Ci aspettiamo un carosello emozionaleAvete mai giocato con le ombre cinesi, per dare vita a lupi possenti o draghi alati? Messo in controluce un piccolo soldatino, per trasformarlo in un gigante? In Contrast, titolo sviluppato da Compulsion Games, il gameplay si baserà esattamente sui giochi di luce, o meglio i giochi di ombre, che permetteranno alla simpatica coppia di protagoniste di avanzare nei livelli in maniera atipica: interagendo con le ombre stesse, come se fossero concrete. Una “magia” si sposa con lo stile noire anni ’20, con spiccati elementi da Cabaret, Burlesque.
Voici le moulin rouge…se preferite. Un’atmosfera che contrasta nettamente, invece, con i canoni videoludici cui siamo spesso abituati, non fosse per la saga di
Bioshock, dalla quale pare trarre ispirazione nel design dei personaggi.
Il giocatore prende i panni di Dawn, l’amica immaginaria di Did, bambina con alle spalle un passato di solitudine. Genitori impegnati nelle rispettive attività di circense lui, e di cantante cabarettista lei. Troppo presi per dare le dovute attenzioni ad una bambina, obbligata a colmare il gap emozionale con la fantasia. Did è arrivata al punto di elaborare un proprio mondo o, per essere più precisi, di vedere addirittura una versione alternativa di quello che realmente ha davanti agli occhi. Un mondo nel quale decide di affrontare un viaggio per raggiungere la madre, da lei distante in cerca di fama, facendosi accompagnare dalla compagna creata dalla sua immaginazione. Sì, alla prima lettura l’incipit, o quantomeno la creazione di mondi paralleli e immaginari, ricorda in qualche modo
Il Labirinto del Fauno di Guillermo del Toro, ed è in geneale un tema toccato a più riprese da cinema e narrazione, ma il semplice twist della trama legato al ricongiungimento con la madre sembra di per sé una piccola chicca. La narrazione avverrà infatti dal punto di vista di una bambina inesperta del mondo, che vede molti degli elementi della realtà alterati, sapendone cogliere solo gli aspetti più cupi. Le ombre, appunto, che in quanto riflesso della realtà appaiono più grandi e spaventose che nel mondo reale, tantopiù dagli occhi di una bimba. E’ proprio con questo particolare contrasto che piccoli eventi nella trama diventano importanti svolte, piccole ombre grandi ponti, e piccoli personaggi, grandi protagonisti. O almeno speriamo, lo scopriremo presto.
L’interazione tra le protagoniste, il contrasto tra luci e ombreContrast basa principalmente il proprio gameplay sugli elementi canonici dell’adventure-game in terza persona, che lascia spazio, tramite la pressione di un apposito tasto, a quella del più classico platform bidimensionale. L’alternanza delle due forme di gameplay è di fatto la via principale da percorrere per risolvere i puzzle ambientali posti davanti al giocatore. Immaginate di avere un ostacolo di fronte, e vedere stagliata sul muro di fianco a voi l’ombra del carosello di un parco giochi. Illuminati dalla giusta posizione, i cavalli della giostra creano immaginarie piattaforme sulla parete, da affrontare con un tocco su gamepad o tastiera. Da luce si passa ad oscurità, da corpo a ombra eterea, ed eccovi salire sull’intangibile cavallo, saltando a quello successivo, e ancora sin oltre l’ostacolo, per poi tornare corporei, pronti a correre ancora. Dawn, in quanto entità immaginaria, avrà il potere di passare da uno stato fisico, se di fisico si può parlare non esistendo, di fatto, ad una forma di oscurità. Did, dal canto suo, dovrà aiutare l’amica creando per lei le ombre che le servono per superare le difficoltà, giacché da sola l’inconsistente Dawn non può interagire con oggetti reali. Il platform è uno di quei generi sempre capaci di rinnovarsi, soprattutto da quando il panorama Indie ha fatto sì che le menti più creative giocassero con elementi della fisica o, appunto, delle luci e ombre per creare qualcosa di originale, e sebbene la soglia del porre silhouettes nere stagliate su sfondi colorati sia già stata varcata – ricordiamo tra i meglio riusciti
Limbo e
Deadlight, o l’ancor più attinente
Lost in the Shadow (La Torre delle Ombre) – affiancare un gameplay basato sul doppio utilizzo dei personaggi che alterna tridimensionalità a bidimensionalità, ad una narrazione poetica e a modo suo anche dark ed inquetante, per quanto visto sinora, sembra possano essere le chiavi giuste per dare a Contrast un elemento di… contrasto dai titoli citati.