Recensione

Castlevania LoS: Mirror of Fate

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Non fatevi ingannare dal nome in copertina: questo, per molti versi, non è Castlevania così come la maggioranza di voi lo potrebbe ricordare. Tolto il dente, tolto il dolore. Per poter apprezzare quanto di buono c’è nell’ultima fatica dei ragazzi spagnoli di Mercury Steam bisogna necessariamente entrare in quest’ordine di idee e, per quanti siano fan di lunga data della serie, soprattutto nelle sue eccellenti incarnazioni portatili, ci rendiamo conto che l’esercizio non è esattamente dei più facili.Eppure è necessario, perché guardando solo indietro e non avanti, si rischia di perdersi uno dei più riusciti action adventure su Nintendo 3DS, nonché un titolo dai buoni valori produttivi, programmato con passione e competenza, al netto di qualche discutibile scelta di gameplay.Adesso che siete stati opportunamente avvisati, procedete pure.

Parenti serpentiUno dei primi punti di distacco dal filone tradizionale della serie Konami (ma anche uno dei meno traumatici visto che la cosa era già avvenuta col precedente Lords of Shadow) è la totale riscrittura del plot e dei vincoli che legano i personaggi classici della serie, adesso incentrata sulla lotta di Gabriel contro le orde del Signore Oscuro.Dopo gli avvenimenti del precedente capitolo su console casalinghe, la conoscenza della cui storia aiuta ad apprezzare dialoghi e sfumature anche in questo episodio portatile, ci troveremo nei panni di quattro personaggi che hanno fatto la storia della serie, e cioè lo stesso Gabriel (anche se solo per il breve prologo iniziale), Simon, Trevor (consanguinei Belmont) e Alucard, indimenticato protagonista del capolavoro senza tempo chiamato Symphony of the Night.Qui camminiamo sulle uova, perché ogni parola detta potrebbe costituire uno spoiler, sia per quanti si siano persi il gioco uscito nel 2010, sia per gli altri: per evitare di rovinarvi la sorpresa, accenniamo solo al motore della trama tutta, che è senza dubbio costituito dalla vendetta, e al fatto che il plot gioca con la continuità temporale, mettendo il giocatore di fronte a paradossi e continui flashback narrativi.Il risultato finale è discreto, coerente con la nuova trilogia messa in piedi dallo sviluppatore spagnolo e leggermente sopra la media per un titolo action, perché, e questo è il punto, Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate è indiscutibilmente un titolo action in 2.5 D.

Cosa c’è e cosa noNonostante la necessaria premessa iniziale, il confronto con gli episodi che hanno preceduto quest’ultima uscita è naturale e inevitabile, ma tenteremo di esaurirlo nel minor tempo possibile.Dopo due trilogie (su GBA e Nintendo DS) a base di esplorazione, elementi RPG e di avventura, per i quali fu forgiato l’odioso (ma efficace) neologismo Metroidvania, il focus, in Mirror of Fate è nettamente spostato sul combattimento, sull’orma di quanto già visto nell’esordio di Mercury Steam al timone della serie: il risultato è un’esperienza di gioco che, sebbene tenti di scimmiottare alcuni degli aspetti delle precedenti produzioni, risulta del tutto nuova, portatrice sì di freschezza e di idee interessanti, ma anche di un generale impoverimento di moltissimi aspetti.L’esplorazione e gli elementi RPG sembrano infatti più un fastidioso retaggio del passato, che lo sviluppatore è stato quasi costretto a portarsi dietro più che un aspetto di gioco curato al pari di altri, come il sistema di combattimento e il comparto tecnico: questa sensazione è data dal fatto che il mondo di gioco è diviso in aree che tanto ricordano i classici livelli e che, sebbene interconnesse, non restituiscono mai quel senso di organicità tanto caro alle precedenti iterazioni portatili, richiamando piuttosto la struttura dei Castlevania antecedenti a Symphony of the Night; stesso discorso per la progressione del personaggio, molto più vicina a quella di Kratos in un qualsiasi God of War che non a quella di un personaggio di un gioco con sfumature ruolistiche.Il riferimento alla saga del semidio spartano non è affatto casuale, perché è evidente che tra le fonti di ispirazione del team di sviluppo ci siano le sue gesta, e in particolare gli episodi portatili per PlaystationPortable: tra le altre, citiamo Assassin’s Creed, perché le fasi platform sembrano più delle fasi parkour, con il nostro alter ego mai davvero in pericolo di fronte ad un baratro e sempre tremendamente agile in ogni frangente.Inorridire è inutile, perché questo cambio di direzione ha fruttato alla serie una nuova schiera di appassionati e perché, nonostante le ottime vendite dei capitoli portatili, le console casalinghe hanno dimostrato di non essere terreno altrettanto fertile per produzioni dove l’esplorazione rivestiva un ruolo così preponderante rispetto al combattimento.Quella che sta per andare in archivio, volente o nolente, sarà ricordata anche come la generazione delle pallottole e delle super mosse e, in quest’ottica, non si può che elogiare il lavoro alla base di questo Mirror of Fate: chi scrive non ha gradito il cambio di direzione e continua a ritenere gli episodi per Nintendo DS ampiamente superiori, ma il confronto punto su punto, oltre che ingeneroso, è anche probabilmente forzato, perché Mercury Steam non ha mai fatto mistero, nemmeno nelle più recenti interviste, di voler portare il suo modello di gioco su Nintendo 3DS.In altre parole, Mirror of Fate è il secondo capitolo di una nuova trilogia, e il seguito di Lords of Shadow, e non di Order of Ecclesia, e come tale merita di essere giudicato.Il combattimento, nuovo protagonista della scena, è peraltro ben fatto, rivelandosi non solo una copia carbone di quello precedentemente ammirato ma arricchendosi di una tecnicismo notevole, che, pur lontano da un Ninja Gaiden qualsiasi, lo pone comunque al di sopra della media dei button masher odierni, a patto che si selezioni da subito il più alto livello di difficoltà tra i tre disponibili.Giocando ‘Normale’, infatti, la continua e forsennata pressione dei tasti di attacco basterà (e in alcuni casi avanzerà…) a portarvi ai titoli di coda, vista l’esigua resistenza opposta dai nemici e la frequenza di fonti dove recuperare mana e salute.Il massimo livello di difficoltà permette invece di apprezzare elementi come la parata e la schivata, rendendo molti scontri, soprattutto contro nemici multipli, un letale balletto coreografico, che oscilla tra il soddisfacente e l’esaltante in occasione dei boss, autentiche spugne assorbi-colpi.La generosità dei check point (anche mid boss!) permette al giocatore di sperimentare le varie combinazioni di colpi che man mano verranno sbloccate progredendo di livello, e la linearità assoluta dell’avventura spinge a concentrarsi sul modo migliore (e più stiloso) di sbarazzarsi delle orde oscure di Dracula.Discutibili, invece, alcune scelte di game design, prima tra tutte quella di ricorrere con fastidiosa frequenza ai quick time event, che appesantiscono l’incedere del gioco, o quella di lasciare molte fasi di quiete tra un combattimento e l’altro: la diffusa piattezza del level design, l’assenza di accompagnamento musicale e di nemici a schermo generano in alcuni frangenti dei veri e propri tempi morti in un’avventura altrimenti molto più ritmata delle precedenti.

Spettacolo goticoNonostante i picchi raggiunti da Resident Evil Revelations siano ancora inarrivati, c’è poco da lamentarsi del comparto tecnico di Mirror of Fate: se la direzione artistica è inevitabilmente soggetta ai gusti, la quantità di poligoni a schermo, le animazioni, l’effettistica (acqua a parte) e gli scenari sono tra i migliori che abbiano graziato gli schermi doppi di Nintendo 3DS fino ad oggi.In particolare, abbiamo trovato favolosa l’implementazione dell’effetto tridimensionale, che aggiunge veramente molto all’esperienza di gioco non tanto in termini di gameplay ma di immersione nel mondo virtuale e di un piacevole effetto profondità che fa bella mostra di sé soprattutto negli scorci esterni, quando una fitta foresta o una cattedrale diroccata in lontananza emergono dallo schermo con prorompente realismo.Sebbene la batteria del nostro Nintendo 3DS XL ne abbia risentito, per tutte le nove ore e spiccioli necessarie per portare a termine la campagna, il nostro slider 3D è rimasto attivo, tanto che in un paio di circostanze il frame rate ne ha sofferto.La longevità è aiutata anche dalla possibilità di accedere al New Game Plus a gioco terminato, cosicché due run riescano grossomodo ad eguagliare la durata media dei capitoli per Nintendo DS.Detto del basso livello di difficoltà, dobbiamo, ahinoi, soffermarci anche sulla colonna sonora, che è forse l’elemento che esce maggiormente con le ossa rotte dal confronto con il passato: i temi gotici, parenti stretti di quelli già ascoltati su Xbox 360 e PS3, sono appropriati e accompagnano bene l’azione a schermo…quando la accompagnano.In moltissime fasi dell’avventura sarà il silenzio assoluto a farla da padrone, lasciandoci solo in compagnia dei versi del nostro alter ego alle prese con un salto o una scivolata: inutile dire che la cosa stona, e speriamo che nel venturo Lords of Shadow 2 si ponga rimedio a questa situazione.Rimandato a settembre anche il doppiaggio, con performance abbastanza piatte e una pronuncia inglese a volte difficilmente comprensibile…spagnola, oseremmo dire.

– Buon lifting grafico

– Effetto 3D da urlo

– Sistema di combattimento divertente e immediato

– Storyline complessa ma gradevole

– Dei Castlevania storici rimane poco

– Gameplay semplificato

– Quick time events!!!

– Colonna sonora e doppiaggio con alti e bassi

7.5

Prendere o lasciare. La nuova direzione della saga di Castlevania è tracciata, con buona pace dei fan di vecchia data e di Koji Igarashi.

Come anticipato in apertura, se si analizza con occhio critico Mirror of Fate è innegabile che ci si trovi dinanzi ad un gioco di buon livello, avvincente nel suo sistema di combattimento e moderno in molte sue meccaniche, che si candida al ruolo di prima scelta in ambito action su Nintendo 3DS; eppure, senza andare troppo indietro, coloro che hanno conosciuto la serie nelle sue incarnazioni su Nintendo DS, innamorandosene perdutamente, troveranno che quello che manca è forse più importante di quello che c’è.

I novizi, che hanno seguito Gabriel nel suo viaggio verso l’oscuro su console da salotto, si sentiranno invece perfettamente a casa ed è soprattutto a loro che l’acquisto è consigliato.

Voto Recensione di Castlevania LoS: Mirror of Fate - Recensione


7.5