Recensione

Civilization: Beyond Earth

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a cura di Pregianza

Mettetevi per un momento nei panni dei game designer di uno strategico gestionale come Civilization V. Dimenticate la tensione derivante dalla necessità di non sfigurare rispetto ai precedenti capitoli della serie o le tante difficoltà legate alla gestione di un talentuoso team di sviluppatori, e concentratevi sui dati. Decine, centinaia, migliaia di dati a cui pensare, un numero impossibile di fattori da tenere a mente e da inserire in modo accurato nella formula per far sì che tutto funzioni a dovere, risultando godibile per un utente che cerca reale complessità nel gioco che ha di fronte. Ecco, ora pensate al sollievo che può provare un cervello continuamente sottoposto a questo genere di stress una volta rilasciato il titolo in questione. A Firaxis dopo anni di lavoro devono aver tirato un bel sospiro di sollievo davanti al prodotto finito… poi però si sono fermati un attimo, si son rimessi a fare i conti e hanno iniziato a pensare a come migliorare ciò che avevano già fatto.
Tutta questa trafila serve solo a spiegare una cosa, ovvero che ci vogliono una certa forza d’animo e grande passione per migliorarsi con costanza. Sid Meier aveva dimostrato di avere qualità simili con Alpha Centauri, indimenticato “seguito” di Civilization 2, e oggi, con Beyond Earth, i Firaxis tentano di ricalcare le orme del loro fondatore con un’altra spedizione nello spazio profondo. Le vastità dell’universo e l’esplorazione galattica hanno da sempre una forte presa sull’animo dei videogiocatori, ma il passo avanti fatto da Beyond Earth sarà paragonabile a quello del suo predecessore?
Alpha and Omega
Non abbiamo nominato Alpha Centauri invano, questo nuovo titolo ha infatti molto in comune con quel progetto, a partire dall’ambientazione. Mentre ai tempi tuttavia si aveva modo di scegliere tra più civiltà futuristiche già ben definite, in Beyond Earth si seleziona uno sponsor, per poi venir spediti alla ricerca di un pianeta abitabile dopo che una non meglio precisata catastrofe ha portato la terra a raggiungere la fine del suo ciclo vitale. I suddetti sponsor sono più strettamente legati alla realtà attuale rispetto alle civiltà di Alpha Centauri, e le influenze fantascientifiche di Asimov e Gibson sono state smorzate in favore di unioni semi-realistiche quali la Polystralia o la Cooperativa Pan-Asiatica. Non pensiate però che i classici della fantascienza non abbiano condizionato a fondo questa nuova produzione: ogni cosa in Beyond Earth prende a piene mani dagli universi sci-fi, e persino molte condizioni di vittoria non sono altro che possibili evoluzioni già immaginate dagli autori storici del genere. 
Le scelte iniziali coincidono con uno specifico bonus passivo (praticamente tutti pensati per essere utili sul lungo termine) e si aggiungono ad altre opzioni selezionabili per personalizzare la propria spedizione, che lasciano intuire come da subito i Firaxis vogliano dare al giocatore la chance di creare la cultura futuristica dei propri sogni. Questo desiderio si fa poi ancora più evidente quando si inizia la partita vera e propria. 
Il sistema fondamentale in pratica è sempre quello di Civilization V, pertanto si comincia con una città e un esploratore, dopodiché si gira per qualche turno alla ricerca di risorse extra per favorire la crescita del proprio centro primario e le differenze si palesano. Alcuni dei cambiamenti si notano all’istante, ma il fulcro della nuova esperienza si apre in tutta la sua bellezza solo quando si inizia a raggiungere quota 50 turni, con le tecnologie che diventano rapidamente sempre più importanti. Partiamo comunque dalla prima e più evidente alterazione: il mondo alieno. Indipendentemente dal pianeta su cui atterrerà la vostra nave-colonia, non sarete soli a navigar tra le sue distese esotiche e incontaminate. Creature extraterrestri vagano per le terre dei nuovi mondi e per buona parte del gioco non saranno semplicemente un fastidio da evitare, ma una sorta di fazione neutrale aggiuntiva, capace di spostare gli equilibri di un intero continente. Evitateli e lasciateli liberi di girare dove vogliono e difficilmente vi creeranno problemi, ma espandetevi troppo nel loro territorio o avvicinate una delle creature più grosse e aggressive, e potreste perdere a velocità luce il vostro primo esploratore o intere truppe militari addestrate. C’è inoltre un’intelligenza artificiale a parte che governa il comportamento alieno, perciò atti ostili ripetuti potrebbero far infuriare queste creature su larga scala e provocare attacchi indiscriminati a tutte le fazioni vicine. 
Gli alieni e il loro comportamento sono però solo l’inizio, così come trascurabile è la presenza di miasma velenoso sulla mappa, che può creare dei problemi alle unità se viene ignorato per troppi turni. La ciccia vera, come detto prima, sta tutta nelle tecnologie, che cambiano completamente la faccia dell’opera di Firaxis. Qui non ci sono una manciata di rami tra cui scegliere, bensì una rete enorme con un quantitativo esagerato di scoperte scientifiche e studi avanzati. Accumulando punti scienza aumenterete la velocità delle vostre scoperte e ad ogni nuova materia appresa otterrete nuovi edifici, unità specializzate, bonus utili o altre interessanti sorprese, fino a trasformare completamente le vostre città. La libertà lasciata al giocatore è impressionante, e può portare a una ricerca continua del benessere o allo sviluppo di una popolazione guerresca e poco propensa al dialogo. Tuttavia le tecnologie non si limitano a delineare la vostra strategia, poiché sono legate a doppio filo a un’altra novità chiamata “affinità”. L’arrivo sul nuovo mondo porterà infatti la vostra popolazione a svilupparsi, e spetterà a voi scegliere una tra tre diverse strade possibili per farlo. Scegliere tecnologie che favoriscono la via dell’armonia vi permetterà di controllare truppe aliene, e renderà i vostri soldati immuni al miasma, garantendo di utilizzare i fumi velenosi come utile risorsa strategica. La via della purezza vi porterà a snobbare le modifiche genetiche e i potenziamenti robotici, per concentrarvi sugli armamenti, mentre l’ultima strada, quella della supremazia, condurrà la vostra popolazione sulla via degli impianti bionici e dell’evoluzione forzata. 
Vi assicuriamo che non si tratta di passaggi da poco, e che le vostre truppe usciranno trasformate (oltre che sensibilmente rafforzate) dalle scelte fatte. Non bastasse, la scelta di una via influenzerà anche le relazioni diplomatiche, poiché popoli spinti verso il vostro stesso cammino saranno più propensi ad alleanze e scambi commerciali. 
The enemy of my enemy is my enemy
Parlando dei vostri “vicini”, è il caso di allargare il discorso passando all’intelligenza artificiale, da molti ritenuta deludente nel quinto Civilization, poiché spesso vista agire in modo illogico, o semplicemente troppo facile da arginare. Beh, sarete felici di sapere che i Firaxis sembrano aver imparato dai propri errori in Beyond Earth, e che l’IA è stata rimaneggiata notevolmente. Già alla difficoltà base lo sviluppo dei vostri avversari sarà tutt’altro che lento, le relazioni diplomatiche si faranno sempre più tese con l’aumentare dei territori, e vi ritroverete un coltello nella schiena ignorando del tutto servizi segreti e difesa militare. Parliamo pur sempre di una corsa alla colonizzazione di un nuovo pianeta, dunque gli sviluppatori hanno creato personalità più aggressive e intraprendenti, che faranno di tutto per dare lustro al proprio popolo e sopravvivere. Un interessante sistema di favori, peraltro, rende la diplomazia leggermente più complessa, e può facilmente portare alla creazione di legami multipli tra i coloni, per favorire una crescita molto più veloce. Abbiamo inoltre apprezzato il cambio di rotta di gran parte degli avversari una volta arrivati a un passo da una condizione di vittoria: non staranno con le mani in mano, ma vi dichiareranno guerra con facilità, porranno limiti alle relazioni commerciali, o si butteranno a capofitto sulla ricerca per superarvi. Un bel miglioramento, non c’è che dire, anche se va precisato che i comportamenti stupidi non sono spariti del tutto, e alle volte capiterà ancora di vedere un popolo agire in modo abbastanza insensato.
Chiudono il cerchio uno skill system a rami, che regalerà uno stile ancor più unico ad ogni giocatore, e un multiplayer sia online che locale capace di esaltare a livelli incredibili, a patto di avere un’enormità di tempo libero e amici altrettanto ben disposti.
L’unica critica che ci sentiamo di fare al prodotto, a parte quella scontata derivante dalle somiglianze con il suo predecessore nel sistema di base, è legata al bilanciamento di tecnologie e affinità. È ben fatto, senza dubbio, ma abbiamo notato una leggera mancanza di equilibrio in certe strade seguite, che porta con più facilità a potenziare alcune vie con ricerche più vantaggiose e facili da gestire rispetto ad altre reti. Difficile comunque dare contro al titolo se si considera la sua notevole complessità, senza contare che i Firaxis hanno già affermato di voler supportare il modding, e rilasciare i tool necessari alla community il prima possibile. Insomma, ci penserà la community stessa a perfezionare certi elementi quando arriveranno gli strumenti necessari.
Poco da dire dal punto di vista tecnico. Il gioco è chiaro, piacevole da vedere e non rappresenta un gran miglioramento se paragonato a Civilization V. Abbiamo notato qualche fastidioso bug grafico e nei comandi durante la nostra prova, ma nulla di realmente ingestibile. Ottime invece le musiche, che accompagnano alla grande le vostre azioni. 
Longevità? Come sempre praticamente infinita se vi piace il genere. Tra mappe diversificate di dimensioni variabili, e difficoltà sempre più brutali con tanto di bonus alle risorse degli avversari, i fanatici della serie avranno di che gioire. 

– Rete di tecnologie estremamente complessa e variegata

– Interessante sistema di affinità

– Intelligenza artificiale migliorata

– Longevità potenzialmente infinita per un appassionato, e supporto al modding

– Qualche sbilanciamento nella gestione di tecnologie e punti affinitá

– L’IA ha ancora comportamenti anomali alle volte

8.5

Se avete passato dozzine e dozzine di ore su Civilization V senza stancarvi mai, Beyond Earth per voi sarà probabilmente il videogame dell’anno. Il nuovo lavoro di Firaxis costruisce una fortezza sulle fondamenta poste dal predecessore, e arriva ad offrire un’esperienza più complessa, personalizzabile, completa e impegnativa rispetto al passato. I suoi miglioramenti non dipendono solo dal nuovo setting, sono strutturali e perfezionano una formula già efficace come non mai. Certo, la base è sempre facilmente riconoscibile e alcuni elementi resi più accessibili rispetto a quell’Alpha Centauri a cui si ispira, uniti a qualche piccola mancanza a livello di bilanciamento e nell’IA, impediscono al gioco di rappresentare il vero passo successivo per la serie. Tuttavia ve lo consigliamo senza remore se amate il genere, è un gran titolo, con enormi possibilità di crescita legate alla sua community.

Voto Recensione di Civilization: Beyond Earth - Recensione


8.5