Recensione

Custom Robo: Battle Revolution

Avatar

a cura di Mirai Trunks

C’è chi ama girare per strada in compagnia di un animaletto più o meno pacioccoso (pika pi!) e chi non esce mai di casa senza la sua fida trottola; c’è ancora chi risolve le liti a suon di partite a carte. Ma noi questa volta siamo ben più avanti nel tempo e ci adeguiamo di conseguenza, munendoci di simpatici robottini teneri teneri, talmente teneri che magari non si tagliano con un grissino ma che stanno in cubetti (che ricordano le incomparabili Pokéball) dalle dimensioni assai ridotte. Insomma, questi robot son talmente piccoli (sui 10 cm d’altezza, per capirci) che, verrebbe da pensare, un passante poco accorto potrebbe decidere le sorti di un incontro calpestando senza pietà uno dei contendenti! Eh no, perché per fortuna i combattimenti avvengono in originali arene virtuali, i cosiddetti “Holosseums”. Il principio fisico che regola tutto ciò resta un mistero, ma almeno così facendo si salvano gli zoccolini di parecchie case…

The story so farLa terra è piatta, il mondo conosciuto si riduce a una città i cui limiti sono costituiti da un’immensa cupola oltre la quale c’è il nulla; gli alberi, l’erba, i fiori, la natura: tutto di plastica e ferro. “Cambia spacciatore”, direte voi. Beh sarebbe un’idea, ma gli sconti fedeltà mi spronano a rimaner fedele a quello attuale (si sa, certa roba costa cara). Deliri a parte, la situazione spazio-temporale prima elencata è quella in cui vi ritroverete in Custom Robo; come vi si sia arrivati è apparentemente un mistero. Ciò che voi sapete è “soltanto” che vostro padre è testè morto e che la sua ultima volontà è che diventiate un comandante di robot. Tentar non nuoce; sta di fatto che dopo qualche buco nell’acqua iniziale, per mezzo di una botta di c… ehm, un colpo di fortuna non indifferente vi ritroverete per le mani l’ultimo prototipo del laboratorio di robot della città. Non male come inizio. Tempo una settimana e sarete uno dei custodi del segreto più incredibile del mondo. Tempo un paio di settimane, diventerete eroi. E tutto questo senza neanche una raccomandazione!! Incredibile. Poco credibile, a dire il vero. Perché codesta trama è anche caruccia, ma si sviluppa in un lasso di tempo comicamente breve e la presente e potenzialmente forte componente interiore/emozionale non viene sfruttata a dovere. Il tutto si risolve dunque in un’avventura alquanto breve, piacevole ma di consistenza non eccessiva, una specie di maxi tutorial utile soltanto per farvi apprendere al meglio le tecniche di combattimento.

Ready to rumbleDiventare un comandante di robot significa combattere con altri robot (grazie tante…). Nel mondo di CR tutti i contenziosi si risolvono con sfide tra mech: liti familiari, risse fuori dalla discoteca, vendette contro un prof che t’ha dato 29 perché il 30 lo dà solo ai suoi cocchi e altro ancora. Perfino la polizia agisce contro i malviventi a suon di colpi d’armi robotiche virtuali (ma perchè non sedare i criminali mentre battagliano? Troppo facile forse? Mah!). Nella vostra avventura non dovrete far altro che combattere, per scopi e fini diversi, ma soltanto combattere. Salvare il mondo sarà tutta una questione di vincere incontri e di premere ripetutamente A, magari leggendo che accade nel frattempo, nell’attesa dell’incontro successivo.Ma vediamo cosa accade negli Holosseums: un Custom Robo è un mech di piccole dimensione customizzabile a piacere ed è composto da 5 parti; tanto per cominciare il corpo, l’ossatura, lo scheletro: ne abbiamo di agili ma poco potenti, di lenti ma che picchiano come fabbri, abbiamo i dominatori dei cieli e altro ancora. Passiamo poi all’arma principale, l’elemento più doloroso (e che più userete) a vostra disposizione. Ne esistono di svariati tipi: spari multipli, lanciafiamme, api assassine, affilate spade, teste di drago… la fantasia non è mancata ai programmatori. Passiamo quindi alle bombe, nella fattispecie dispositivi che indirizzerete in un punto preciso dello schermo, dove arriveranno con più o meno velocità e detoneranno con più o meno potenza a seconda della tipologia adottata. Come poi non ricordare i pod, dispositivi a ricerca utili soprattutto per disturbare i movimenti del vostro avversario, anch’essi presenti in numerosissime varianti: veloci, lenti, volanti, con ritardi d’esplosione, potenza e capacità di ricercare l’avversario differente. Abbiamo infine le gambe, la cui scelta influirà sulla capacità motorie del vostro robot: lo renderanno più veloce, più abile nel salto e quant’altro. A leggere fino a qui sembra qualcosa di davvero esaltante! E almeno per le prime ore di gioco lo sarà, soprattutto considerando che ad ogni battaglia vinta riceverete una componente aggiuntiva per il vostro gioiellino. Le componenti in totale sono svariate centinaia e, escludendo comunque quelle più squallide, le strategie di gioco che si possono ricavare sono parecchie e discretamente differenti l’una dall’altra. A uno scontro possono partecipare un massimo di 4 robot, per scontri equi (2 v 2) e non (1 v 3). Gli Holosseums sono di varia natura e ispirazione (una stanza da gioco, un parco, neve & ghiaccio, ambienti fantasy vari…) e possono essere visualizzati prima della battaglia: la conformazione di ostacoli e oggetti presenti sul terreno è una variabile da considerare nel settaggio delle componenti dei robot. Tutto ok, non fosse che la CPU è una benemerita incompetente e che qualsiasi strategia è buona per batterla. L’avventura principale vanta combattimenti troppo facili: potrà anche capitare di perdere, ma non più di 5-6 volte. Tutto questo va a gambizzare la complessiva godibilità di un titolo che fa della pianificazione, dell’analisi delle singole parti e del set-up dei robot una componente molto importante (e divertente!); per liberarsi agilmente della CPU bastano infatti un’arma principale potente (la testa di drago ad esempio) e basiche doti di smanettamento sul pad (per intenderci, nascondersi quando l’avversario attacca). Non importa che corpo ed armi abbia il mech nemico, né dove combattete: lo batterete comunque. Frustrante. Eppure l’azione, durante gli incontri è estremamente frenetica: gli Holosseums sono discretamente grandi, è vero, ma in nessun posto, sia esso il più remoto angolo del terreno di gioco, sarete al sicuro; è sempre necessario tenere alta la concentrazione, una distrazione può costare parecchi life points. A proposito di life points, di default s’inizia con 1000 e, a dire il vero, non sono neanche tantissimi: le armi primarie, soprattutto quelle più interessanti, fanno male, tanto, e in combo con bombe e pod (ottimi soprattutto come ouvertures di combo mortali) non è raro vedere danni complessivi per 200-250 life points. Il tutto può sembrare complesso da gestire col joypad tra le mani ma non temete, 5 o 6 combattimenti e avrete già capito alla grande come funzionano le cose; il sistema di controllo è discretamente preciso anche se; in verità, l’estrema frenesia di alcuni momenti d’azione rende difficile l’esatta comprensione dei fatti, facendo così sprofondare la (già labile in un Holosseum) componente strategica in favore di uno smanettamento totale in cui si cerca di sparare selvaggiamente con tutte le armi a disposizione. Questo è, secondo me, il peggior difetto dei combattimenti: i momenti chiave, quelli in cui i due bot finiscono per essere l’uno di frontre all’altro, rischiano di essere risolti non dal più scaltro, da colui che ha oculatamente scelto le componenti del bot, ma dal più smanettone. Per fortuna casi del genere non sono così frequenti da compromettere l’esito di ogni battaglia (certo quando si è dalla parte di chi se le prende ci s’incavola parecchio…).

E dopo aver salvato il mondo?Compiacetevi e buttatevi sulle altre modalità presenti:la prima costituisce elemento di discreto interesse e vi vedrà protagonisti di svariati tornei di difficoltà crescente in giro per la città; la CPU sarà stupida come sempre, ma almeno non potrete utilizzare nessuna componente per più di una battaglia all’interno dello stesso torneo. La seconda modalità di cui si parlava è invece uno schietto arcade mode nel quale potrete organizzare scontri utilizzando le opzioni (limiti di armi e tempo, numero di avversari, Holosseum ed altro ancora) che più preferite. Ma è fuori dubbio che per estrapolare le migliori qualità di CR sia necessario un amico (o ancora meglio tre): allora sì che scegliere una componente piuttosto che un’altra può diventare essenziale per la conquista della vittoria; quantomeno il gioco offrirà la possibilità di usufruire di stili prettamente differenti. Quante scelte avete davanti a voi… (un consiglio: qualunque tattica adottiate, badate di essere ottimi smanettatori). Alla fine dei conti, però, vista la natura prettamente action oriented del gioco (tra poco, su questi schermi, ne parleremo), che tutto è meno che un gioco di strategia, finirà per prevalere colui che, joypad alla mano, sa smanettare in maniera più fruttuosa, in barba a tutta la preparazione e studio dele parti pre-partita.

Tecnicamente parlandoUn Pokemon Colosseum coi robot, verrebbe da dire; la grafica e i modelli poligonali dello Story Mode sono piuttosto scialbi, poveri di dettagli e di poligoni, il minimo sindacale di questi tempi. Per non parlare poi di quelle poche animazioni, che fan sembrare robot perfino gli esseri umani. Le cose migliorano leggermente negli Holosseums dove a essere gradevoli (ma nulla più). sono gli ambienti e soprattutto gli effetti grafici assortiti delle armi. Qualche poligono in più qua e là poteva comunque essere aggiunto, soprattutto nella realizzazione dei robot. Quantomeno il frame rate non crea problemi, la parola rallentamento in questo mondo di plastica e ferro è sconsciuta (e ci mancherebbe). Le musiche non sono per la verità molto belle, eccezion fatta per tre o quattro tracce (tra cui il tema principale) ma vi dirò che durante i combattimenti non avrete neanche il tempo di badare a certe cose; buoni invece gli effetti delle armi. La totale mancanza del parlato ha poi indotto i programmatori ad accompagnare i dialoghi scritti con mugugni robotici; prendiamone atto, alcuni sono davvero simpatici.

– Divertente e immediato

– In compagnia regala momenti di gioia non indifferenti

– Story Mode dalle fondamenta di polistirolo

– Non giocato in compagnia rischia di finire presto nel dimenticatoio

– E mettiamolo qualche poligono in più, dai…

7.2

A me son sempre piaciuti i giochi coi robottoni. Se poi c’è da taroccarli, cambiarne i pezzi, ancora meglio. Questo CR potenzialmente è un gioco infinito, esistono centinaia e centinaia di parti con le quali divertirsi a customizzare il proprio robot; quello che manca è una modalità di gioco che possa veramente suscitare un interesse prolungato nel tempo: lo Story Mode è debole e alquanto breve e, inoltre, come le altre due modalità disponibili, non prevede null’altro che combattimenti in sequenza. Come non bastasse, la CPU non offre un livello di competitività sufficientemente alto. Combattere negli Holosseums è indubbiamente divertente, la frenesia e l’esaltamento saranno comunque i vostri compagni per le prime ore di gioco. E dopo… beh, se avete un amico le cose possono cambiare, in caso contrario questo Custom Robo: Battle evolution si potrebbe rivelare un prodotto estremamente breve, forse anche troppo per meritare le 55 carte necessarie per portarselo a casa. A voi la scelta.

Voto Recensione di Custom Robo: Battle Revolution - Recensione


7.2