Recensione

Club Manager '15

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Se, dopo un blando tentativo di Electronic Arts, Football Manager è rimasto completamente senza concorrenza diretta sul mercato un motivo ci sarà: imbastire un manageriale calcistico degno di questo nome è un’impresa titanica, che richiede passione, tempo e una rete di informatori che contribuisca al database.Con non poca sorpresa, quindi, mi sono accostato a questo Club Manager ’15, prima sortita in questo campo dei misconosciuti tedeschi di BigBlaze Games: purtroppo, la sorpresa non si è rivelata delle più felici.

Bug e nefandezze varieL’intenzione, conclamata, degli sviluppatori era quella di fornire un’alternativa low cost alla serie principe di Sports Interactive, realizzando un titolo che, oltre a non poter contare su alcun tipo di licenza ufficiale (le licenze costano), spoglia l’esperienza di gioco di una serie di orpelli, consentendo di portare a termine una stagione in poco più di un’ora reale, così da consentire anche a quanti non dispongano di molto tempo di improvvisarsi manager per un giorno.Se le premesse potevano anche avere senso, la realizzazione è quanto di peggio ci potessimo aspettare: al primo lancio un messaggio di errore ci ha costretto a smanettare con le impostazioni generali, e, anche risolto il problema di compatibilità iniziale (con Windows 7), alla modalità full screen il gioco mantiene una spiacevole, e frequente, tendenza a crashare, riportandoci al desktop senza apparente motivo.La build da noi testata non è peraltro incompleta, ma la stessa disponibile sullo store di Steam a poco meno di trenta euro: per quanto l’attuale generazione di console tenti di abituarci ai giochi buggati, perdere tre quarti di stagione per un crash immotivato non fa mai piacere.Non si sono verificati problemi simili giocando a risoluzioni inferiori, ma una patch risolutiva è comunque d’uopo.Che il gioco disponesse di un budget limitatissimo e che, susseguentemente, abbia una natura quasi amatoriale appare chiaro sin dalle prime schermate, imbarazzanti in quanto a grafica ed usabilità: l’interfaccia, in un gioco manageriale, è di fondamentale importanza, e quella di Club Manager ’15 non fa nulla per aiutare il giocatore, abbandonandolo in una serie di menu uno meno chiaro dell’altro, con un tutorial molto minimal, quasi come se non ci fosse bisogno di spiegare alcunché vista la fama del titolo (?!?).Le lingue disponibili sono solo il tedesco e l’inglese, e questo sarebbe anche accettabile vista l’entità del progetto, se solo la traduzione della lingua d’Albione non fosse stata realizzata con Google Translate: dopo tre ore di gioco, mi è sorto il dubbio (fondato) che il valore “Strength” dei giocatori non corrispondesse al suo reale significato di “forza”, inteso come forza fisica e resistenza del calciatore, ma forza inteso come forza generale (tipo “Overall”).Sulle prime ho riso, poi mi sono accorto perché la mia squadra continuava a perdere contro chiunque. Imbarazzante.

Gameplay profondo come un baratroVolendo proseguire nell’esercizio ascetico di dedicarsi a questo titolo, ci si troverà invischiati in una versione fortemente rimaneggiata del capolavoro del team di Miles Jacobson: scordatevi un creatore di formazioni, una differenziazione pur minima dei sottoruoli (i giocatori sono portieri, difensori, centrocampisti e attaccanti, semplicemente), la marea di statistiche in cui perdersi, una visualizzazione del match che possa chiamarsi tale.Rimaneggiare il titolo per renderlo più snello va bene, ma spogliarlo di tutte le caratteristiche che ne hanno decretato il successo è un autogoal clamoroso: senza le licenze le sessioni di mercato perdono di mordente, ed essere limitati a scegliere una squadra tra le otto leghe professionistiche tedesche non aiuta il grado di immersione per chiunque non sia tedesco (o maniaco della Bundesliga).Partendo da una scarna scrivania, con tanto di smartphone e tablet, si potrà accedere alle sezioni di allenamento della squadra, a quelle di calciomercato e alla parte più spiccatamente finanziaria, forse quella realizzata meno peggio, con la possibilità di decidere sul merchandising, sui prezzi dei biglietti, sulle dimensioni e gli ampliamenti da applicare allo stadio.In teoria esisterebbe anche la possibilità di creare il proprio team da zero, passando per la scelta dei colori sociali e mettendo su la rosa dal nulla ma, di fatto, quest’unica buona idea viene bruciata dall’esiguità del budget disponibile per farlo: 500.000 euro per comporre una squadra di almeno 22 giocatori più tutti i membri dello staff è pura fantascienza, e optare per questa modalità di gioco significa solo innalzare artificialmente la già notevole difficoltà media del titolo.Ho cercato a lungo qualcosa che potesse essere segnalato in maniera positiva, e sinceramente ho avuto grosse difficoltà, e questo la dice lunga sulla qualità complessiva del prodotto: l’unica cosa che, volendosi proprio sforzare, si potrebbe evidenziare è la vitalità dei manager degli altri team in sede di mercato.Non passerà giornata durante le fasi di mercato in cui non perverrà un’offerta per un nostro giocatore, cedibile o meno, sia a titolo definitivo sia in prestito, il che genera almeno l’illusione di avere a che fare con un mercato vivo: peccato che, inspiegabilmente , questo sia possibile solo a gennaio e a luglio, durante le finestre preposte.Differentemente da Football Manager (e dalla realtà), non è infatti possibile inoltrare un’offerta se non durante questi due mesi: un valido esempio di una serie di scelte di game design quantomeno bizzarre.

Da dove cominciare?Stendere un velo pietoso sul comparto tecnico, gravato da bug, tempi di caricamento inspiegabilmente prolungati e assenza totale di animazioni, è la cosa migliore che si possa fare con Club Manager ’15.Non si può invece tacere sul prezzo: davvero i programmatori pensano di vendere a trenta euro un gioco del genere quando sullo stesso negozio virtuale Football Manager 2015 costa solo venti euro in più e la versione 2014 dello stesso (ancora più che godibile) viene venduta a meno di venticinque euro!?!?Se già vi avrei messi in guardia da questo abbozzo di manageriale se fosse costato 9,99 euro, immaginate cosa potrei dirvi a questa fascia di prezzo.

– Sessioni di mercato vive…

– …ma inspiegabilmente limitate a gennaio e luglio

– Nessuna licenza ufficiale

– Solo club tedeschi

– Traduzione in inglese da brividi

– Costa uno sproposito per quello che offre

3.0

Portali come Steam sanno regalare una vetrina a sviluppatori indipendenti di grande talento, la cui bravura non sarebbe mai emersa senza, ma anche tendere trappole mortali al videogiocatore incauto, magari alla ricerca di una valida alternativa al pluripremiato titolo manageriale di Sega: state lontani da Club Manager ’15, e, se proprio avete già sviscerato ogni angolo dell’edizione 2015 di Football Manager, andate piuttosto ad allenare la squadra dei ragazzini della parrocchia.

Voto Recensione di Club Manager '15 - Recensione


3