Recensione

Castlevania: Rondo of Blood

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a cura di Mauro.Cat

Il successo commerciale di un videogame dipende da svariati fattori che più volte abbiamo analizzato su queste pagine, meno spazio è stato dedicato invece a quei titoli che hanno goduto di una sorta di successo “postumo”. Il mercato del retrogame è ricco di prodotti, in molti casi di qualità, che spesso per ragioni di licenze esclusive hanno goduto di una vita videoludica alquanto travagliata. Tra questi titoli ce ne sono stati alcuni che nel corso degli anni hanno creato intorno al proprio nome una sorta di alone di rispettosa passione (tra l’altro non sempre pienamente giustificata). All’interno di questo sparuto gruppo di titoli non può mancare lo splendido Akumajou Dracula X: Chi no Rondo. Il titolo Konami, noto in Occidente come Castlevania: Rondo of Blood altri non è che l’ennesimo capitolo della serie pubblicato esclusivamente in Giappone nel 1993 su PC-Engine CD. Il titolo, a detta di molti uno dei migliori tra quelli rilasciati sulla console NEC, è con il passare del tempo diventato una rarità sempre più ricercata, e costosa, dai collezionisti di tutto il mondo. La pubblicazione nel 2007 di una sorta di remake, con tanto di originale sbloccabile per PSP ha solo parzialmente placato le fauci dei più voraci retrogamer. Grazie all’Hanabi Festival, anche i possessori di Wii possono mettere le mani su questo fortunato action game. Rondo of Blood è scaricabile al costo di 900 Wii Points e necessita del telecomando Wii o del Classic Controller.Il nostro compito è, come sempre, analizzare nel dettaglio le caratteristiche di questo amatissimo episodio della saga videoludica vampiresca per eccellenza e capire dove finisca il mito e dove comincino i veri e propri meriti.

Un cartone su CDSe il detto “Il buongiorno si vede dal mattino” ha qualche valore, nel caso di Rondo of Blood non possiamo che sorridere. Le primissime fasi di gioco mostrano immediatamente le potenzialità e la cura dei programmatori per un titolo così complesso per l’epoca del lancio. Una sequenza a cartoni animati, caratterizzata da ottime animazioni rese possibili dalla capacità del compact disc, ed una superba sfida contro la solita stereotipata morte a bordo di una carrozza aprono l’adrenalinico prologo. Un livello cittadino con qualche riciclo di troppo (la città in alcune zone è tale e quale a quella vista in Simon’s Quest) ci apre la strada fino al castello di Dracula ed alla fuga da un terribile demone. I primi passi all’interno del gioco sono spettacolari (se ci consentite il termine) e se ci rapportiamo all’anno di lancio non possiamo che applaudire i programmatori.La trama segue le regole dettate dagli episodi precedenti. Corre l’anno 1792, Dracula è stato resuscitato ed il nuovo rampollo di famiglia, Richter Belmont, deve rimetterlo a nanna una volta per tutte. Le novità, ben celate come da tradizione della serie, ci sono e sono più che gradite. Rondo of Blood è precedente agli episodi esplorativi; paradossalmente si conclude proprio in coincidenza dell’inizio di Symphony of the Night e per questo possiede una struttura piuttosto lineare. Come in Castlevania III sono però presenti alcuni percorsi alternativi, sbloccabili tramite l’utilizzo di una chiave, ed un nuovo personaggio giocabile. La giovane Maria Renard, l’apparenza docile non deve ingannare, va scovata tra le mura del castello e poi utilizzata come interessante personaggio alternativo.La meccanica di base, dicevamo, appare invariata rispetto al passato. Notiamo la presenza della solita arma secondaria e la celebre frusta. I livelli ci inondano di scale, saltelli, uomini pesce e della solita sfida contro il boss di fine livello. Ogni elemento appare perfettamente integrato e la struttura generale quasi impeccabile.

Il re dei vampiri?Tecnicamente siamo di fronte ad una piccola meraviglia. I colori sono sgargianti e mostrano i muscoli della console firmata NEC. Le animazioni riescono sempre a stupire specialmente grazie al supporto costante delle sontuose ambientazioni di gioco. Nonostante alcuni elementi già visti, il tutto appare ricreato in un contesto perlomeno credibile. Giocando vedrete prendere forma poco per volta il castello del vampiro che si apre fin dentro le viscere (il trono) del Signore Oscuro.Ad un comparto grafico di grandissimo spessore si affianca il solito impeccabile accompagnamento sonoro. Trattandosi di Castlevania non si potevano nutrire dubbi su questo aspetto. Ad alcuni remix di classici già proposti, si affiancano nuovi brani di grande atmosfera.A livello di longevità siamo di fronte ad un prodotto che ad una prima occhiata non risulta esageratamente duraturo. Un giocatore di discreta esperienza potrebbe portare a termine i livelli principali in brevissimo tempo. La ricerca delle strade alternative e di Maria richiede invece ulteriori passaggi sul territorio di Dracula. E’ comunque evidente come la longevità non sia l’aspetto migliore del titolo.Per quanto riguarda la pura giocabilità invece non possiamo che apprezzare l’enorme sforzo svolto da Konami che all’epoca riuscì realmente a creare un prodotto che anche a distanza di anni appare quasi esente da difetti e non ha per nulla risentito del tempo trascorso. Quindi, rispondendo alla nostra domanda iniziale, possiamo affermare come il titolo si sia ampiamente meritato la fama tra i collezionisti.Una ulteriore postilla è però necessaria. Molti non sono a conoscenza del fatto che il titolo sia giunto sul mercato quasi due anni più tardi rispetto a quel non sempre giustamente apprezzato Super Castlevania IV per Super Nintendo. Un breve confronto tra i due “rivali” non riesce realmente a trovare un vincitore. Un comparto tecnico più all’avanguardia del titolo per PC-Engine CD non regge il confronto con la giocabilità sopraffina (data soprattutto dall’incredibile e mai riproposto utilizzo della frusta) del titolo per il 16-bit della console Nintendo. I due “re” della serie si ritrovano quindi a condividere il trono di Castlevania nella sua veste puramente action. L’ideale sarebbe provare con mano entrambi i titoli che meritano la stessa straordinaria attenzione.Castlevania: Rondo of Blood si dimostra un titolo di grandissimo spessore ed una delle migliori uscite recenti per Virtual Console. Il nostro consiglio spassionato è di correre a scaricarlo, magari aggiungendo altri 800 Wii Points per portarvi a casa anche il fantastico episodio per Super Nintendo.

– Insieme a Super Castlevania IV il miglior episodio action della serie.

– Una vera perla per gli amanti dei retrogame

– Tecnicamente ancora valido

– Molti segreti

– Un po’ ostico per i meno esperti

– Niente di particolarmente originale

8.0

Uno dei titoli più ricercati dai retrogamer di tutto il mondo giunge sulla Virtual Console per la gioia dei fan. La prova su strada non lascia dubbi: Castlevania: Rondo of Blood era e resta un capolavoro senza tempo. Il titolo firmato Konami offre stile, segreti e giocabilità. A questo va aggiunto un comparto tecnico, sia audio che sonoro, di grandissima attualità nonostante gli oltre sedici anni trascorsi dalla pubblicazione originale. L’unica vera perplessità è legata ad una longevità dell’avventura principale che, se non si ha interesse nel cercare vie alternative ed il personaggio sbloccabile, rischia di scivolare via un po’ troppo in fretta e di fornire come unico ostacolo l’elevato livello di difficoltà. Rondo of Blood risulta pertanto un titolo quasi imperdibile per i fan della serie (e non) che, insieme al già citato Super Castlevania IV, rappresenta un indispensabile compendio di pura giocabilità action che nessun fan dei videogame dal gusto retrò dovrebbe lasciarsi sfuggire.

Voto Recensione di Castlevania: Rondo of Blood - Recensione


8