Recensione

Cold War

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

Quando la Ubisoft presentò in anteprima l’innovativo Splinter Cell, precursore del genere “stealth”, si trattava del primo episodio di una lunga serie destinata ad offrire al giocatore un diverso approccio relativo ad un gameplay alquanto insolito: nacque così un genere che, tutt’oggi, continua a prosperare, seppur con minore intensità, nel mercato dei giochi per PC ed in quello che vede protagoniste le console più gettonate, di ultima generazione. In quest’universo affollato di videogame, dalle caratteristiche sempre più disparate, la categoria dello stealth game fa la conoscenza di Cold War, uno dei suoi ultimi protagonisti, entrato a far parte anch’esso con discrezione di un mondo ancora tutto da esplorare.

Gli anni oscuri della Guerra FreddaSviluppato da Mindware Studios e prodotto da Dream Catcher, Cold War ci riporta indietro di qualche anno, nel bel mezzo della guerra fredda, un periodo che mai nessun altro è stato così carico di tensione, tanto da rendere evidente l’affidamento totale del nostro destino nelle mani di due superpotenze mondiali: la Russia e gli Stati Uniti. E’ proprio all’interno di questi districati meccanismi diplomatici che s’inserisce la vicenda di un giovane giornalista americano, di nome Matthew Carter, inviato nell’ex Unione Sovietica in cerca di un servizio scandalistico per conto della stampa statunitense. Ma la sua eccessiva curiosità, accompagnata dalla brama del successo, lo spingono oltre quel confine delimitato dalla sua professione e da un momento all’altro si ritrova vittima di un complotto internazionale. Accusato, infatti, di essere una spia del governo americano viene sbattuto nel carcere di Ljubjanka e pestato a sangue. Ripresi i sensi, si accorge che è stato spogliato di tutti i suoi beni, eccezion fatta per una particolare macchina fotografica a raggi X, e per evitare di finire il resto dei suoi giorni in quella prigione, decide di darsi alla fuga e di rimettersi sulla strada del ritorno per l’America.

Usare l’ingegno per la sopravvivenzaCold War è uno stealth game che riprende le ormai pluricollaudate meccaniche di Splinter Cell, ampliandole con alcune caratteristiche veramente uniche che lo distinguono dal resto degli altri esponenti del genere. In primis il protagonista non è il solito soldato super addestrato per sopravvivere a situazioni di questo tipo ma un semplice giornalista in T-Shirt e Blue Jeans. Non avendo ricevuto un addestramente adeguato lo troveremo quindi impossibilitato ad eseguire azioni degne di un vero “secret agent”. Tuttavia notiamo subito che, nonostante ciò, si trova decisamente a suo agio ad utilizzare armi di qualsiasi genere, mostrano un’accuratezza davvero eccezionale, cosa che stona un po’ con la caratterizzazione e collocazione del personaggio. L’azione è quella tipica di un stealth action game, con l’esigenza di nasconderci nell’oscurità per evitare di essere visti, aiutati anche da un indicatore apposito che ci mostra il grado di visibilità agli occhi del nemico, e far in modo di cogliere di sorpresa i nostri avversari per metterli fuori gioco e continuare l’esplorazione dei vari ambienti. Di questi è inoltre possibile esaminarne il corpo alla ricerca di oggetti che potranno essere utili.Uno degli aspetti originali del titolo risiede nella possibilità per Carter di costrursi dei propri dispositivi, come un provetto McGuyver. Infatti durante la nostra avventura raccoglieremo diversi componenti che, grazie ad appositi documenti contenenti progetti, riusciremo a combinare da loro per ottenere qualcosa di utile, come proiettili non letali, mine che rilasciano gas, bombe controllabili a distanza e molto altro ancora. In realtà questa simpatica trovata lascia il tempo che trova, in quanto per la maggior parte dei casi basterà semplicemente seguire la solita procedura nasconditi-stendi gli avversari-continua, quindi perchè complicarci la vita?Un’altro aspetto interessante risiede nella macchina fotografica del protagonista. A differenza di quelle utilizzate dai reporter di tutto il mondo, infatti quella di Carter è dotata di un visore a raggi X in grado di vedere quello che si trova oltre ai muri, mostrandoci così la posizione dei nemici (visualizzati come scheletri). Come se non bastasse, ha la capacità di stordire gli avversari con un flash “radioattivo”, così come di sovraccaricare gli impianti elettrici, come le luci di un corridoio.Cold War ci propone una serie di missioni per il cui conseguimento devono essere portati a termine diversi obiettivi. A tal proposito, avremo la possibilità di compiere le missioni secondo le varie alternative che ci vengono offerte. Sempre rimanendo in tema di libertà, si potranno esplorare liberamente gli ambienti circostanti o fermarsi per qualche minuto a ragionare sul da farsi, senza che ciò influisca sul risultato della missione. E’ proprio quest’aspetto del gioco a registrare frequenze cardiache relativamente basse, in un genere in cui dovrebbe accadere il contrario. In alcune situazioni dovremo anche agire in coppia, coordinando le azioni via radio, ad esempio indicando al nostro compagno quando la strada è libera mentre noi stiamo osservando la situazione dalla stanza di controllo delle telecamere, oppure dire a qualcuno di fare rumore in modo da distrarre le guardie che sono situate vicino alla porta dove dovremo entrare e così via. Le cutscene che raccontano lo svolgersi degli eventi non sono realizzate con l’engine del gioco ma con dei fumetti simili nello stile a quelli di XIII.Da menzionare la scarsa I.A. degli avversari, ad esempio uccidendo da breve distanza un nemico con un colpo dritto alla testa, un soldato nelle vicinanze non si accorgerà di nulla, come se non avesse sentito neppure il rumore dello sparo; a quanto pare sembra che manchi una vera e propria routine per l’individuazione dei rumori. Tra l’altro anche nel caso vi scoprissero e voi vi nascondete dietro ad un oggetto,”intelligentemente” loro spareranno ugualmente verso di noi, nonostante le pallottole non possano raggiungervi, questo per evidenziare un’altra lacuna dell’intelligenza artificiale avversaria. In compenso però mostrano un accuratezza e dei tempi di reazione quasi inumani, quindi affrontarli in gruppo non è decisamente una buona scelta, visto che porta a morte certa.

Aspetto TecnicoCold War propone una grafica non troppo curata, sopratutto riguardo il numero di poligoni dei vari personaggi e le texture che li ricoprono. Inoltre la gestione delle luci non è certo degna di uno stealth game, mostrandosi fin troppo grossolana. In pratica una veste grafica del genere, pur dimostrandosi più che sufficiente, sà fin froppo di “vecchio”.Sul fronte audio nulla di nuovo sotto il sole, sia gli effetti sonori che le musiche che accompagneranno le nostre avventure sono abbastanza anonime e non risaltano in nessun ambito.La durata del titolo si attesta sulle 8 ore.

– Ottima ambientazione di gioco

– Cut-scenes originali

– Grafica poco curata

– Ripetitività dell’azione

– I.A. lacunosa

6.5

Cold War poteva essere un titolo che avrebbe potuto portare una ventata d’aria fresca al genere, in virtù dell’utilizzo della macchina fotografica a raggi X e le capacità di “improvvisazione” del protagonista. In realtà queste parti non sono state sviluppate adeguatamente, facendo decadere il gioco nella ripetitività dell’azione di gioco, tutto questo unito ad una realizzazione tecnica non all’altezza delle ultime uscite. Consigliato solo ai fan più accaniti degli stealth game.

Voto Recensione di Cold War - Recensione


6.5