Recensione

Colin McRae: DiRT 2

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a cura di Sidmarko

Nato come un videogioco di rally con l’obiettivo di restituire un modello di guida decisamente improntato alla simulazione, Colin McRae, dopo l’acquisizione del suffisso Dirt, ha cambiato direzione, proponendo un videogioco di guida più arcade e alla portata di tutti. Se il realismo ne ha risentito, non si può dire lo stesso per il divertimento. Colin McRae Dirt 2 è inoltre il primo capitolo della famosa saga ad essere rilasciato dopo la morte del compianto McRae, il grande campione scozzese di rally morto per un tragico incidete in aereo, che ha dato il nome a questo fortunato marchio. Grazie Colin.

Dura la vita dal rallistaLa professione del rallista, come la si vede in Dirt 2, si avvicina molto allo stereotipo di uomo nomade, tutto corse e macchine, che se ne va in giro per il Mondo ad affrontare i vari eventi con la sua roulotte.Questa roulotte, nella pratica, rappresenta il menù di gioco, dove, una volta entrati, si può scegliere se cimentarsi in uno dei tanti eventi che offre la modalità carriera, denominata “Tour Dirt”, controllare la disponibilità di qualche nuovo aggiornamento, giocare una partita in multiplayer (locale o online) oppure accedere alla sezione “le mie cose”. Quest’ultima contiene tutti i dati delle varie statistiche di gioco, gli obiettivi sbloccati, ma dà anche la possibilità di cambiare il copilota o vedere che rapporto corre fra voi e gli altri piloti (che hanno i nomi reali dei concorrenti WRC), ovviamente in base ai risultati che otterrete sulla pista. Starà a voi convincere l’aggressivo Dave Mirra che siete una leggenda, oppure evitare l’anonimato nei confronti del “Funambolo” Travis Pastrana. Sarà anche possibile cimentarsi in vere e proprio sfide testa a teste che vi verranno proposte da questi campioni, oppure partecipare ad eventi a squadre scegliendo uno di loro come compagno. Questo aspetto non è stato troppo approfondito, ma è comunque un modo interessante per porre il giocatore in un contesto in cui si senta partecipe e parte integrante di un meccanismo, abbastanza da evitare la sensazione di correre senza un motivo abbastanza stimolante.

Tour DirtLa modalità carriera, ovvero il “Tour Dirt”, è raffigurato da una mappa del mondo divisa in zone come Marocco, Croazia, Cina, alcune delle quali verranno sbloccate in seguito, all’aumento di livello. A loro volta, queste zone contengono vari eventi, divisi in tre categorie: esordiente, pro e all star. Il completamento di questi eventi consegna al giocatore, oltre a nuove livree e accessori da mettere sul cruscotto, premi in denaro per acquistare nuove macchine; e i punti esperienza che permettono di aumentare il livello del pilota, e cosi sbloccare nuove gare. Vi sono anche altri eventi sbloccabili: i World Tour e gli X Games. I primi sono composti da cinque gare di una determinata tipologia, che si svolgono in giro per il Mondo, mentre gli X Games, esistenti anche nella realtà, sono tre: Asia, Europa e America e sono composti da eventi misti che si disputano sul suolo del continente rappresentato. Come negli altri, anche una volta vinte queste competizioni, vengono regalati dei premi: accessori, livree o veicoli di qualche anno fa oppure un po’ particolari, che si vanno cosi a sommare ai pochi a disposizione (circa una trentina). In Dirt 2 c’è una grande varietà di sfide. Oltre alle classiche modalità come rally o rally cross, ve ne sono alcune più particolari: Domination dove vince chi realizza il tempo migliore nei settori in cui è diviso il percorso; Last Standing Man in cui il pilota in ultima posizione viene eliminato dalla gara e cosi fino ad arrivare al secondo pilota, quindi il vincitore è semplicemente chi riesce a non trovarsi mai in ultima posizione, fino ad arrivare primo. Infine, l’evento che vince il premio di più particolare, e anche divertente, è sicuramente Gate Crasher, in cui il giocatore, nella modalità di gara rally, deve riuscire a prendere in pieno dei pannelli di gomma piuma che si piazzano, in linea di massima, sulla traiettoria di guida, a mo’ di slalom speciale. Ad accompagnarsi ad un’ottima varietà di competizioni, ci pensa anche una buona diversificazione dei paesi in cui gareggiare, anche se i tracciati a disposizione non sono proprio moltissimi A sottolineare il marcato cambio di direzione rispetto al passato, già visto con Dirt, è da vedere nella sempre più evidente diminuzione di gare in modalità solitaria, a dispetto della sempre più forte presenza di corse con più avversari.

Flashback RallyIl gameplay, come già detto nell’introduzione, è ben lontano da quello che si era abituati a vedere anni fa. Siamo di fronte ad un modello di guida decisamente arcade, che però non disdegna un’ottima interazione con l’ambiente circostante e una simulazione della fisica negli impatti e nelle manovre, diversificandosi a seconda del veicolo utilizzato o della tipologia di terreno sotto le gomme. Il tasso di difficoltà a livello di gioco basso è veramente casual, anche per colpa di una intelligenza artificiale mediocre, ma selezionando livelli superiori, anche Dirt 2, come nel passato, richiede molto impegno da parte del giocatore e sa regalare grandi soddisfazioni. I danni alle vetture possono essere solo visivi oppure completi, una scelta questa, che non cambierà di molto il vostro approccio alla gara, visto che il sistema di simulazione dei danni è di manica larga. Schiantarsi a duecento chilometri orari contro un muro o una pianta sarà l’unico modo per mettere veramente K.O. la vostra auto, mentre tutti gli altri scontri durante la gara porteranno al massimo un danno lieve, che in termini di gioco, significa una tendenza del veicolo a spostarsi leggermente di lato. Comunque, se l’ultimo schianto vi dovesse procurare l’eliminazione, si può ricorrere al flashback, una caratteristica già vista in altri giochi di guida come il fratello GRID e che permette di tornare indietro nel tempo per correggere l’ultima manovra effettuata. A risentire maggiormente della natura arcade di Dirt 2 è la quasi totale assenza di una customizzazione nei veicoli. Le uniche personalizzazione presenti constano nel cambiare livrea, aggiungere accessori interni, oppure modificare i settaggi di gara, ma sempre in modo poco approfondito.

Troppo sporco per essere veroGraficamente il lavoro Codemasters si rivela molto pulito e con una grande cura nei dettagli. I fondali presentano una grande profondità di campo e una caratterizzazione di buon livello, nonché sempre fedeli nel rappresentare le ambientazioni in base alla zona in cui si trova il tracciato, dalle verdi giungle della Malasya ai suggestivi canyon dello Utah. I modelli poligonali dei veicoli sono curati in ogni minimo particolare e sono stracolmi di poligoni e di texture in alta definizione. Gli effetti grafici come luci, ombre ed effetti particellari sono sempre precisi e rendono alla perfezione durante la corsa, peccato per gli shader dell’acqua che potevano essere realizzati con più cura, soprattutto nei riflessi. Menzione di merito va fatta per la grande novità che porta con se Colin McRae su PC, ovvero la presenza delle nuove librerie Microsoft DirectX 11. Durante la nostra prova, abbiamo provato a visionare il gioco con Directx 10 e 11, ma la differenza è risultata pressoché invisibile, fatta eccezione per l’effetto grafico di interazione fra il veicolo e le pozze d’acqua sparse lungi i tracciati, che è risultato leggermente più realistico andando a formare alcune increspature, assenti con le vecchie librerie. Dirt 2 è il primo gioco a fare uso di questa nuova tecnologia, quindi è normale che questa sia sfruttata in modo ancora irrisorio, dovremo quindi attendere prima di poter giudicare. Ricordiamo, inoltre, che per poter utilizzare il gioco in DirectX 11 è necessaria una scheda grafica Ati Radeon della serie HD 5700. Il problema dell’effetto tearing, presente nelle versioni console, è stato aggirato con la possibilità di attivare il V-Sync. Ovviamente, per potere godere al meglio di tutti questi effetti grafici è necessario disporre di un computer particolarmente pompato, motivo in più per cogliere l’occasione di aggiornare propria macchina da gioco. Per quanto riguarda l’audio, la campionatura del suono dei motori è molto precisa e simile all’originale, ottime anche le canzoni di sottofondo che rendono l’atmosfera piuttosto grintosa.

HARDWARE

Requisiti minimi: – Processore Pentium 4 a 3.0 GHz– 1 GB di memoria RAM (2 GB per Vista)– scheda video GeForce 6800 o Radeon X1500Requisiti consigliati:– SO Windows Vista o 7– Processore Intel Core i7 o AMD Phenom II– 3 GB di RAM– Scheda video della famiglia ATI Radeon HD 5700 (uniche a supportare le DirectX 11)

MULTIPLAYER

L’ottima longevità garantita dal Tour Dirt può farsi vanto anche di un comparto multiplayer online e locale che garantisce partite online fino ad 8 giocatori, i quali possono gareggiare fra di loro e creare tornei personalizzati. Durante le nostre sessioni di prova le partite sono risultate sempre molto fluide senza nessun problema di rallentamento.

– Grande varietà di eventi

– Comparto tecnico ottimo

– Divertente e per certi versi appagante

– Multiplayer fluido e ben realizzato

– Meno rally

– Pochi veicoli

– Customizzazione dei veicoli quasi assente

8.5

Dirt 2 porta avanti la strada già intrapresa dal suo predecessore, approfondendo i vari aspetti del gameplay e migliorandone l’aspetto grafico. La longevità è altissima, grazie al ricco Tour Dirt che propone una grande varietà di eventi e un comparto multiplayer ben realizzato. Il modello di guida, sebbene sia arcade, a livelli di difficoltà elevati diverte e appaga anche i giocatori più capaci, a patto che questi non pretendano troppo in termini di realismo. I cultori delle simulazioni di corse rally in solitaria dove c’erano solo strada e macchina, non vedranno forse in questo prodotto una scelta azzeccata, ma resta comunque un ottimo titolo di guida, per chiunque.

Voto Recensione di Colin McRae: DiRT 2 - Recensione


8.5