Recensione

Dark Messiah of Might and Magic: Elements

Avatar

a cura di SAH

Ai giocatori PC il nome Dark Messiah non suonerà nuovo, dato che nell’inverno del 2006 infatti Arkane Studios aveva già rilasciato una versione precedente. Tuttavia, come suggerisce quell’ “Elements” in aggiunta al titolo, non siamo di fronte ad una mera conversione ma ad una riproposizione del gioco originale con l’aggiunta di nuovi livelli, nuove missioni e un completo restyling del comparto grafico e del gameplay, senza però snaturarne l’essenza di action/gdr.

Una oscura minacciaIl giocatore impersonerà Sareth, un giovane apprendista del potente mago Phenrig. Dopo un’infanzia trascorsa nell’apprendere le oscure arti della magia e i segreti del combattimento, Sareth viene inviato al tempio del ragno per compiere il suo esame finale e recuperare un prezioso cristallo per gli studi del mago. Contrariamente alla versione per PC, il gioco inizia dunque dall’esterno del tempio, diverso da quello originale. Il nuovo livello funge anche da tutorial e in breve si prende confidenza con un sistema di controllo ben ottimizzato e che non fa rimpiangere la mancanza di mouse e tastiera. Con il grilletto destro si effettua un attacco che varierà in base alla classe scelta all inizio dell’ avventura, esercitando una pressione per pochi secondi Sareth effettuerà un colpo caricato decisamente più potente ed in grado di sfondare anche scudi. Il grilletto sinistro è adibito alla funzione di parata, i due dorsali servono per abbassarsi e richiamare l’inventario veloce che sarà sempre presente nella schermata di gioco in basso a sinistra. Richiamando l’inventario con il tasto B si potranno scorrere le varie armi e incantesimi a disposizione e disporre le pozioni per utilizzarle nelle fasi più concitate di gioco. Y per saltare, A per interagire con il mondo di Ashan ed infine, ma non meno importante, il tasto X attiva l’adrenalina e permette di sferrare un colpo assolutamente letale. Questa impostazione semplificata farà la gioia della maggior parte dei giocatori alla ricerca di un GDR dalla trama abbastanza articolata ma per questo particolarmente complesso. Coloro che invece avevano già lamentato un’eccessiva semplificazione delle meccaniche di gioco con la versione PC farà bene a stare alla larga dalla sua controparte console.In precedenza abbiamo citato le classi. Il giocatore può scegliere se impersonare il mago e utilizzare principalmente attacchi dalla distanza facendo attenzione al livello di energia particolarmente basso, l’arciere che fa della rapidità e della precisione le sue caratteristiche fondamentali, il guerriero per usufruire di una forza e difesa fuori dal comune ed infine il ladro un’incrocio tra arciere e guerriero, rapido ma in grado di usare pugnali e archi.

Una conversione arcanaUn grosso limite è rappresentato dall’avanzamento di livello. In qualsiasi gioco di ruolo che si rispetti il giocatore è libero di selezionare tra un certo numero un’abilità da potenziare. In Dark Messiah è già tutto prestabilito, il giocatore può solo prendere nota del miglioramento in un determinato campo (che può essere l’attacco, il danno critico o l’energia). E ancora, selezionando per esempio il guerriero, esso non potrà mai imparare le arti oscure della magia (al massimo potrà lanciare incantesimi attraverso delle pergamene sparse nei vari livelli) e neanche utilizzare archi o pugnali. Queste armi vengono classificate come “oggetti da collezione” e potranno essere visualizzati nell’apposito menù senza però poter essere impugnati. Anche la struttura di gioco appare assai limitata. Se in Oblivion il giocatore era libero di cavalcare per tutto il regno di Tamriel entrando poi nei vari dungeon, Dark Messiah è strutturato a livelli, l’esplorazione è estremamente scarsa e limitata ad un certo numero di aree segrete che contengono pozioni o reliquie. Recuperando un determinato numero di preziosi verranno sbloccati alcuni oggetti speciali. Simpatico ma assolutamente inutile e fine a sé stesso il minigioco della fornace che permette di creare un’arma già predefinita in base agli “ingredienti”: cinque semplici passi e un paio di minuti di duro lavoro per ottenere una spada nuova. Il motore grafico è il famigerato Source, prodotto da Valve e che ha già debuttato su Xbox360 con Orange Box. L’impatto visivo è davvero povero, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione degli umani, poveri di texture e di pixel e dalle forme squadrate. I movimenti sono scordinati e assai legnosi, il che non aiuta l’immedesimazione. Anche le ambientazioni, sia gli interni che gli esterni, appaiono spoglie e poco dettagliate mentre la situazione sembra migliorare con i vari goblin, orchi e draghi che, grazie ad un buon doppiaggio, riescono a limitare il disastro. Il gioco è interamente recitato nella nostra lingua e il risultato è decisamente positivo anche se a volte molti nemici tendono a ripetersi un po’ troppo di frequente. Quattro le modalità multiplayer: Blitz, due squadre si affrontano per il controllo di un territorio, non ci sono punti di rinascita quindi l’ultimo che resta in piedi porta automaticamente la vittoria alla propria squadra; Deathmatch a squadre, uguale al Blitz ma con la possibilità di rientrare; Deathmatch, un tutti contro tutti in cui vince chi ottiene il maggior numero di uccisioni e Crociata, la vera novità. Due squadre, umani e non morti si affrontano per abbattere la roccaforte della razza nemica. Ogni mappa è suddivisa in cinque parti che verranno rese disponibili man mano che una delle due squadre riuscirà a ricacciare verso la propria roccaforte la fazione avversaria.

– Divertente gioco d’azione

– Buon doppiaggio

– Modalità Crociata da provare

– Limitato

– Pieno di bug

– Piuttosto breve

6.0

Dopo due anni di lavoro, il risultato offerto da Arkane Studios è decisamente deludente. Dark Messiah si propone come gioco di ruolo, ma la sua eccessiva limitatezza lo rende nient’altro che un modesto gioco d’azione. I nuovi livelli sono poca cosa e aggiungono appena un paio d’ore al gameplay originale. Consigliato a chi è alla ricerca di un titolo senza fronzoli ed è disposto a sorvolare su numerosi difetti. Chi invece è alla ricerca di un vero GDR dovrà attendere ancora qualche settimana.

Voto Recensione di Dark Messiah of Might and Magic: Elements - Recensione


6