Recensione

Choro Q

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a cura di Chomog

Super Deformed Drivin’ SimulatorTakara, fin dai tempi della Playstation, ha cercato, con la serie di Choro Q, di unire un design super-deformed con un buon livello di simulazione di guida, obiettivo pian pianino sempre più raggiunto e che trova in questo episodio per Playstation 2, finalmente localizzato in inglese (e distribuito da Atlus nel paese a stelle e strisce), il suo apice.La casa giapponese non si è però limitata a questo aspetto, che in parte era già stato proposto da Polyphony Digital con la serie “Motor Toon Gran Prix 1 & 2” (facciamo notare che solo il secondo episodio è arrivato in occidente e chiamandosi Motor Toon Gran Prix) dove, però, il lato estetico era stirato all’inverosimile, addirittura deformando l’immagine dei veicoli durante le curve.Choro Q mantiene, invece, un design non estremo, con macchinine che si rifanno a quelle reali, sia come immagine che come comportamento su pista, unendo, infine, elementi RPG riguardo alle caratteristiche delle protagoniste ed alle quest (si, avete letto bene) che si troveranno ad affrontare; insomma un titolo interessante.Il gioco si mantiene saldo alla categoria dei racing-game, pur presentandosi vario e molto longevo grazie alla presenza, seppur in modo secondario, di elementi tratti da altri generi; è proprio questa la forza di questo gioco che spingerà il videogiocatore a spremere fino in fondo il titolo della casa giapponese.

First Generation Graphic Esteticamente il titolo si presenta abbastanza primitivo, la grafica, seppur molto bellina e carismatica grazie a quell’impronta nipponica impressa da Takara, appare realizzata con pochi poligoni; le auto sono la parte sulla quale i grafici si sono maggiormente concentrati: alcune presentano superfici curve ben realizzate e tutte mantengono quelle proporzioni nella loro sproporzione grafica, buone caricature di modelli famosi e conosciuti di autoveicoli.Le piste invece deludono: pur essendoci, specie nelle piste più avanzate e strambe, molti elementi di contorno, questi sono realizzati con pochi poligoni e sembrano inseriti così a casaccio, giusto per riempire la scenografia, non apparendo ricercati come in altri titoli dello stesso genere.Nota positiva la varietà delle locazioni riportate: correremo nell’acqua, nello spazio, in zone sismiche e sui normali tracciati da corsa, non male come varietà.La palette dei colori è abbastanza classica ma quel che delude anche in questo aspetto, e che colpisce in primis le piste, è come alcuni elementi siano colorati in maniera molto elementare con lo stesso susseguirsi di colori sfumati gradualmente.Insomma, il lato grafico non è sicuramente il punto forte di questo gioco, anche se chi ama il design nipponico ci metterà ben poco tempo ad affezionarsi alla “carineria” della quale il titolo è imbevuto.Il sonoro è leggermente più curato del lato estetico: durante l’esplorazione della città ed all’interno delle “abitazioni” delle auto saremo accompagnati da musica jazz ben orecchiabile e mai invadente, differente per ogni specifica locazione anche se un po’ ripetitiva (breve durata ed ovviamente loop continuo); ma il meglio ci viene offerto durante le corse, nel gioco vero e proprio i programmatori hanno inserito tantissimi effetti sonori che differenziano le auto ed i tantissimi upgrade che influenzeranno su accelerazione, velocità e grip, direttamente tramite il nostro orecchio.Decisamente “udibili” anche le brusche sterzate che lasceranno un segno fisico e tangibile sull’asfalto e gli scontri tra la nostra carrozzeria e gli elementi della pista o gli stessi rivali.

Ma perché in Giappone vende così tanto?Varietà ed elementi RPG, questo è quello che ha conquistato i videogiocatori del paese del Sol Levante, il giusto mix che Takara, negli anni, ha sempre più perfezionato e che ha coraggiosamente proposto in America (facendosi forza sul prezzo budget del titolo, solo 20$).I videogiocatori occidentali storceranno sicuramente il naso dinanzi a quello che sembra un titolo di prima generazione, quasi vecchio, ma questo gioco di guida nasconde un’altissima giocabilità che si unisce ad un’ottima longevità.Choro Q è un Car-Rpg (cataloghiamolo così) perché, impersonando un’autovettura, gireremo in una città dove le tante automobiline vivono secondo il loro stile estetico: vi saranno i bolidi di lusso spacconi e superbi, i permissivi veicoli più lenti, i più professionali autocarri e così via, ognuna con una sua personalità ed una propria collocazione riguardo la storyline.Parlando con i vari PNG, infatti, potremmo ricevere, oltre i soliti consigli, anche sfide direttamente dai rivali; visitando poi le officine specializzate potremmo upgradare sia esteticamente che tecnicamente l’auto, arrivando a ridisegnarla completamente con i tantissimi gadget a disposizione, applicando colori e decalcomanie; insomma di tempo da perderne ve ne è un bel po’.Le possibili combinazioni spingono il giocatore a provarne di tutti i tipi immedesimandosi quasi nell’auto e cercando di renderla il più carismatica possibile.Se a questo uniamo la possibilità di comprare o ricevere in premio ben oltre 200 veicoli, di partecipare a 160 corse, ognuno con un suo scopo o con dei rivali da battere, possiamo ben comprendere la popolarità e la diffusione di questa serie.A questo si unisce la presenza di una scuola guida pronta a rilasciarci preziose patenti per accedere alle corse più ambite (e con le vincite più alte) e ben 30 sotto giochi.Segnaliamo, infine, la presenza della modalità multi-giocatore in spit-screen fino a due.Oltre al lato estetico, che può non affascinare fin da subito il videogiocatore qualsiasi, Choro Q presenta anche il problema della velocità: è infatti disarmante vedere come, anche dopo alcuni degli upgrade più costosi e potenti, si vada ancora, come sensazione di velocità, lenti; la cosa risibile è vedere macchinine con una scarsa tenuta di strada uscire fuori pista a 20-30 miglia orarie.La risposta ai comandi è comunque discreta e varia per ogni tipologia di veicolo guidabile, permettendoci di adattarci al tipo di assetto dell’auto nonché alla classe della stessa.

– Tantissime auto ed upgrade

– Ottimi effetti sonori

– Tantissime gare

– Grafica da prima generazione

– Musica ripetitiva

– Controlli a volte ostici

6.0

Takara ha portato in America un prodotto con una grande varietà ed un’ottima originalità senza però sforzarsi troppo sul lato estetico: se avesse curato di più un titolo con tali elementi positivi avremmo fra le mani un buon gioco; peccato che il tutto vada a collocarsi in quei videogiochi di nicchia per hardcore gamers consolati dal fattore prezzo e dal veder localizzato in inglese un titolo che anni fa si pensava improponibile al mercato occidentale.

Voto Recensione di Choro Q - Recensione


6