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Recensione

Castlevania: Harmony of Despair

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Avatar di Dr. Frank N Furter

a cura di Dr. Frank N Furter

Pubblicato il 14/08/2010 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5.5

L’evento estivo chiamato “Summer of Arcade” ha portato con sè numerosi titoli da scaricare per i possessori di Xbox360. Sulle pagine di Spaziogames avete potuto leggere le recensioni di Limbo e Hydro Thunder Hurricane, titoli interessanti ma con un nome del tutto nuovo. Se invece pensate a Castlevania, ecco che la lampadina mentale subito si accende e l’attenzione si palesa. Nonostante Harmony of Despair sia un episodio totalmente in 2D, esso non riesce a riproporre i fasti dei predecessori, nè tantomeno ad accostarsi all’apprezzato trittico uscito su Nintendo DS in questi anni.

Castlevania senza CastlevaniaA prima vista sembrerebbe un Castlevania in tutto e per tutto. I nemici, le ambientazioni, i protagonisti sono perfettamente riconoscibili, ma manca un elemento fondamentale per definirlo tale: l’esplorazione. Sì, perché il gioco è diviso in sei diversi capitoli nei quali vi saranno dati trenta minuti per raggiungere il boss del livello e batterlo entro il tempo limite. Ovviamente il vostro tragitto sarà costellato da nemici, trappole e leve da azionare per sbloccare nuovi passaggi utili al proseguimento dell’avventura. Peccato però che lo scopo del gioco distolga completamente il giocatore dall’esplorare la (piccola) zona in cui si trova, poiché l’unico obiettivo è abbattere il mostro di turno. In circa dieci minuti si riesce a raggiungere la meta, il difficile viene nel momento in cui dovrete uccidere il mostro, arduo se vi trovate da soli, una passeggiata se giocherete nella modalità cooperativa di cui parleremo più avanti. Una volta terminati i sei livelli non vi resterà che ripeterli ad un grado di difficoltà maggiore e tentare di migliorare il vostro punteggio. Non c’è altro, nè una storia da raccontare nè un palazzo da esplorare, tantomeno una completa personalizzazione e crescita dei personaggi. E’ presente un sistema economico per comprare nuovi pezzi d’equipaggiamento per migliore le statistiche dei protagonisti, oppure oggetti consumabili per ripristinare la salute e la forza magica. Al di fuori di questo non c’è molto altro da fare, se non cercare di aprire più forzieri possibili durante il lasso di tempo concesso e sperare di accumulare denaro e oggetti in quantità industriale.

Fantasia portami viaChi acquista un prodotto del genere sa benissimo a cosa va incontro. Quello che purtroppo non ci si aspetta è che per costruire i sei livelli del gioco gli sviluppatori abbiano pedissequamente riciclato ogni ambientazione e nemico presente su schermo. Level design, nemici, enigmi, boss di fine livello, tutto è stato ripescato da un altro capitolo della saga, basta aver giocato due o tre titoli in due dimensioni per accorgersene, figurarsi i fan accaniti che si aspettavano un trattamento migliore dopo l’oneroso esborso per scaricare il gioco. Castlevania ha sempre puntato molto sull’ambientazione, il design è sempre stato un elemento chiave per immergere il giocatore in un mondo unico, con un’atmosfera differente dagli altri, in grado di renderlo riconoscibile immediatamente. Tutto ciò viene a mancare quando si effettua la classica operazione “minestra riscaldata”. Purtroppo questo si ripercuote anche sul gameplay, rendendolo già vecchio prima d’essere analizzato. Riconoscendo un nemico saprete già come affrontarlo togliendo così il gusto della sfida. Il level design è stato palesemente studiato per la modalità cooperativa poiché numerosi passaggi necessitano di più partecipanti per essere superati, condannando dunque il giocatore a un paio di percorsi preimpostati. Anche il livello di difficoltà e la longevità del titolo ne risentono. Il primo per ovvie ragioni: con un numero maggiore di protagonisti i nemici sono numericamente gli stessi, ma la potenza offensiva del gruppo è tale da spazzare via in pochi secondi ogni mostruosità sul cammino. Di conseguenza l’esplorazione e il combattimento sono ridotti ad una passeggiata di qualche secondo fino ad arrivare al boss finale, il quale avrà vita breve contro un party così nutrito. Senza contare che se la barra vitale scende a zero risorgerete come scheletri, deboli ma ancora in grado di far danno e grazie all’acqua della vita potrete essere resuscitati: basterà fare attenzione a non diventare un gruppo di scheletri e la schermata del game over sarà a voi totalmente sconosciuta. Per chiudere questo paragrafo spendiamo due parole sul comparto tecnico del titolo. Anche in questo caso è stato preso un lavoro precedentemente creato e riproposto con i dovuti accorgimenti. Il motore grafico dei titoli per Nintendo DS è stato ottimizzato leggermente per schermi con risoluzione e grandezza maggiori del piccolo portatile, ma per il resto non si hanno miglioramenti degni di nota. La colonna sonora dispone di pochi ma riusciti brani accattivanti, almeno questi in grado di catturare lo spirito della saga.

Castlevania onlineHarmony of Despair offre due modalità online: cooperativa e survival. La prima permette ad un party di massimo sei giocatori di collaborare per portare a termine i sei livelli disponibili. La seconda mette invece gli utenti gli uni contro gli altri all’interno di una stanza, alla scadenza del tempo chi avrà eseguito più uccisioni sarà decretato vincitore. La cooperativa riesce in qualche modo a motivare il giocatore, rendendo meno frustrante sconfiggere i boss di fine livello, anche se facilita le cose in maniera disarmante. A volte potreste trovarvi in una porzione della mappa mentre i compagni arrivati all’obiettivo hanno cominciato il combattimento senza di voi, ed in qualche estremo caso potreste rimanere bloccati da trappole particolari e sentire la musica di sottofondo cambiare annunciandovi la vittoria del gruppo senza aver fatto nulla per contribuire.

– Modalità multigiocatore fino a 6 giocatori

– Prezzo elevato

– Poco longevo

– Povero di idee

– Design riciclato spudoratamente dai precedenti episodi per GBA e NDS

5.5

Castlevania: Harmony of Despair è un tentativo mal riuscito di riproporre un episodio in 2D corto, con fasi d’esplorazione ridotte all’osso e una serie infinita di elementi riciclati da altri capitoli. L’esperienza singolo giocatore può risultare frustrante nei livelli più avanzati costellati di boss, mentre la componente online rende troppo facile questi passaggi facendo si che l’interesse verso il gioco diminuisca in maniera direttamente proporzionale. Un titolo destinato a pochi fan, poiché quelli veri difficilmente apprezzeranno il lavoro svolto.

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