare gli effetti della polvere sulla plastica. In quanto a Pariah, è un gioco senza infamia e senza lode, uno sparatutto come tanti altri. Ed è pur vero che ci sono tanti altri sparatutto di tutt’altra caratura. Le premesse che accompagnano questo titolo sono senz’altro interessanti: tra le caratteristiche che non hanno trovato spazio nel corso dell’articolo si segnalano, in chiusura, la presenza di Quick Time Events a la Shenmue ed un comparto multiplayer che si preannuncia rivoluzionario, per i canoni a cui siamo abituati. Vedremo, aggiungo io. Di indubbia qualità sembra essere la trama, che pur non essendo firmata da Susan O’Connor (un peccato o una fortuna, a seconda dei casi) si dimostra coinvolgente e sufficientemente elaborata. L’uscita è prevista per la fine di quest’anno.