Anteprima

Cursed Mountain

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a cura di Dr. Frank N Furter

L’Himalaya, la più grande catena montuosa del mondo, luogo di leggende e numerose pellicole cinematografiche di spessore. Rendere questo posto mistico un’ambientazione per un videogioco non era affatto facile, ma i ragazzi di Deep Silver non si sono fatti intimorire e hanno sviluppato il titolo di cui oggi parleremo: Cursed Mountain. Il progetto è apparso subito ambizioso e porterà una ventata d’aria fresca per quanto riguarda il genere horror/adventure mettendo al centro della storia un comune cittadino degli anni Ottanta alle prese con la disperata ricerca del fratello scomparso, attraverso un viaggio che lo porterà a visitare luoghi completamente al di fuori del suo mondo. Scoprite con noi come sta procedendo lo sviluppo del gioco in questo primo hands on.

Tratto da una storia veraLa prima cosa da sapere quando si parla di Cursed Mountain è l’assoluta (in senso lato) veridicità delle sue fondamenta storiche in quanto, quasi tutte le informazioni, i nomi, le divinità di cui leggerete in seguito sono tratte dalla religione buddhista. La trama ci porta indietro nel tempo, più precisamente verso la fine degli anni Ottanta, periodo in cui apparecchiature come il GPS o i telefoni satellitari non erano ancora state sviluppate. E’importante conoscere questo dettaglio poiché anch’esso contribuisce a creare quella sensazione di angoscia e solitudine che il titolo vuole trasmettere, la presenza di tecnologie così avanzate avrebbe senz’altro distrutto l’alone di misticismo del gioco.Il protagonista risponde al nome di Eric Simmons, egli è alla ricerca di suo fratello, scomparso misteriosamente durante la scalata del monte Chomo Lonzo (una montagna inventata dagli sviluppatori). L’unica informazione riguardante la sparizione del ragazzo pare ricollegarsi al mancato “rituale dell’offerta” prima d’aver cominciato l’arrampicata. Per questo motivo la maledizione della montagna si è abbattuta su di lui e starà ad Eric riuscire a salvare suo fratello da una situazione a dir poco disperata. Una volta giunto alle pendici del monte Chomo Lonzo, Eric si ritrova all’interno di una città disabitata, completamente deserta, l’intera area è sotto una strana maledizione: l’anima di tutti quelli che muoiono rimane intrappolata in una sorta di limbo chiamato Bardo. In questo stato lo spirito di ogni essere umano subisce una mutazione non tanto fisica ma caratteriale diventando estremamente aggressivo contro le creature viventi. Il design di questi esseri non è rappresentato da forme grottesche o bestie sanguinanti ma può essere riassunto come figure in bianco e nero, quasi eteree ma estremamente feroci. Come se non bastasse, anche la città ricalca le stesse tinte grigiastre dei suoi “abitanti” riflettendo un mondo oscuro, decadente, morto, per l’appunto maledetto. L’atmosfera è davvero di grande impatto visivo, si riesce a percepire la solitudine di Eric grazie anche alla maestria posta dai ragazzi di Deep Silver nel realizzare l’architettura della cittadina stessa fatta di vicoli stretti e claustrofobici. La figura della montagna stessa è volutamente inquietante e negativa in quanto essa appare sempre visibile durante tutto l’arco della storia come ad indicare una sorta di “occhio vigile” su Eric. Una presenza malvagia, la natura contro l’uomo, il quale tenta di sfidare una forza molto più grande di lui.

Dal Bardo al NirvanaIn precedenza vi abbiamo parlato delle anime maledette che vagano nei vicoli della città. Nonostante Eric sia una persona normale, anche piuttosto scettica e non incline a credere nella religione, ha con sé un’arma molto particolare, una piccozza. Questo attrezzo ha diversi utilizzi, il primo è quello classico nell’attività quotidiana di ogni scalatore e quindi pertinente allo scopo del nostro eroe: scalare il monte per raggiungere il fratello. L’altro, meno conosciuto ai più, è la somiglianza della piccozza di Eric con l’arma appartenente alla divinità buddhista Vajrapani, una delle tre figure protettrici di Buddah. Esso rappresenta la forza, la potenza e, proprio grazie alla sua arma, egli combatteva i demoni legandoli poi con il cappio presente nell’altra mano. La stretta correlazione tra i due oggetti fa intuire come l’oggetto in possesso del nostro protagonista giochi un ruolo fondamentale nel difendersi dalle oscure presenze della città. Durante la nostra prova abbiamo rinvenuto un oggetto da attaccare all’arma in dotazione, trasformandola così in uno strumento adatto a liberare le anime dei morti. Non appena siamo usciti da una delle abitazioni è arrivata la possibilità di sperimentare la nostra scoperta. In pratica la piccozza ora è in grado di sparare dei globi luminosi capaci di ferire il nemico e portarlo ad uno stato in cui è possibile “liberare” la sua anima e farle raggiungere il Nirvana. Questo procedimento consiste nel mimare con il Wii Remote lo stesso simbolo a schermo. Nel nostro caso bisognava colpire dall’alto verso il basso ricreando un movimento obliquo ma con una leggera curvatura. Il simbolo da riprodurre cambierà nel corso del gioco man mano che rinverrete nuovi oggetti da attaccare alla piccozza divenendo sempre più complesso da attuare.Nel corso del combattimento, il mondo attorno a noi subisce un radicale cambiamento, s’ingrigisce, una strana foschia cala sulla città, una “pioggia” di cenere proviene dal cielo. Siamo nel Bardo.Una volta terminato il rituale l’anima dell’avversario viene liberata e, per dimostrarvi la sua riconoscenza per la grazia ottenuta, vi ripristinerà una parte dell’energia vitale.Parlando del sistema di controllo possiamo affermare la sua totale affidabilità e comodità. Vengono utilizzati sia il Wii Remote sia il Nunchuk: con l’analogico si muove il personaggio, il pulsante A serve per interagire con l’ambiente e per attaccare con l’arma, scuotere in maniera frenetica il telecomando Wii sarà indispensabile per liberarsi dalla morsa nemica mentre il tasto B sarà utile per sparare i globi luminosi di cui parlavamo poco fa durante la liberazione delle anime maledette.In ultimo vi segnaliamo l’estrema bontà della colonna sonora non tanto per dei brani in particolare (aspettando la versione definitiva) ma per gli effetti sonori che vi accompagneranno durante l’esplorazione: essi sono azzeccati in ogni occasione, pronti a farvi saltare in piedi quando meno ve l’aspettate.Nel complesso questa produzione ha mostrato interessanti qualità ed un potenziale che potrebbe portare ad un titolo davvero interessante, sperando che il tutto venga confermato regalando agli utenti Wii un’avventura da ricordare.

– Ambientazione intrigante

– Numerosi dettagli narrativi da scoprire

– Tantissimi riferimenti e collegamenti con la religione buddista

– Gameplay interessante

Cursed Mountain si prospetta come un titolo dalle qualità e dell’atmosfera senza precedenti. La storia narrata ha tante possibilità di evolversi in diversi modi, evitando i classici cliché da racconto del terrore, senza contare gli innumerevoli riferimenti alla religione buddista.

Il comparto tecnico ha dalla sua grandi ambienti in 3D caricati sempre in real time senza tempi morti tra un’area e l’altra, ricco anche di dettagli nell’abitazioni esplorabili e nella modellazione poligonale dei personaggi principali. L’attesa per tutti gli utenti Wii terminerà questo autunno, nel frattempo continuate a seguire Spaziogames per tutti gli aggiornamenti e la recensione completa del titolo, non appena si renderà disponibile.