Recensione

Call of Duty:Black Ops Declassified

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a cura di Kaname

Anche quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, il nuovo capitolo di Call of Duty è uscito su console e PC, ottenendo grandi consensi da parte di pubblico e critica. A fianco di quel Call of Duty Black Ops II, il brand targato Activision è sbarcato per la prima volta su PS Vita, accollandosi l’onere di dover risollevare le sorti di una console che stenta a decollare. Contro ogni aspettativa, tuttavia, non solo il titolo Nihilistic Software fallisce nel suo intento, ma rappresenta, probabilmente, anche l’apice più basso che la serie abbia mai toccato sin dalla sua creazione.

  
Nel passato? O nel futuro?Contrariamente a quanto molti si aspetterebbero vista l’uscita in concomitanza con il fratello maggiore su home console, Call of Duty Black Ops Declassified ha ben poco di che spartire con la colossale produzione Treyarch, a partire dalla storia narrata. Le vicende, infatti, piuttosto che costituire una sorta di filone narrativo parallelo a quanto proposto nell’ultimo capitolo uscito, sono un sequel diretto del primo Black Ops, ambientate esattamente dieci anni dopo la storia originale. Fin qui nulla di strano, non fosse per il fatto che, eccezion fatta per alcuni brevi filmati introduttivi ad ogni missione, la narrazione proposta dalla modalità giocatore singolo è quanto di più deludente ci potessimo aspettare di giocare. Denominata per l’occasione “Operazioni”, la campagna di Black Ops Declassified altro non è che un’accozzaglia di missioni completamente slegate tra di loro che non solo non riescono a coinvolgere il giocatore in un’avventura dal ritmo serrato e spettacolare come hanno fatto in passato i capitoli principali del brand Activision, ma presentano una longevità di base a dir poco ridicola. Dieci le missioni che verrete invitati ad affrontare in un continuo susseguirsi di eventi che avrebbero meritato una ben più curata analisi e realizzazione. Tre le difficoltà disponibili: soldato, esperto e veterano; alla più inferiore delle quali una prima run del gioco può essere tranquillamente completata in meno di un’ora. Ciascuna operazione, infatti, difficilmente vi terrà occupati per più di cinque minuti, eccezion fatta qualora foste intenzionati a giocare alle difficoltà più elevate. In questi casi, con tutta probabilità, sarete letteralmente forzati a tentare più e più volte a completare una determinata missione ripartendo dall’inizio in caso di fallimento. Vista la brevità sostanziale delle missioni, un sistema di checkpoint sarebbe parso infatti cosa piuttosto discutibile, se non addirittura ridicola e inutile, ma, in alcune situazioni, la pessima calibrazione della difficoltà di gioco vi farà rimpiangere la possibilità di poter ripartire anche una manciata di secondi prima dell’inizio vero e proprio. In ogni caso la serie Call of Duty non è mai stata particolarmente nota per una modalità singleplayer curatissima e profonda, eccezion fatta forse per l’ultimo capitolo, in grado di vantare addirittura una storia con finali multipli e tematiche piuttosto interessanti. Indubbiamente i completisti troveranno pane per i loro denti, sempre se saranno in grado di accettare l’idea di dover affrontare ripetute volte intere sezioni di gioco unicamente a causa dell’inumana capacità di reazione delle unità nemiche. Più volte è capitato infatti di vedere nemici aprire il fuoco parecchio tempo prima che il personaggio da noi controllato fosse anche solo parzialamente visibile, facendo dubitare spesso dell’effettiva capacità degli sviluppatori di realizzare un’avventura in grado di fornire un livello di sfida soddisfacente ma, al tempo stesso, ben bilanciato e in grado di trasmettere soddisfazioni al giocatore.Ad affiancare quest’abbozzo di modalità campagna possiamo trovare le Sfide a tempo e la cosiddetta modalità Ostili. Le prime non sono altro che sfide contro il cronometro all’interno di alcuni poligoni di tiro. I bersagli saranno le classiche sagome di cartone, con differenziazione tra civili e avversari come ogni buon FPS ci ha da sempre abituati. L’altra modalità, invece, consiste, molto banalmente, in una sorta di sopravvivenza a continue e ripetute ondate di nemici di crescente intensità e difficoltà che vedranno il giocatore in azione in cinque diverse mappe prese direttamente dalla modalità multigiocatore di cui andremo a parlare in seguito. Anche qui, così come nelle sfide a tempo, si verrà ricompensati con una valutazione da una a tre stelle, a seconda della propria performance misurata in numero di uccisioni o tempo impiegato a seconda della modalità. Innegabilmente il potenziale per essere divertente e appagante c’è, in particolar modo per i giocatori più esigenti e intenzionati a scalare le classifiche, ma la mancanza della possibilità di giocare queste sfide di sopravvivenza al fianco di un amico si fa presto sentire, in particolar modo se le aspettative erano quelle di trovarsi di fronte ad una versione portatile dell’esperienza regalata da Call of Duty sulle console domestiche.
Multi(pochi)player here I comeTerminata la parentesi sull’esperienza offerta dalle modalità giocatore singolo, è ora il momento di passare alla ben più ricca modalità multigiocatore. Questo, perlomeno, è quanto ci sarebbe piaciuto poter dire…Call of Duty Black Ops Declassified offre al giocatore la possibilità di prender parte a partite multigiocatore giocate tramite connessione ad hoc o direttamente online. Nella prima, quattro giocatori potranno affrontarsi direttamente tra loro nelle modalità che analizzeremo in seguito, senza che i punti esperienza accumulati o le statistiche di gioco vengano salvate sul proprio profilo. Nella seconda, invece, una volta connessi alla rete, i giocatori potranno prender parte a dei match preesistenti o fare da host per gli stessi e affrontarsi in una delle quattro diverse modalità di gioco che il titolo offre. Queste sono: Deathmatch a squadre, Tutti contro tutti, Uccisione confermata e Zona di lancio. Nelle prima, molto semplicemente, due squadre composte da un massimo quattro giocatori ciascuna si affronteranno sino al raggiungimento di un determinato numero di uccisioni o allo scadere nel tempo. Uccisione confermata è pressoché identica, con l’unica variante costituita dalla necessità di raccogliere le piastrine lasciate cadere a terra dal nemico una volta ucciso affinché l’azione venga convalidata. Tutti contro tutti non necessita chiaramente di una spiegazione approfondita, mentre ben più interessante è la modalità Zona di lancio. Scopo dei giocatori sarà infatti quello di conquistare alcune posizioni selezionate casualmente e a intervalli di tempo prestabiliti dal gioco. La necessità di una maggiore coordinazione tra i singoli membri della squadra aumenta notevolmente la profondità di questa modalità ma, di fatto, anche questa si rivelerà il più delle volte un putiferio vero e proprio di colpi sparati ed esplosioni che non faranno altro che confondere i giocatori meno allenati. Deludenti anche le mappe che il titolo Nihilistic Software propone. Benché il numero di giocatori supportato sia tutt’altro che cospicuo, le diverse ambientazioni in cui si svolgeranno le partite sono sembrare spesso, oltre che poche nel numero, troppo piccole, con un design alquanto povero e poco ispirato, laddove esse non siano state pesantemente riciclate dal primo Black Ops. Anche la realizzazione grafica delle stesse risulta spesso altalenante, con sezioni moderatamente curate nella resa visiva ed altre assolutamente inaccettabili. Ultima e vera propria croce delle mappe multigiocatore è la collocazione dei vari punti di respawn. Raramente abbiamo avuto occasione di provare un titolo con pecche e lacune così vistose sotto questo punto di vita. Vedere i nemici comparirvi esattamente di fronte saranno cose all’ordine del giorno, ammesso che non siano loro a ritrovarsi come per magia alle vostre spalle, pronti ad interrompere quella che poteva essere un’azione di gioco spettacolare o particolarmente importante al fine del conseguimento della vittoria. Le dimensioni ridotte delle ambientazioni non costituiscono affatto una giustificazione valida e sufficiente a questa magagna tecnica che, in un gioco che da sempre ha puntato sul multiplayer online come cavallo di battaglia, rende le partite spesso e volentieri addirittura ingiocabili e frustranti, a meno che non siate dei santi o dei giocatori con una pazienza degna di un buddha.

Tra crash, cali di frame rate e amenità varieChe la serie Call of Duty non sia mai stato il top dal punto di vista della qualità grafica su home console è cosa piuttosta risaputa ma, fortunatamente, questo capitolo per PlayStation Vita riesce a regalare un’esperienza visiva nel complesso piuttosto buona, forte anche del fatto che al momento non ha praticamente altri concorrenti dello stesso genere con cui battersi, eccezion fatta per quel Resistance: Burning Skies sviluppato sempre da Nihilistic Software. Anche il feeling di gioco, nel complesso, si presenta piuttosto buono, molto simile all’esperienza trasmessa dai suoi “fratelli maggiori”, il che non può che render felici i fan della serie di first person shooter targata Activision. Ad intaccare negativamente sulla valutazione del gioco, tuttavia, ci pensano l’incredibile mole di bug riscontrabili sia in singleplayer che in multiplayer nonostante la corposa patch rilasciata dagli sviluppatori in concomitanza con l’uscita del titolo nei negozi. In un paio di occasioni è capitato di trovarsi di fronte un nemico praticamente immortale, il che rendeva impossibile proseguire nella missione o ci obbligava a riavviarla dal principio. Nel corso di una partita online è capitato invece di ritrovare i corpi dei nemici appena uccisi ancora nella medesima posizione anche dopo qualche minuto, il che rischiava di creare una notevole confusione spingendo i giocatori a sparare a questi ammassi esanimi di poligoni. Tra un bug e l’altro il gioco è addirittura crashato rimandandoci al menu principale di PS Vita con tanto di segnalazione di errore critico da inviare a Sony. Impossibile inoltre non citare la drammatica instabilità del frame rate nelle situazioni di gioco più concitate, fattore che rende spesso e volentieri l’esperienza ludica totalmente inadeguata e insoddisfacente. Conclude in bellezza il net code di assai discutibile fattura, realizzato a nostro avviso piuttosto grossolanamente al punto da rendere frequenti le disconnessioni dalle partite in corso, sempre ammesso che il gioco vi conceda di prender parte a questa contenutisticamente triste esperienza multi giocatore.

– Buona realizzazione grafica

– Gameplay pressoché invariato rispetto ai fratelli più grandi

– Prezzo totalmente ingiustificato

– Campagna singleplayer imbarazzante

– Numerosi bug

– Multiplayer povero di modalità e contenuti

4.0

Inutile negare che le aspettative per questo gioco erano molto elevate, anche in vista del pesante nome che porta. Benché in grado di regalare qualche momento di divertimento, Call of Duty Black Ops Declassified non risulta essere un prodotto sufficiente, sia dal punto della realizzazione tecnica che da quello strettamente contenutistico. Inoltre, se a questo aggiungiamo un prezzo di vendita pari a 49,99 €, possiamo ben capire come i motivi per consigliare il titolo ai fan della serie e non, siano veramente pochi, se non del tutto inesistenti.

Voto Recensione di Call of Duty:Black Ops Declassified - Recensione


4