Recensione

Dark Messiah

Avatar

a cura di Raiden

La saga di Might & Magic è una delle più longeve della storia dei videogiochi. Essa nasce negli anni ’80 riuscendo a far breccia nei cuori dei videogiocatori, proponendo uno degli strategici più riusciti di sempre, basato sostanzialmente su molte parti gestionali e poche parti action. Con Dark Messiah – Might & Magic, la Arkane Studios sembra voler cambiare rotta e proporre un episodio profondamente diverso, molto più frenetico dei predecessori e, senza dubbio, più votato all’azione. Facendo tesoro del motore grafico Source, lo stesso di Half Life 2 e del motore fisico Havok (adoperato per Oblivion ed altri capolavori), i programmatori ci propongono una vera e propria rivoluzione, puntando più sul genere FPS (First Person Shooter) piuttosto che sulla classica impostazione del GDR.

Una breve introduzioneQuasi mille anni fa, ad Ashan vennero combattute le Guerre del Fuoco. Da un lato c’erano gli Uomini, gli Elfi, i Maghi e i loro alleati, dall’altro i Demoni. Vi fu gran devastazione, ma alla fine le forze alletate risultarono vittoriose grazie al sacrificio del mago conosciuto con il nome di Sar-Elam, il Settimo Drago.Utilizzando i suoi poteri quasi divini e supportato dai suoi alleati stregoni, Sar-Elam confinò i Demoni fuori da questo mondo, in un luogo di fiamme eterne. Utilizzando la stessa materia di cui era composto il suo spirito, egli creò una prigione magica in grado di contenerli per l’eternità.Tuttavia Sar-Elam fu tradito da uno dei suoi studenti. Corrotto dai Demoni, Sar-Shazar sabotò deliberatamente il rituale. Egli introdusse una piccolissima imperfezione nella struttura della prigione, una debolezza che consentì all’influenza demoniaca di penetrare nel mondo durante i periodi di eclisse. Sar-Shazar profetizzò che un giorno sarebbe giunto il figlio del Demone Sovrano e che una candida fanciulla umana, una vagabonda dei mondi, avrebbe utilizzato le reliquie dell’odiato Settimo Dragone per distruggere la prigione dei Demoni una volta per tutte. Soddisfatto, il Demone sovrano sedette nella sua prigione e attese, meditando il riscatto. Nel frattempo tutto ciò che era rimasto del Settimo Dragone era il suo teschio. Ora chiamato Teschio delle Ombre, esso apparteneva ai seguaci della Dea Madre Asha, sorgente di tutti i poteri magici, e venne nascosto in un antico tempio su un’isola deserta, lontano dagli sguardi di Uomini, Elfi e Demoni. Ora giace lì, in attesa del giorno in cui il suo potere sarà nuovamente richiesto.

Veniamo a noi…Noi, nei panni di Sareth, il miglior discepolo di Phenrig, uno dei fedelissimi di Sar-Elam, dovremo cercare di sconfiggere i demoniaci esseri e ricondurli per l’eternità nella loro dimensione oscura. Per fare ciò occorrerà recuperare il Teschio delle Ombre.Dopo aver settato a piacimento i parametri relativi a video, audio e controlli, saremo introdotti nella prima missione, già piuttosto impegnativa: affronteremo un gruppo di non-morti ed un enorme Ciclope nella città di Stonehelm. Dopo aver adempiuto al nostro dovere sconfiggendo tutti i nemici ed avendo così aiutato il governatore locale, avremo modo di entrare nel vivo dell’azione iniziando a percorrere i dodici livelli (senza contare le varie missioni secondarie) che compongono Dark Messiah.

Sogno o son desto?!?Dark Messiah stupisce per l’elevata qualità grafica; la “pulizia” delle immagini che si muovono sullo schermo sarà spesso motivo del nostro stupore e la qualità poligonale poco o nulla avrà da invidiare ad un capolavoro come Oblivion, tanto per citarne uno. Una nota di merito al comparto video, che utilizza il motore grafico di Half Life 2 amplificandone le potenzialità e riuscendo ad ottenere degli ottimi risultati. Ottimo l’impiego dell’illuminazione dinamica (HDR) che consente di ottenere eccellenti giochi di luce (riflessi sull’acqua, paesaggi ben illuminati dal sole) e una perfetta riproduzione delle ombre sul terreno, ai confini del fotorealismo. Riuscirà difficile ai più dimenticare quei raggi di sole che penetrano timidi da una finestra socchiusa o il suggestivo fuoco delle torce, sicuramente di grande impatto. I nostri amici della Arkane Studios non si sono risparmiati neanche nell’utilizzo dei poligoni dedicati ai personaggi; ogni personaggio, sia esso il protagonista, un NPC (personaggio non giocante) o qualsiasi altro secondario, è caratterizzato da una ricercatezza del dettaglio impressionante: gli Orchi sembreranno veramente “cattivi” poichè le loro espressioni sono molto ben curate. Gli esseri umani invece appariranno amichevoli e piacevoli da guardare, a differenza di un Goblin che, con i suoi occhi iniettati di sangue ed i movimenti anomali del viso durante un dialogo con esso, riuscirà ad incutere un certo timore in noi. La bellezza della grafica è riscontrabile anche nelle varie locazioni in cui ci troveremo di volta in volta: i boschi, le montagne, le colline, i corsi d’acqua, le cripte, le città e le fortezze sono tutte ambientazioni allo stesso modo ricche di dettagli. Esploreremo con piacere tali locazioni proprio perchè invogliati dalla maniacale cura del dettaglio grafico che i programmatori hanno dedicato a questo titolo. Anche il motore fisico gioca la sua parte: i nemici reagiranno in maniera abbastanza realistica in base al punto in cui verranno colpiti e il nostro personaggio farà altrettanto dopo aver subito un attacco da essi. Ciò che stupisce maggiormente è il fatto che quando vorremo afferrare un oggetto, le mani del nostro eroe avvolgeranno ciò che avremo raccolto in maniera precisa. Se dovremo afferrare un vaso, per esempio, non comparirà (come invece accadeva in Oblivion e Half Life 2) il solo oggetto sospeso per aria, ma avremo la gioia di vedere la mano che afferra il vaso e così via per i vari oggetti, osservando il nostro beniamino chiudere di più o di meno la mano a seconda dell’entità dell’oggetto impugnato.Non mancano i difetti. Immaginiamo soltanto quanto possa essere difficile creare un gioco dotato di una intelligenza artificiale impeccabile. Gli sviluppatori di Dark Messiah non riescono nell’impresa di dar vita ad un sistema di IA perfetto; esso presenta infatti alcuni limiti, specie nel caso dei nemici i quali tendono spesso a ripetere in maniera meccanica alcuni movimenti, soprattutto in fase di attacco. Se, per dovere di cronaca, volessimo mettere in risalto altri difetti, potremmo andare a considerare qualche comprensibile effetto di compenetrazione dei poligoni ed i lunghissimi tempi di caricamento fra una zona e l’altra. A dir la verità quest’ultimo è un difetto non di poco conto, poichè spezzerà troppe volte la frenesia dell’azione e creerà qualche difficoltà nel non addormentarsi durante una sessione di gioco.Per quanto concerne la longevità, essa si attesta sulle 10/12 ore circa ed avendo a che fare con un FPS/Action GDR, la media di ore di gioco complessive non risulta essere inferiore a molti altri titoli; anzi, considerate anche le missioni secondarie (aspetto più tipicamente proprio dei GDR) la longevità merita decisamente un buon voto.

FPS atipico…o che?Dark Messiah è un “FPS misto ad Action GDR”, una sorta di ibrido in cui le caratteristiche dello sparatutto in prima persona prevalgono sul resto. Potremmo azzardarci a definirlo un FPS atipico, o un GDR atipico, a seconda dei punti di vista ma c’è ben poco da fare: la struttura, lo stile e le meccaniche di gioco richiamano tutte al first person shooter e poco importa se nel corso dell’avventura saranno presenti elementi tipici del gioco di ruolo, quali l’accumulo di punti esperienza, necessari al fine di sbloccare alcuni speciali poteri come per esempio nuovi incantesimi (fulmini, recupero di energia, sfere infuocate) o nuove abilità fisiche (la maggiore resistenza, la vista di falco, maggiore forza e potenza e la camminata furtiva). Accumulando punti esperienza potremo decidere se far diventare il nostro eroe un guerriero, un Mago o un Assassino. Sarà nostro dovere decidere se puntare solo su una professione creando un personaggio abile nell’uso della sola spada, delle arti magiche o nel furto, oppure puntare su tutte e tre le discipline e creare così un “essere perfetto” capace di brandire la spada, ricorrere alla magia quando necessario e rubare qualche oggetto senza essere visto da nessuno.Caratteristica comune del FPS e del GDR è anche il parco armi che si amplia proseguendo nel corso del gioco. Dimentichiamoci le pistole, i cannoni, i fucili e impugnamo invece stupende armi bianche, quali bellissime spade, splendidi pugnali, archi e bastoni, asce e mazze di vario tipo. Tutte risultano essere davvero ben curate nei dettagli, con precisione maniacale ed un lavoro certosino nella creazione dei modelli. Spesso avremo l’opportunità di impugnare un’arma per ogni mano e ci ritroveremo a combattere così con due pugnali contemporaneamente o con due piccole spade. Tante volte decideremo però di devastare i nemici con un fragoroso colpo di spada pesante, imponente a tal punto che per brandirla sarà necessario impiegare entrambe le mani. Dal canto loro i nostri nemici disporranno di un vasto arsenale con il quale cercheranno di farci fuori. Le armi che lasceranno cadere dopo che li avremo sconfitti, potranno poi essere utilizzate dalla nostra controparte virtuale andando ad arricchire l’armamentario.

Un motore fisico al servizio della giocabilitàE’ vero che in Dark Messiah saremo “obbligati” a devastare qualunque cosa si muova sullo schermo, ma potremo decidere di farlo contando su una vasta gamma di scelte. Saremo in grado di utilizzare l’ambiente circostante a nostro vantaggio, potremo sfruttare il motore fisico a nostro piacimento considerato il modo in cui esso “collaborerà” con noi: una fune recisa potrebbe dar vita ad una “valanga” di barili pieni i quali potrebbero travolgere un gruppo di mostri e farli fuori a mò di schiacciasassi; uno spintone da un dirupo potrebbe mettere la parola fine ad un combattimento più in fretta di un ben calibrato colpo di spada; un vaso potrebbe trasformarsi in arma non convenzionale se spaccato in testa ad un avversario e un’asta trovata per terra potrebbe rivelarsi un ottimo corpo contundente. Al solito, potremo adoperare la tanto adorata combo mouse+tastiera e, sferrando gli attacchi con il tasto sinistro e muovendo il capo in tutte le direzioni semplicemente scorrendo il mouse sul tappetino, agevole si rivelerà la nostra azione. I comandi sono settabili a piacimento. I livelli sono piuttosto lineari e talvolta addirittura semplici da portare a termine. Tutti hanno un inizio e una fine, un’entrata e un’uscita, una partenza da un “punto A” ed un arrivo ad un “punto B”; non molto tempo verrà dedicato dal giocatore all’esplorazione essendo un gioco caratterizzato da una certa frenesia. Tuttavia ogni locazione è molto grande e dettagliata, con orde di nemici che appariranno dinanzi ai nostri occhi. In queste occasioni saremo chiamati a fare un intelligente uso delle nostre abilità. Non di rado dovremo risolvere alcuni enigmi, una sorta di puzzle, ricorrendo all’eccellente motore fisico del gioco. E’ qui che magie, incantesimi e abilità nell’utilizzo della spada ci verranno incontro al fine di risolvere tali rompicapo. Dopo qualche ora di gioco entreremo in possesso di una sorta di arco che ci permetterà di scoccare frecce speciali, da conficcare sulle superfici di legno ed usare come rampini, quasi come le ragnatele di Spiderman o l’arpione di Link della serie Zelda.Il gioco si avvale di un buon reparto sonoro. Anche se non particolarmente esaltante, l’audio sarà necessario per pianificare in più di una circostanza il modo in cui agiremo, per esempio ascoltando alcuni nemici che conversano tra loro potremo decidere se aggirarli a modo nostro oppure affrontarli a viso aperto. La qualità del doppiaggio rientra nella media e di media fattura sono anche gli effetti sonori, non particolarmente esaltanti o troppo realistici. La colonna sonora è discreta ma avrebbe potuto essere più “importante”, in modo da celebrare in maniera indimenticabile le varie fasi che compongono questo buon gioco.

HARDWARE

Requisiti minimiPentium IV o Amd Athlon a 2,6 Ghz512 MB RAMScheda video 128 Mb7 GB di spazio libero nell’hard disk

Requisiti consigliatiPentium IV o Amd Athlon a 3 Ghz1 GB RAMScheda video 256 Mb7 GB di spazio libero nell’hard disk

-Ottima grafica

-Motore fisico al servizio della giocabilità

-Modalità multiplayer fino a 32 giocatori

-Tempi di caricamento lunghissimi

-IA dei nemici migliorabile

8.0

Dark Messiah è un buon titolo che farà gola a tutti gli appassionati della saga e del genere FPS. E’ un FPS atipico, senza dubbio, a cui sono stati aggiunti parecchi elementi che caratterizzano solitamente i GDR, come l’acquisizione dei punti esperienza e l’utilizzo delle magie, e ciò non può far altro che aumentare l’interesse verso un gioco che si propone come uno dei migliori titoli disponibili per questa fine 2006. Bisogna prestare particolare attenzione alle richieste hardware, piuttosto alte e difficili da soddisfare, dopodiché acquistare Dark Messiah ad occhi chiusi e senza pensarci su due volte. In edizione limitata, se possibile.

Voto Recensione di Dark Messiah - Recensione


8