Recensione

Chime

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a cura di ViKtor

Sin dalla loro nascita, i rhytm game sono riusciti ad illuderci di saper fare musica con qualsiasi strumento: chitarre di plastica, batterie e microfoni hanno trasformato il videogiocatore medio da divano in un perfetto John Lennon anni ’60. Nessuno, però, ci aveva ancora fatto suonare con le forme geometriche. Da oggi ci pensa Chime, nuova produzione di Zoe Mode per l’iniziativa di Steam OneBigGame. La volontà è quella di amalgamare il genere dei rhytm game con quello dei puzzle, il risultato è un connubio davvero sorprendente.

Tra le forme e le melodieLo scopo di Chime, in due parole, è quello di posizionare sulla griglia di gioco le figure che compaiono a video in modo da creare quadrati o rettangoli: queste forme, al passaggio della “barra del tempo”, aggiungeranno fasi strumentali alla canzone che stiamo “suonando”. Più si riempie la superficie di quadrilateri, più il brano assumerà la sua forma musicale originaria. A primo impatto, il gameplay ricorda molto Tetris: effettivamente alcuni “mattoncini” sono simili a quelli dello storico capolavoro, sia nella forma sia negli incastri. Sta a noi, però, piazzarli dove lo riteniamo più opportuno, seguendo una logica che dovrebbe portarci a raggiungere il 100% della copertura dell’area.Una volta creato, il quadrilatero inizia a riempirsi: in questa fase è possibile aumentarne la superficie disponendo accanto altri pezzi, dopo di che la figura sarà definitiva e pronta per essere presa in pasto dalla barra del tempo. Questa linea si sposta orizzontalmente, percorrendo tutta la zona di gioco: quando incontra qualche forma completa aggiunge note o parole alla base del brano. Per godere dei pezzi nella loro interezza musicale, dunque, è necessaria una buona percentuale di completamento della griglia di gioco. Il tutto, credeteci, è più difficile a dirsi che a farsi. Si sente comunque la mancanza di un tutorial che, dato il peculiare gameplay, avrebbe aiutato più di un giocatore a capire le poche regole di base ed a prendere confidenza con i controlli, la cui configurazione è possibile sia tramite tastiera (caldamente consigliata) sia tramite mouse. Analizziamo velocemente i comandi via tastiera: la croce direzionale è usata per spostare i mattoncini, la pressione di due tasti permette di ruotarli in modo da ottenere l’incastro voluto ed un terzo tasto li blocca. L’unica complessità è capire, durante le prime partite, quali sono le combinazioni precise atte a scatenare eventi (da qui la nostra considerazione sul tutorial).E’ in fatto di modalità che Chime tradisce la sua natura di produzione semi-amatoriale: il menu principale propone solamente una modalità tempo e una libera. Un buon punteggio nella prima sblocca i brani per la seconda, nulla più, nulla meno. La longevità, appare palese, alla lunga è minata da questa eccessiva austerità; ad aggravare la cosa ci pensa la mancanza del multiplayer, vera e propria ancora di salvezza in questi casi: gli sviluppatori non hanno concepito alcuna modalità online, proponendo solamente le classifiche globali dei migliori punteggi per livello.Nonostante questi difetti, Chime sa farsi apprezzare per come incanta il giocatore di fronte allo schermo: mentre si cerca di indovinare l’incastro giusto i minuti passano in un’atmosfera rilassante e spensierata, alla continua ricerca di quel punteggio superiore che porta spesso alla sindrome dell'”ultima e poi smetto”. Da questo punto di vista Chime non delude, dimostrandosi un ottimo intervallo anche per i giocatori più hardcore.

A buon ascoltator…poche canzoniBisogna ammetterlo: la colonna sonora scelta da Zoe Mode è di altissima qualità. Innanzitutto non era facile trovare un genere che si sposasse bene con un gameplay così rilassante e assuefante e la scelta dell’elettronica-ambient è quantomai azzeccata. Inoltre, gli artisti selezionati sono di altissimo livello: Philip Glass, Markus Schulz, Paul Hartnoll, Fred Deakin e, giliegina sulla torta, Moby con la sua Ooh Yeah.Purtroppo tale bellezza non è accompagnata dall’abbondanza. I compositori che abbiamo citato rappresentano, di fatto, l’intero parco sonoro; cinque brani, non uno di più, così come per la versione Xbox LIVE Arcade uscita ormai mesi fa. Proprio questo ritardo nella pubblicazione della versione PC ci aveva fatto, lecitamente, sperare in qualche regalino extra. Per il resto, il comparto tecnico è nella media delle produzioni del genere. La grafica è pulita ed essenziale e i caricamenti pressoché nulli, vantaggio che rende Chime il classico titolo adatto anche per una “partita al volo”.

HARDWARE

OS: Windows XP, Vista, 7 Processore: 1.7 GHzMemoria RAM: 512 MBScheda Video: DirectX 9.0c compatible video card, shader model 3.0Hard disk: 180Mb

– Rilassante e divertente

– Crea subito assuefazione

– Brani di qualità quasi eccelsa…

– …ma sono solo cinque

– Niente multiplayer

7.8

Chime è l’ennesima bella sorpresa da scovare tra le produzioni semi-amatoriali della piattaforma Steam, una di quelle che vanno accettate con il sorriso. Perché è semplice, assuefante, rilassante, fine. E’ un rhytm-puzzle-game (perdonateci il neologismo) che fa dell’atmosfera il suo cardine, grazie ad un’ottima colonna sonora ambient in grado di far evadere per qualche minuto il giocatore, mentre gioca con la geometria come in un esercizio scolastico; senza maestre e, purtroppo, senza compagni di classe, vista la mancanza di una qualsivoglia modalità multiplayer. Ciò, unito al fatto che cinque brani diventano presto pochini, non permette alla produzione OneBigGame di raggiungere una valutazione d’eccellenza. Così come, intendiamoci, non ci impedisce di consigliarvelo caldamente nel caso iol genere vi incuriosisca.

Voto Recensione di Chime - Recensione


7.8