Recensione

Cladun Returns: This is Sengoku!

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a cura di DjPralla

Se c’è una software house nel panorama videoludico che meglio di altre è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel cuore di molti giocatori, senza dover fare grandi proclami e promettere la Luna, questa è proprio Nippon Ichi, poichè riesce a produrre sempre titoli peculiari e unici, senza lasciarsi trasportare dalle leggi di mercato e restando fedele a quello che i propri fan vogliono di più.
Ritorno al medioevo
In questo caso stiamo parlando di Cladun Returns: This is Sengoku!, terzo capitolo della saga uscito nel 2010 su PlayStation Portable e ora arrivato su PlayStation 4 e PlayStation Vita. Stiamo parlando di un hack’n slash con importanti elementi GDR, che richiede al giocatore sempre un’adeguata preparazione prima che gli convenga avventurarsi in battaglia. Lo stile grafico è quello degli 8bit dell’epoca NES, non solo per quanto riguarda sprite e fondali, ma anche per musiche e soprattutto menu, che sembrano proprio presi proprio da quella generazione. Il gioco pubblicato da NIS America inizia in un villaggio chiamato Arcanus Cella e, come da titolo, l’ambientazione è generalmente quella dell’epoca Sengoku, ovvero l’equivalente del nostro Medioevo in Giappone. Il plot narrativo parte con un twist immediato: siete morti. C’è la possibilità di arrivare alla reincarnazione, ma per raggiungerla bisogna estinguere ogni forma di lasciato in sospeso, sia da parte nostra, che da parte degli sfortunati che si ritrovano nella medesima situazione. Da questo pretesto narrativo parte l’avventura per i dungeon che vengono sbloccati in sequenza, e alla fine di ogni capitolo bisognerà trovare un’altra anima persa da aiutare per lanciarsi di nuovo in altri labirinti di difficoltà maggiore.
Eccesso di libertà
Se già tutto questo vi potrebbe sembrare complesso, il gioco parte immediatamente con un editor del personaggio che dà accesso ad alcuni preset estetici, oppure ci si può lanciare a mano libera e disegnare un pixel alla volta il proprio personaggio preferito. Si passa poi alla classe, che porta con sé ovviamente diverse statistiche e tipologie di gameplay, per finire con la cadenza della parlata. Dialogando con le varie entità del villaggio scoprirete subito che è possibile creare altri personaggio che potranno accompagnarci durante l’avventura. Poter dar vita ad altri uomini non servirà solo per poter provare le diverse classi, ma soprattutto per riempire gli spazi del Magic Circle. Con questo sistema potete creare una formazione con cui la vostra squadra si muoverà, benché in azione vedrete sempre e solo il vostro personaggio. A seconda della disposizione scelta, delle abilità dei vari personaggio, degli oggetti inseriti tra di loro, si possono sbloccare dei benefit in battaglia. Un sistema quanto mai complesso, che vi richiederà diverse ore solo per riuscire a venire a capo di un’unica soluzione.
Menare coi pixel
Una volta in battaglia, come scritto sopra, si controlla solamente il protagonista (che può comunque essere facilmente selezionato a scelta tra il nostro manipolo di uomini): a seconda dell’arma scelta si hanno declinazioni dell’hack’n slash differenti. Se siete persone da assalto diretto potrete prendere spada e scudo per ingaggiare scontri diretti, se siete più riflessivi potrete equipaggiare un arco che vi farà attaccare dalla distanza, ma vi lascerà scoperti senza scudi. Anche nell’equipaggiamento c’è molto lavoro da fare per provare per trovare il setting migliore, e con così tante combinazioni possibili potreste trovare la combinazione migliore dopo parecchie ore di gioco, oppure potreste godervi tutte le possibilità offerte dal gioco provando le diverse armi armi giusto per il gusto di scoprirle tutte. In generale la struttura dei dungeon è sì costellata di porte da aprire e trappole da schivare, ma è sempre pensata per poter fare da inizio alla fine breve tempo. Se in più teniamo conto della grafica 8bit, sicuramente di stile, ma non al suo meglio sui più moderni schermi in 4K, la fruizione di Cladun Returns: This is Sengoku! è sicuramente più votata a PlayStation Vita piuttosto che a PlayStation 4. A completare il pacchetto c’è anche la possibilità di giocare in modalità cooperativa o in versus, oltre alla presenza di classifiche online per gli amanti delle speedrun.

– Grande personalizzazione

– Ottima longevità grazie ai diversi tipi d’approccio

– Confusionario

– Dungeon poco ispirati

– Consigliato esclusivamente agli esperti

7.0

Nippon Ichi non smette mai di portare a compimento progetti che difficilmente si sarebbero visti uscire sotto lo sviluppo di altri studi, e in questo senso l’ala protettrice di NIS America aiuta parecchio. Ad ogni modo siamo di fronte ad un gioco di ruolo carico d’azione e di strategia, dove le infinite possibilità di combinazioni tra armi, armature, classi e Miracle Circle, fanno impennare la rigiocabilità.

Voto Recensione di Cladun Returns: This is Sengoku! - Recensione


7