Recensione

Condemned: Criminal Origins

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a cura di rspecial1

Con l’arrivo della nuova console Microsoft ecco giungere anche i primi titoli sviluppati dalle terze parti appositamente per essa e non solo le conversioni “riviste e corrette” di una manciata di giochi multipiattaforma. Come si potevano presentare su una macchina che si chiama Xbox i programmatori della Monolith se non con uno sparatutto in prima persona? Ecco in sostanza cos’è questo Condemned anche se si mostra un po’ meno classico del previsto e con qualche interessante spunto nel gameplay. Andiamo quindi a tuffarci nella nuova generazione di videogiochi, in quella che per lo zio Bill sarà l’era dell’alta definizione, della grafica iper-realistica con effetto di bump mapping a go go.

Le origini del crimine!Come molti sapranno i ragazzi della Monolith Productions non sono nuovi al genere dei FPS, anzi grazie ad alcuni di essi si sono fatti le ossa e creati una certa fama nell’ambiente, parliamo per chi non lo avesse capito di giochi del calibro di No One Lives Forever, Alien Vs Predator 2 ed il più recente F.E.A.R.. Con questo loro primo progetto per Xbox 360 però hanno deciso di non proporci il classico sparatutto ma di cercare di mischiare tra loro molti più elementi per ricreare un’atmosfera di gioco ed un gameplay unico e, se mi passate il termine, originale. Ma cominciamo dal principio, ovvero dalla storia che muove le file del gioco. Nei panni di Ethan Thomas, un membro della Serial Crime Unit (SCU), dovrete indagare sui dei crimini commessi in una oscura città da un pericoloso serial killer, purtroppo però non sarete cosi furbi da andare in “missione” armati di mitra e bazooka e quindi quasi subito durante le vostre ricerche verrete assaliti da una misteriosa figura che vi lascerà disarmati. Con l’aiuto della vostra collega Rosa, con la quale sarete costantemente in contatto tramite telefono, e di un anonimo “amico” dovrete far luce sugli avvenimenti che stanno sconvolgendo la città e…beh, salvare il mondo da un grande pericolo ovviamente. Cominciamo a parlare delle atmosfere del gioco, dovete sapere che gli ambienti che andrete ad esplorare saranno molto cupi e con un look più da survival horror, molto simile al già citato F.E.A.R., in cui il terrore la farà da padrone con la “strizza” che vi accompagnerà ad ogni passo che farete. Il gameplay vero e proprio però non è convenzionale come si potrebbe pensare, Condemned infatti è molto lento nella sua azione e non si baserà sulle sparatorie come si potrebbe erroneamente supporre, ma su armi non convenzionali. Ebbene, le armi da fuoco che troverete durante l’avventura non saranno mai molto cariche ed avranno lo spiacevole difetto di scaricarsi quasi subito lasciandovi apparentemente indifeso, diciamo cosi perché l’”originalità” del titolo Monolith sta nell’interazione del protagonista con l’ambiente circostante, semplicemente potrete fare quasi di tutto. Non importa se non avete una pistola, basta guardarsi intorno per trovare un qualcosa da spaccare in testa ai vari nemici, non solo spranghe o barili ma anche oggetti che “creerete” voi, ad esempio potrete rompere delle tubature per procurarvi un bel tubo d’acciaio o distruggere una panca per prendere un pezzo di legno ecc. ecc. Per attaccare avrete anche la capacità di sferrare calci o stordire per un po’ di tempo i nemici. Impressionante il numero di azioni che potrete compiere e delle armi di fortuna che potrete usare. Oltre ai combattimenti però la maggior parte delle volte dovrete girovagare per i livelli in cerca d’indizi per scoprire chi è il serial killer, proprio per fare ciò avrete a vostra disposizione una sorta di PDA che riuscirà a raccogliere e scannerizzare ogni minima traccia presente per i livelli ed inviarla all’amica Rosa per una più attenta analisi; altro fattore che caratterizza Ethan è una sorta di sesto senso che gli permette di avere delle visioni, come dei flashback, che gli mostreranno ciò che è accaduto sulle varie scene del crimine (un po’ come già visto nella serie televisiva C.S.I.).

Pazzi ovunqueLa cosa migliore del titolo è la sua atmosfera, la sensazione che proverete durante le varie esplorazioni è sempre quella di essere osservati e costantemente pedinati, se a tutto ciò aggiungete che i vari nemici sbucheranno quasi dal nulla o in situazioni sempre poco adatte capirete che anche il vostro livello di guardia sarà sempre alto. Per ciò che riguarda gli scontri concludiamo solo sottolineando l’estrema violenza di essi, o meglio la straordinaria sensazione di violenza che trasmettono (colpire un pazzoide in testa con forza nel gioco è molto realistico e crudo o vederli cercare di fermare lo scorrere del sangue quando perderanno un orecchio, ma anche quando le prenderete non sarà piacevole…). Purtroppo però non tutto è perfetto in questo Condemned ed alcune pecche ne minano il gameplay non rendendolo quel must, nè quella killer application che farà vendere più console Microsoft. Nonostante l’ottima interazione con i fondali il gioco risulta di per se troppo lineare con il personaggio principale non solo lentissimo nei movimenti ma anche incapace di saltare ostacoli ridicoli che gli si frapporranno per proseguire il suo cammino; se considerate che spesso dovrete camminare, per esplorare le varie zone, a lungo e che non sempre troverete qualcosa ma anzi la maggior parte delle volte finirete con un pugno di mosche, la frustrazione vi sembrerà sempre pronta ad assalirvi ad ogni minuto se poi vorrete accelerare il passo sappiate che per correre dovrete usare lo stick di sinistra…scomodissimo. Altro difetto è la semplicità del gioco, sebbene la ricerca d’indizi e la scansione siano tutti elementi positivi la loro implementazione è sbagliata; a differenza di ciò che accade ad esempio in Metroid non potrete scansionare ciò che vi pare ovunque, ma vi verrà detto cosa fare ed oltre ciò l’analisi dei dati sarà tutta automatizzata rendendo di per se l’atmosfera poliziesca compromessa. Ma non è finita qui, infatti in alcuni momenti vi troverete di fronte a dei piccoli puzzle da risolvere per proseguire la missione, il problema è che spesso saranno molto semplici e che altrettanto spesso vi verrà anche detto cosa fare per risolverli, per fare un esempio il più delle volte troverete dei passaggi sbarrati o porte chiuse, ecco quindi che dovrete cercare un asce od un oggetto utile ad aprirle. Tutti questi elementi rendono il gioco poco duraturo, la longevità infatti è limitata viste le caratteristiche del prodotto Monolith non è possibile neanche parlare di ri-giocabilità…la voglia di ricominciare il tutto da capo una volta terminato il gioco è infatti quasi nulla.

Grafica da Next-Gen……mica tanto. I ragazzi della Monolith hanno fatto un ottimo lavoro per ciò che riguarda la grafica del gioco, nonostante ciò però la sensazione di non essere di fronte ad un titolo che sfrutti a dovere le potenzialità della nuova macchina e che quindi non renda effettivamente la differenza netta tra la vecchia generazione e questa nuova, è evidente. Ad esempio, nonostante la grande interazione che si ha con i fondali per ciò che riguarda il recuperare le armi sia elevata manca globalmente un interazione più approfondita riscontrabile nel semplice motore fisico del gioco che non fa ad esempio abbassare determinati oggetti se ci passeremo di sopra. Nulla da dire invece per gli effetti di luce, splendidi ed usati in maniera perfetta per ricreare la giusta atmosfera del titolo, e neanche sulle animazioni dei personaggi che si muovono in modo fluido e realistico. Le musiche sono discrete, creano una forte tensione nelle situazioni più concitate ma in generale non si elevano mai più di tanto. Ottimi invece i campionamenti sonori e le varie voci dei personaggi e delle urla che sentiremo molto spesso.

– Atmosfera

– Interazione con i Fondali

– Aspetto grafico e sonoro di buon livello

– Troppo lineare

– Troppo semplice

– Non dura molto…

-…e non lo rigiocherete neppure

7.8

Il nuovo prodotto della Sega si presenta come un buon mix tra sparatutto in prima persona e classico survival horror. Purtroppo la troppa linearità e semplicità uniti ad una ri-giocabilità quasi nulla rendono questo Condamned un videogioco nella media che però presenta alcune novità che, se ben sfruttate in futuro, potrebbero rivelarsi molto interessanti.

Voto Recensione di Condemned: Criminal Origins - Recensione


7.8