Recensione

Dare to Fly

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a cura di Pregianza

Quanti di voi hanno usato il Move di recente? Non molti vero? Tolti alcuni interessanti esperimenti con il Wonderbook e qualche sistema di controllo alternato discretamente curioso, si è visto poco o nulla di realmente degno. Più il tempo passa, più il vuoto pare allargarsi.
Sony però non ha abbandonato del tutto la periferica, supportandola in parte con qualche strambo esperimento di “scultura virtuale” su Ps4 e con alcuni progetti a basso costo dedicati a grandi e piccini. Oggi tratteremo uno di questi, opera del team indiano Gameshastra e chiamato Dare to Fly.
Pur trattandosi di sviluppatori praticamente ignoti ai più, il loro progetto ci ha incuriosito, ricordandoci una sorta di Pilotwings dei poveri dedicato alla bacchetta magica di Sony. Avrà spiccato il volo o sarà andato in stallo all’istante? Scopriamolo subito.
Angry quasi-birds
La premessa di Dare to Fly è di una semplicità disarmante, in linea con la sua natura di titolo per tutti. Una crudele aquila ha deciso di rapire i piccoli di alcuni pennuti incapaci di volare, e di darli in pasto a vari predatori sparsi per il globo. Voi vestirete i panni proprio di questi volatili senza volo (quattro in totale, tra cui un gallo, un pinguino e uno struzzo), impegnati a salvare i pargoli della loro specie e a raccogliere punti in mappe più o meno estese.
Non aspettatevi una trama reale, battute sfavillanti o persino una campagna ben strutturata. In questo gioco vi ritroverete semplicemente ad affrontare una serie di livelli di difficoltà crescente, nei quali verranno inseriti ostacoli variabili.
Il gameplay è discretamente peculiare: i vostri pennuti potranno salire di quota sbattendo le loro ali striminzite, ma nel farlo si affaticheranno, e dovranno pertanto entrare in nuvole rinfrescanti per recuperare le forze ed evitare di cadere. Al contempo dovranno però puntare pulcini fluttuanti legati a dei palloncini, e cerchi o pesci per guadagnare punti extra. Alla fine della partita gli verrà dunque assegnata una medaglia per i punti ottenuti, in base alla quale si potrà avanzare. 
La particolarità sta nel sistema di controllo “doppio”, visto che potrete utilizzare il giroscopio del Sixaxis per virare e indirizzare il vostro svolazzante amico, o sfruttare due Move, da sbattere simultaneamente per prendere quota e spostare con cura per curvare. In verità, nonostante il secondo sistema sia il più unico dei due disponibili, la fatica che subentra dopo poco rende preferibile l’uso del pad normale, sempre che non vogliate sfruttare il gioco a mo’ di esercizio di rinforzo per le spalle. In entrambi i casi abbiamo trovato i controlli piuttosto responsivi e intuitivi anche per i più piccini. 
Solo un paio di riserve: il gioco aumenterà di difficoltà, infatti, lanciando addosso all’utente ostacoli come coccodrilli, squali ben piazzati e pennuti avversari pronti a coprire la visuale con i loro… ehm, escrementi. Molti di questi problemi sono facilmente aggirabili, evitabili, o risultano semplicemente innocui, tuttavia altri paiono funzionare in modo abbastanza casuale, uccidendo sul colpo senza scampo il giocatore appena questi passa nelle loro vicinanze. Non che il gioco sia particolarmente arduo, anzi, ma si poteva calcolare tutto di certo molto meglio.
Anche la varietà non è molta, visto che, tolta la difficoltà crescente, la struttura di base resta fondamentalmente la stessa da inizio a fine, senza reali sprazzi di originalità. L’inserimento di numerosi power up a tempo, che evitano l’affaticamento dei pennuti e variano un po’ il sistema di controllo introducendo mezzi guidabili, spezza la monotonia nei primi livelli, eppure non basta a tenere alta l’attenzione per tutta la campagna. Insomma, tutto pare un’idea carina applicata in modo frettoloso e poco ispirato. Peccato. 
Un pavone qui non c’è
Tecnicamente non andiamo tanto meglio, con un motore estremamente arretrato, ombre seghettate, aliasing pesante, texture scarsamente definite e modelli tridimensionali ben poco dettagliati. Perlomeno tutto si muove con una fluidità invidiabile, e risulta a malapena passabile grazie ai colori e allo stile cartoon. Non stratosferica la longevità, visto che finirete tutte le missioni in poco tempo, e difficilmente verrete catturati dalle sfide sbloccabili, salvo non siate fanatici dei punteggi. I vostri bambini, ad ogni modo, potrebbero venir catturati dalla semplicità del tutto, caratteristica che rende la spesa di soli 5 euro meritevole di esser presa in considerazione da chi possiede un paio di Move.

– Basso costo

– Interessante sistema di controllo “doppio”

– Intuitivo e adatto anche ai più piccoli

– Tecnicamente scarso

– Breve e piuttosto ripetitivo

– Alcuni ostacoli sono mal calcolati

– Usando due Move ci si stanca in fretta

6.0

Dare to Fly è un titolo che merita di farvi rispolverare il Move, ma solo se avete figli. Il suo sistema di controllo intuitivo, infatti, è adatto a partite con i più piccini, e potrebbe divertire i giocatori meno smaliziati. Per tutti gli altri, però, si tratta di un prodotto scarno e a malapena sufficiente, che non frana a terra solo grazie al suo gameplay discretamente interessante e alla responsività dei comandi.

Voto Recensione di Dare to Fly - Recensione


6