Recensione

Chaos Rings

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a cura di ViKtor

Disponibile su Appstore al prezzo di 10,49 €Testato con iPhone 3Gs

Una strana eclissi solare, un gruppo di eroi che viene rapito e portato in una misteriosa struttura comandata da un altrettanto oscuro demone. Un’avventura che inizia, fatta di esplorazione e lotta per la sopravvivenza, con un premio finale per cui vale la pena sacrificare qualunque cosa: l’eterna giovinezza. Questo è l’incipit di Chaos Rings, nuova ambiziosa produzione Square-Enix per iPhone e iPod Touch.

La ricerca del classicoNel calderone dei videogiochi per i dispositivi Apple ha fatto capolino ultimamente anche un genere che ben si adatta al sistema di controllo touch: il j-rpg. Pietre miliari come Final Fantasy I e II hanno rivissuto sotto le nostre dita grazie alla conversione di Square, in un antipasto di quello che sarebbe stato Chaos Rings.La scelta della casa giapponese di associare all’iPhone la creazione di un nuovo brand la dice lunga sulla considerazione di cui ormai gode il nostro piccolo portatile. Chaos Rings è, infatti, il primo esponente di una serie totalmente inedita che vuole riprendere alcune tra le meccaniche più classiche dei giochi di ruolo e adattarle al meglio ad un hardware così peculiare.La storia racconta di un gruppo di abili guerrieri, maschi e femmine, che viene riunito da una potente entità e diviso in coppie con una precisa logica (inizialmente sconosciuta). Spetta al giocatore scegliere tra questi i due da controllare per tutto l’arco dell’avventura, decisione che andrà ad influire anche lo sviluppo della narrazione, seppur non modificandola.All’inizio del gioco, quando vi imbatterete nel primo scontro casuale, vi sembrerà di essere tornati indietro di almeno dieci anni, ma non dovete lasciarvi ingannare. E’ vero che i cliché dei j-rpg per PSX sono qui riproposti in gran parte, ma è altrettanto vero che non sono invadenti come un tempo. Al giocatore è dato infatti il potere di abilitare o meno i combattimenti casuali e questo, di fatto, implica due conseguenze: primo, il “grinding” (ovvero la famosa pratica che consiste nel dedicare ore e ore a sconfiggere nemici per salire di livello) è presente ma limitato e controllabile; secondo, i dungeon sono ripercorribili in qualunque momento per scovarne i numerosi segreti senza il “fastidio” degli incontri con i mostri.In ogni caso, il “grinding” diventerà pratica necessaria col progredire della storia, perché i boss daranno filo da torcere e soprattutto perché è strettamente legato all’acquisizione di nuove magie. Gli incantesimi di base dei vari personaggi sono pochi e l’unico modo per ottenerne di nuovi sarà battere i nemici di livello superiore e copiargli così i “Genes”, tecniche da assegnare successivamente ai tre slot liberi dell’inventario.Il sistema di combattimento è quello tradizionale a turni, con la variante tattica del tipo di attacco: all’inizio di ogni turno è possibile scegliere se assegnare un comando diverso ai due personaggi oppure se impartire ad entrambi lo stesso ordine, aumentando così l’efficacia dell’azione ma perdendo in varietà. Starà a voi decidere di volta in volta l’approccio adeguato alla situazione, senza dimenticare di avere a disposizione anche tutta una serie di oggetti per aumentare o diminuire le abilità. Nulla di originale, tutto già visto in decine di j-rpg, quindi gli appassionati si troveranno immediatamente a loro agio.Discorso diverso per la mappa di gioco che dovrebbe facilitare l’esplorazione dei dungeon: purtroppo è stata studiata male e risulta poco chiara e leggibile, costringendo a volte il giocatore a procedere a caso finché non avrà memorizzato i passaggi. Questo, però, è l’unico difetto di un gioco di ruolo indubbiamente di altissimo livello, che vi terrà impegnati per una decina abbondante di ore prima di vedere i titoli di coda (almeno una ventina se avrete la pazienza di rigiocarlo con tutte le coppie), longevità più che soddisfacente per un titolo iPhone. Sempre che conosciate un minimo di inglese, perché manca una qualsivoglia traduzione in italiano.

La bellezza che non ti aspettiVeniamo ad un altro aspetto davvero encomiabile: il comparto tecnico. Graficamente Chaos Rings ricorda molto da vicino Final Fantasy VIII per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi e Final Fantasy IX negli ambienti in due dimensioni. L’amalgama che ne deriva è gustoso e non lesina in particolari e livello di dettaglio offrendo un impatto complessivo che non sfigurerebbe nemmeno su PSP, dimostrazione del fatto che l’hardware Apple, se sfruttato a dovere, è in grado di regalare videogiochi ormai maturi e molto competitivi sul mercato.Anche effetti sonori e musiche ricordano le migliori produzioni Square per PSX, accompagnando il giocatore fino alla fine dell’avventura senza mai stancarlo.Il quadro completo è presto fatto: Chaos Rings è un signor gioco di ruolo, che a volte vi spingerà a chiedervi se davvero siete di fronte ad un piccolo dispositivo portatile. Serve dire altro?

– Un gioco di ruolo impeccabile

– Longevo, profondo e complesso

– Tecnicamente riuscito

– Combattimenti casuali e grinding potrebbero non piacere più a tutti

– Completamente in inglese

9.0

Chaos Rings ha mantenuto tutte le promesse ed è a conti fatti il più ambizioso e, probabilmente, il più profondo titolo nel grande parco giochi iPhone e iPod Touch. E’ un j-rpg di elevata qualità, come solo Square-Enix sarebbe riuscita a sviluppare; è frutto dell’elevata esperienza della software house giapponese, che qui fa un passo indietro rispetto alle nuove dinamiche studiate per Final Fantasy XIII e ripropone cliché sopiti ma ancora funzionali come i combattimenti casuali e il “grinding”. Pur non offrendo grande libertà di esplorazione, l’avventura scorre via bene tra uno scontro e l’altro e garantisce una longevità elevata. Chaos Rings è da evitare solo nel caso in cui odiate profondamente il genere e non digeriate più le meccaniche dei vecchi j-rpg, oppure se non capite una parola di inglese. In caso contrario, sono i 10 euro meglio spesi nella sezione Giochi dell’AppStore. Parola di Spaziogames.

Voto Recensione di Chaos Rings - Recensione


9