Recensione

Codename: Panzers - Phase One

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a cura di Maxduro

Nel 2001, i ragazzi della Stormregion irrompono nel panorama videoludico con un titolo considerevole ambientato in una parodistica visione della seconda guerra mondiale ed intitolato S.W.I.N.E (che in inglese si pronuncia “suain” che significa maiale!) in cui maiali e conigli si combattevano su campi di battaglia con mezzi militari. Nel 2004, Forti degli apprezzamenti generali suscitati dal titolo in questione e dell’esperienza acquisita, danno alla luce qualcosa di molto più realistico e rifinito. Si tratta di un RTS bellico ambientato nel cuore della seconda guerra mondiale e che rappresenta solo il primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia di videogame, ovviamente sto parlando di Codename Panzers: Phase One (CPPO). Catapultato in una giungla di giochi simili, la sfida di CPPO non è semplice e nell’ambito di un panorama videoludico per PC che sembra numericamente dominato dagli RTS di tutti i tipi, siamo qui per scoprire se CPPO è riuscito nella durissima sfida di elevarsi rispetto alla agguerrita concorrenza e di apportare nuova linfa al mondo dei simulatori strategici in tempo reale. Vi preannuncio sin da ora che per molti aspetti CPPO soddisfa pienamente le aspettative degli appassionati e, pur non introducendo nessun elemento davvero rivoluzionario nel genere, risulta un gioco talmente ben strutturato e curato da guadagnarsi un posto di tutto rispetto fra i capisaldi del suo genere.

Gaudio per gli occhi Il primo, più impressionante approccio con CPPO riguarda senza dubbio l’aspetto grafico del titolo. La cura per il dettaglio trapela letteralmente da ogni pixel dei nostri costosi monitor. Le unità di fanteria sono modellate ed animate in maniera fluida e realistica, così come in maniera molto verosimile sono modellati ed animati i pezzi di artiglieria ed i carri armati, vero cuore pulsante del gioco. Stessa enfasi è stata riposta nella realizzazione dell’ambiente circostante: strade, ferrovie, palazzi, barricate, tutto risulta così ben fatto da trasmette una strepitosa sensazione di coinvolgimento. Tutto questo ben di dio grafico è inoltre animato, come accennavo, in maniera altrettanto realistica e verosimile e tutte le unità si muovono come ci si aspetterebbe che facciano. I carri armati, ad esempio, si muovono sollevando copiose nubi di polvere, con la dovuta inerzia e hanno bisogno di manovrare per uscire da ambienti eccessivamente stretti. Quando un gruppo di soldati entra in una camionetta scoperta, corazzata, vedrete ognuno di essi prendere realmente posto all’interno della camionetta, chi a manovrare il mitragliatore, chi a fare da retroguardia. Tutti gli elementi del fondale sono interattivi e distruttibili dalla nostra e dall’avversa artiglieria. Alberi che oscillano al vento, case che crollano in un nugolo di macerie sotto i colpi dell’artiglieria, pali della luce che si spezzano seguiti dai fili della corrente che si afflosciano mollemente al suolo, barricate e posti di blocco che esplodono in una tempesta di fumo e detriti, solo per fare alcuni esempi. Mi preme sottolineare inoltre come alcune di queste finezze estetiche si sposino perfettamente con il gameplay e non siano solo fini al nostro soddisfacimento oculare. Distruggere un palazzo infatti può rappresentare una precisa scelta tattica, ad esempio, per impedire che un battaglione avversario vi si insedi e guadagni una postazione di attacco privilegiata. Oltre a ciò tutti i tempi morti relativi ad esempio al cambio di uomini su una camionetta o al distacco e trasporto di un pezzo di artiglieria pesante sono finemente calibrati e vanno ad influenzare la pianificazione delle nostre azioni di guerra.Anche per le nostre orecchie comunque CPPO riserva piacevoli sorprese. Tutti i mezzi e i cingolati presentano suoni verosimili così come gli spari, il rombo dei motori, il crollo dei palazzi e persino nell’implementare le risposte vocali degli uomini i ragazzi della Stormregion hanno saputo aggiungere un tocco di classe al gioco: infatti i soldati ai vostri ordini vi risponderanno nella loro lingua madre, quindi tedesco, russo a americano a seconda delle rispettive campagne.

Tattica a fior di pelle!A questo punto si entra un po’ nella fase calda della recensione e cioè se la struttura di gioco sia in grado di reggere il confronto con il suo sfavillante comparto grafico. La modalità in singleplayer ci permetterà di affrontare ben trenta corpose missioni divise in tre differenti campagne. Ognuna di esse, soprattutto in modalità “difficile” sarà in grado di tenervi impegnati per più di un’ora conferendo di per sé alla sola modalità singolo giocatore una discreta longevità. Come accennavo, con la prima campagna, impersoneremo i panni di Hans Von Grobel, un rampollo della elite militare tedesca e avremo a che fare, principalmente, con l’invasione della Polonia. Con la seconda impersoneremo invece Aleksandr Vladimiriov. comandante russo e ce la dovremo vedere con i tedeschi nella parte degli invasori. Infine nei panni di Jeffrey S. Wilson dovremo portare a termine le missioni relative alla compagine americana. Va detto che tutte le missioni, relativamente alle tre campagne, sono elegantemente collegate da un filo conduttore che si realizza nella forma del diario di guerra del condottiero di turno. Queste fasi, che precedono brevemente l’inizio di ogni missione, pur non riuscendo a rivaleggiare in completezza e coinvolgimento con il ritmo scenico di titoli come WarcraftIII, costituiscono un piacevole approfondimento della personalità dei comandanti e conferiscono alle missioni di CPPO una pregevole coesione narrativa.Tatticamente parlando, CPPO si presenta come un granitico, ottimamente calibrato, gioco di strategia in tempo reale con l’aggiunta della pausa in-game disponibile, ovviamente, solo nella modalità di gioco singolo. La presenza della pausa durante un gioco di strategia rappresenta un po’ la linea di confine tra i due sottogeneri degli strategici e cioè “a turni” o “Real Time”. Capite che la questione, pur sottile, è in grado di spaccare il mondo degli appassionati. Gli amanti della pausa e cioè i “turnisti puri” per così dire, inneggiano alla profondità tattica e alla possibilità di pianificazione dei giochi che implementano questa possibilità. Al contrario gli estimatori del “tempo reale” enfatizzano l’immediatezza e la freneticità, per certi versi, dei veri RTS in cui oltre ad una discreta pianificazione è richiesta una certa abilità manuale, leggasi micro-management, e la capacità di prendere decisioni in tempi brevi. Da questo punto di vista, CPPO è sì categorizzabile come RTS ma è , allo stesso tempo, sostanzialmente orientato ed ottimizzato, nella direzione dello strategico puro. Ovviamente si potrebbe sempre infischiarsene della presenza della pausa e giocarlo come un RTS vero, ma vi assicuro che la tentazione di congelare l’azione durante una missione e impartire ordini complessi dispiegando precise strategie di guerra diventerà sempre più forte ed insostenibile man mano che si avanza con le missioni.Le cose cambiano totalmente in modalità multiplayer dove invece CPPO , giocato necessariamente come un RTS, mostra il fianco ad una serie di imprecisioni e di inaccortezze nella fase di movimentazione e organizzazione delle truppe che non si evidenziano nelle sessioni singleplayer per via della pausa. Ben pochi sono gli strumenti messi a disposizione da CPPO per organizzare e controllare i complessi eserciti che è possibile creare, durante le concitate sessioni multiplayer. Questo tende a sbilanciare l’ago della bilancia, in fase di creazione delle nostre truppe, verso formazioni il più possibile omogenee limitando di fatto la varietà tattica offerta invece nella sessione singleplayer. È possibile accorpare le unità con la classica combinazione di tasti “Ctrl+num” ma in questo modo finisce per essere sotto-sfruttata l’incredibile specializzazione tattica delle nostre unità.Inoltre, uno degli aspetti che mi hanno colpito di più di CPPO è il fatto che le nostre fila, a meno di sporadiche situazioni, non potranno essere mai rimpolpate da unità novelle e pronte alla bisogna. In altri termini avremo a disposizione all’inizio di ogni missione dei punti prestigio che potremo spendere per costruire l’esercito che riteniamo più opportuno per quella determinata missione. Questi punti potranno essere aumentati una missione dopo l’altra portando a termine gli obbiettivi principali di una sessione di gioco ma soprattutto svelando e risolvendo vari obiettivi secondari presenti su ogni mappa. In definitiva però, una volta messo in gioco il nostro esercito dovremo pianificare attentamente ogni mossa per poter terminare la missione con successo.Un’altra prelibatezza tattica che ho particolarmente amato di CPPO è la possibilità di equipaggiare la fanteria, che rappresenta la componente più debole ma anche la più divertente da gestire del nostro esercito, con tutta una serie di oggetti quali, granate, metal detector, mine anticarro, binocolo, dinamite, in maniera da rendere queste fragili unità una reale occasione di fare la differenza se opportunamente usate. Ancora durante ogni scontro avremo a disposizione la possibilità di richiamare un bombardamento su una determinata zona di gioco, un attacco missilistico e un aereo da ricognizione. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta un’arma a doppio filo. Se da una parte vi da la possibilità di conoscere l’ubicazione delle truppe avversarie, dall’altra vi costringe a interrompere le azioni di organizzazione e movimentazione dell’esercito per seguire gli spostamenti su schermo dell’aereo da ricognizione stesso.Altrettanto brillante inoltre si è rivelata l’idea di associare ad ogni carro o mezzo cingolato o artiglieria una resistenza diversa su ogni lato. Ad esempio un determinato tipo di carro armato potrebbe avere un’elevata corazza frontale ma scarse corazze laterali il che necessariamente si ripercuote sia sulla selezione iniziale delle unità, sia sulla scelta della direzione e angolazione migliore dei mezzi al momento di sferrare un attacco al nemico.Le ultime considerazioni vanno all’intelligenza artificiale dei nostri uomini e di quelli gestiti dal computer. Anche qui CPPO si attesta su livelli alti. I nostri soldati hanno spiccate capacità di path finding e raramente si disperdono nella boscaglia o tentano di raggiungere una posizione vicina valicando una montagna invece che passare dalla stradina a lato. Più in generale ho notato una tendenza dei nostri uomini e mezzi ad un eccessivo “liberismo” nell’interpretare i nostri comandi laddove un “attacca quella unità” si traduce di sovente in “spingiti senza ritegno nelle file nemiche anche se ti bombardano da tutti i lati”. Si tratta comunque di situazioni sporadiche e che poco influenzano la godibilità del titolo. Infine buona anche la calibrazione della difficoltà che nei tre livelli disponibili è in grado di offrire una sfida calibrata sia al il giocatore novello che all’hardcore gamer.

HARDWARE

Minimo
: AMD Athlon 750 MHz o Pentium III 750 MHz, RAM 256, Sceda video compatibile DirectX 32MB RAM, CDRom 8x o sup, Win98/Me/2000/XP, 3 G liberi su Hard diskConsigliato:AMD Athlon 1,8GHz o Pentium III 1,8GHz , RAM 512, Sceda video compatibile DirectX 64MB RAM, CDRom 8x o sup, Win98/Me/2000/XP, 3 G liberi su Hard disk

MULTIPLAYER

Oltre alla indiscutibile rigiocabilità del titolo nella modalità singleplayer proprio grazie alla varietà tattica che viene offerta, CPPO offre anche una ricca modalità “skirmish” ed una multiplayer giocabile in LAN, tramite connessione ad IP diretto o sui server di GameSpy sempre ricchi di giocatori di tutte le nazionalità. Prescindendo dall’interfaccia multiplayer a dire il vero perfettibile e non molto versatile CPPO offre tre distinte modalità di gioco, deathmatch, domination e assault, nelle quali dovrete rispettivamente distruggere tutti gli avversari, catturare e mantenere una certa postazione e assalire o difendere un obiettivo. Forse minore cura è stata riposta nelle mappe multiplayer ed in generale al comparto in questione rispetto alla modalità in singleplayer pur però rappresentando un piacevole diversivo alle missioni in singolo ed impreziosendo ulteriormente la caratura di questo ottimo strategico.

– Eccellente comparto grafico

– Ottima calibrazione del gameplay

– Poco ottimizzato il multiplayer

8.5

Anche se non è in grado di rivoluzionare il genere, Codename Panzers: Phase One è un titolo molto bello, curato in ogni dettaglio e che merita certamente la vostra attenzione anche se non siete fan sfegatati degli strategici. E’ talmente alta infatti la cura che i ragazzi della Stormregion hanno riposto nell’ aspetto grafico, nella calibrazione del gameplay, nella preparazione di un titolo fruibile ed estremamente piacevole da giocare che lasciarselo sfuggire senza dargli nemmeno un’occhiata sarebbe un vero peccato. Restiamo in attesa della Phase Two!

Voto Recensione di Codename: Panzers - Phase One - Recensione


8.5