Recensione

Cybernator

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a cura di Star Platinum

Dopo un inizio un po’ incerto, la ludoteca della Virtual Console si è sempre più arricchita di titoli di ottima qualità e non è un caso se di recente ha fatto capolino anche Cybernator (conosciuto in versione giapponese come Assault Suits Valken), un interessante sparatutto di stampo classico che nel 1993 riuscì a ritagliarsi i consensi del pubblico videoludico grazie ad una serie di trovate per l’epoca originali, ma soprattutto grazie ad un’atmosfera che gli permise di entrare nelle case di molti appassionati di fantascienza. A tanti anni di distanza sarà riuscito a mantenere immutato il fascino di un tempo?

Il fascino del mecha designSenza volerci sbilanciare in elogi, risulta impossibile non ricordare come Cybernator abbia rappresentato per molti possessori dello SNES un vero e proprio gioiello non solo a livello tecnico ma come idee, grazie a dalle caratteristiche che lo resero immediatamente accattivante e coinvolgente, come pochi altri prodotti del genere. La qualità sicuramente di maggiore impatto, perfettamente conservata anche oggi, risultava essere lo stile grafico adottato, molto simile a quello di un anime robotico sia a livello di ambientazioni che per quel che riguardava gli intermezzi statici volutamente inseriti tra un livello e l’altro. Stessa cosa valeva per la struttura generale, con un gameplay orientato sia verso una parte “platform” in cui era possibile pilotare il robot attraverso basi e astronavi nemiche popolate da innumerevoli sistemi di sicurezza e mech. La difficoltà consisteva nel ragionare su come procedere nel migliore dei modi, supportati solo da alcune funzioni base quali la possibilità di effettuare delle accelerazioni laterali, rimanere per brevi periodi in volo grazie ai boost, utilizzare lo scudo per difendersi dai proiettili nemici e scegliere con attenzione il tipo di arma da utilizzare a seconda delle occasioni. Vi erano poi le parti più classiche e dal ritmo decisamente elevato, in cui comandando la configurazione velivolo ci si doveva districare attraverso una miriade di proiettili e nemici, mentre tutto attorno a noi mutava in base a ciò che riuscivamo a distruggere con i nostri attacchi. Situazioni che evidentemente all’epoca erano state ritenute molto importanti a ragione, dedicando ai fondali animati molta importanza a tal punto che spesso poteva capitare di ritrovare nemici distrutti in precedenza orbitanti sotto forma di relitto spaziale presso qualche base.

Un gioco spazialeIl perfetto mix di due generi, unitamente a una realizzazione tecnica che strizzando l’occhio alle serie robotiche di quegli anni alternava su schermo tutto il meglio che il character design e gli effetti grafici dello SNES potessero mettere in scena, permise di realizzare uno dei migliori sparatutto dell’epoca, contraddistinto da una struttura solida e profonda al tempo stesso. Senza ulteriori divagazioni, questo è quello che vi ritroverete anche oggi sulla VC, ma non commettete l’errore di considerare questo titolo alla portata di tutti o potreste ritrovarvi una brutta sorpresa. La spettacolarità dell’azione, una veste grafica molto curata e una colonna sonora decisamente di pregevole fattura vanno purtroppo contro un difetto che potrebbe incidere non poco sulle vostre scelte, ossia un livello di difficoltà non certo dei più abbordabili e semplici. La giocabilità è sicuramente sempre ad alti livelli e non impiegherete molto tempo per padroneggiare i comandi di cui il vostro mech dispone, ma con il trascorrere dei minuti aumenterà di pari passo anche il livello di difficoltà dei nemici, costringendovi in alcuni casi ad agire più con strategia che con puro istinto bellico. In alcune situazioni, è doveroso menzionarlo, i nemici sembrano messi appositamente in situazioni di vantaggio per rendere il vostro compito più arduo, grazie ad un IA sicuramente ben studiata e dalle dinamiche di aggressione molto reattive, ma se riuscirete a prendere coscienza delle vostre potenzialità il divertimento sarà sempre costante ed elevato. Molto interessante l’effetto di molte animazioni e in generale la cura per i dettagli, ma non distraetevi perché il pericolo sarà sempre più vicino di quanto possiate immaginare. Nonostante il trascorrere degli anni il gioco è più che discreto e caldamente consigliato ad ogni buon appassionato di sparatutto che si rispetti, specialmente se abituato alle vere sfide.

– Ritmo elevatissimo

– Realizzazione tecnica ottima

– Gameplay convincente

– Livello di difficoltà elevato

– Richiede attacchi ragionati

7.5

Cybernator era uno dei migliori sparatutto per SNES e non sfigura nemmeno a distanza di quindici anni. Graficamente curato e dalle atmosfere squisitamente nipponiche, risulterà gradito agli amanti di robot e affini, grazie ad uno stile ricco di dettagli di gran classe. Molto divertente e longevo, ma attenzione ad un livello di difficoltà che si attesta su standard piuttosto elevati. Consigliato, ma non per tutti.

Voto Recensione di Cybernator - Recensione


7.5