Recensione

DMC Definitive Edition

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a cura di Pregianza

Il talento dei Ninja Theory va di pari passo con la loro sfortuna. Il team di Antoniades ha peccato a volte di arroganza, ma il talento non gli è mai mancato, e tra progetti di alta qualità passati in sordina come Enslaved e titoli obbligatoriamente affrettati come Heavenly Sword, paradossalmente il gioco che li ha segnati più di ogni altro è stato quello che in teoria doveva proiettarli nell’olimpo dei grandi sviluppatori. Parliamo ovviamente di DMC: Devil May Cry, reboot della leggendaria saga di stylish action creata da Kamiya. 
La cosa più assurda? DMC è un gran action, con un ottimo combat system e svariate idee brillanti, eppure non è stato un grande successo commerciale e molti fan del genere lo hanno snobbato, per la sua volontà di ribaltare personaggi e storia di un marchio molto amato. Vero, forse si poteva fare di meglio a livello narrativo, e alcune scelte di Antoniades e compagnia sono state infelici, eppure alla fine è la qualità che conta e DMC ne aveva a fiotti. Oggi quindi Capcom riprova a convincere il pubblico pagante che è il caso di dare una possibilità al nuovo Dante, con la DMC Definitive Edition per le console di attuale generazione. Di norma critichiamo aspramente certe operazioni, eppure riteniamo che la mossa della casa nipponica abbia un senso stavolta, poiché tanta gente deve ancora provare il nuovo DMC e il pacchetto confezionato dai Ninja Theory ci ha dato l’impressione di essere molto più di un semplice upscaling…
Turbo moves
Inutile descrivere nuovamente la storia di DMC, meglio concentrarsi su ciò che questa nuova edizione ha da offrire rispetto a quella precedente e credeteci se vi diciamo che non è poca roba. 
Partiamo dalla modifica più evidente: il gioco ora è in 1080p e gira a 60 fps, 30 fps in più dell’originale che si sentono di brutto mentre si menano fendenti a destra e a manca. Il frame rate non è immacolato, ma il cambio di ritmo è evidente, ed è influenzato anche dall’opzione turbo, che permette di giocare con un aumento di velocità del 20% capace di rendere il tutto ancor più frenetico ed esaltante. 
Tanto lo si deve comunque ancora alla solidità del combat system, affinatissimo e ricco di possibilità. È un omaggio ai Devil May Cry originali in molti aspetti, ma presenta elementi unici come la possibilità di utilizzare armi demoniache e angeliche con la semplice pressione dei trigger dorsali, combinazioni delle armi che continuano anche cambiando lama nel bel mezzo della serie di colpi, e un braccio estendibile che ricorda per certi versi quello di Nero in Devil May Cry 4, permette di avvicinarsi rapidamente ai nemici o di attirarli a sé e viene sfruttato in molte altre situazioni. DMC dà molta importanza anche ai punti stile, un fondamentale della serie che anche in questo caso va a influenzare in modo pesante il punteggio finale di ogni livello. Combinazioni varie e ricche di colpi aumentano rapidamente il contatore, che cala all’improvviso non appena si viene colpiti, quindi non vanno ignorate nemmeno le manovre difensive poiché gli avversari sono tutt’altro che immobili in battaglia. Non bastasse, è piuttosto evidente che l’IA avversaria sia stata ribilanciata e resa più aggressiva in questa nuova versione. 
Il Turbo Mode sopra descritto è solo la punta dell’iceberg: alcune mosse abusabili di Dante sono state ridimensionate, i pattern di alcuni demoni sono più vari ed efficienti, e certi boss sono più complicati da battere rispetto al passato. Un bel lavoro incorniciato a dovere dalla presenza di un Hardcore Mode attivabile, che avvicina in modo impressionante la difficoltà al livello dei Devil May Cry nipponici con attacchi nemici più dannosi, un Devil Trigger depotenziato e punti stile che crescono più lentamente. 
Son belle cose ma non è finita, poiché c’è un ulteriore piccola aggiunta che migliora in modo sensibile l’esperienza: il targeting system manuale. L’obbligo di affidarsi al targeting automatico lo avevamo ritenuto una sensibile debolezza nel gioco base e, nonostante tale svista non rovinasse più di tanto il gameplay, già ai tempi della prima recensione ce n’eravamo lamentati. Ora però il targeting c’è e indica persino la vita rimanente dei nemici, facilitando non solo l’esecuzione di combo complesse ma anche la gestione della battaglia in toto. Di rado abbiamo visto miglioramenti simili al sistema in una riedizione, a dimostrare per l’ennesima volta come i Ninja Theory mettano l’anima nel loro lavoro. 
Più paradiso, più inferno
I contenuti, come prevedibile, hanno ricevuto un bell’upgrade a loro volta. Per i veri folli ci sono il Gods Must Die Mode, un livello di difficoltà che fa sembrare facile il Dante Must Die dove tutti i nemici spawnano con il Devil Trigger attivo, e il Must Style Mode, dove i nemici iniziano a subire danni solo se si raggiunge il livello stile S. Poi alcune mod popolari nella versione pc sono state inserite nelle opzioni, tutte le skin dei dlc risultano disponibili da subito (comprese quelle classiche), ed è stata addirittura aggiunta la possibilità di affrontare il Bloody Palace con Vergil. Ah, per la cronaca, il DLC La Caduta di Vergil è presente in questa edizione, con tanto di skin dedicata al fratellino di Dante. 
Certo, il gioco mantiene delle debolezze anche in questa nuova veste. Le fasi platform mancano ancora di verve, e dopo l’interesse iniziale subentra rapidamente la noia non appena compaiono piattaforma da tirare a sé o anelli da usare per svolazzare da un’area all’altra. Nell’insieme, però, la campagna resta divertente e adrenalinica, e i miglioramenti rendono i combattimenti ancor più piacevoli. 
A livello tecnico invece, tolti i 60 fps sopracitati, non c’è stato un lavoro titanico su texture e modelli 3D, ma la cosa passa in secondo piano davanti all’ottima art direction del titolo e alle sue mutevoli ambientazioni. Non ci lamentiamo comunque, davanti a tanto ben di dio. 
Da attaccare a spada tratta invece il sonoro, anche se vale solo per l’italiano. Il bilanciamento audio era un disastro anche nel gioco base, e qui nulla è stato fatto per migliorarlo. In certe missioni sarete costretti ad abbassare di forza la musica per capire cosa dicono i protagonisti, mentre in altre noterete cutscene con l’audio fuori sincrono rispetto alle animazioni dei volti. 

– Gran lavoro di ribilanciamento generale

– Tante aggiunte interessanti e tutti i dlc

– 60 fps!

– Targeting manuale

– Permangono problemi audio in italiano

– Le fasi platform rimangono debolucce

8.0

Se i vostri sentimenti per il vecchio Dante vi hanno impedito di giocare a DMC al momento dell’uscita, la DMC Definitive Edition è senza dubbio la vostra occasione migliore per ravvedervi. Lasciate perdere per un momento la nostalgia o l’attaccamento ai vecchi capolavori: i Ninja Theory hanno creato un action con i fiocchi, e con questa nuova edizione sono riusciti persino a migliorarlo, con nuove difficoltà, una modalità Turbo sfiziosissima, e cambiamenti a bilanciamento e meccaniche che migliorano sensibilmente l’esperienza di gioco, il tutto con il gusto aggiunto dei 60 fps. Fatela vostra se per voi questo gioco è una novità o se lo avete amato alla follia nella precedente generazione.

Voto Recensione di DMC Definitive Edition - Recensione


8