Anteprima

Call of Duty: World at War

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

Da qualche anno a questa parte, più precisamente dal 2005, siamo stati deliziati puntualmente durante il periodo invernale da un nuovo episodio della serie Call Of Duty. Tradizionalmente ambientato durante l’ormai abusata Seconda Guerra Mondiale, il franchise ha fatto un salto verso la realtà attuale con il suo quarto capitolo, mettendoci di fronte alla minaccia del terrorismo mediorientale. Come da tradizione, Infinity Ward ha lasciato le redini della serie quest’anno a Treyarch (già autori di Call Of Duty 3 e di altri titoli usciti su console della passata generazione) che, con il suo Call Of Duty: World At War, ha lasciato perdere l’identificativo numerico ed è tornata sui campi da guerra della World War II. Le attese di tutti gli appassionati sono abbastanza alte, visto il notevole successo riscosso dal precedente episodio della saga, soprattutto per quanto riguarda la sezione multiplayer online. Ed è proprio di questa parte che SpazioGames ha potuto avere un piccolo assaggio, partecipando, insieme a migliaia di giocatori di tutto il mondo, alla fase beta pubblica su Xbox 360. Ecco le nostre impressioni dopo qualche ora di gioco.

Novità marginali ma interessantiTutti quelli che hanno già avuto modo di giocare al precedente episodio si troveranno sin da subito a proprio agio. L’interfaccia grafica, infatti, è rimasta davvero immutata, con la lista delle opzioni disponibili sulla sinistra, mentre la parte destra dello schermo è occupata dai componenti del nostro gruppo. La formula vincente di CoD4, che ha conquistato milioni di giocatori di tutto il mondo tanto da duellare con Halo 3 per il titolo di videogame più giocato su Xbox Live, è stata mantenuta. Infatti, continuando a combattere guadagneremo punti esperienza che serviranno, oltre che per avanzare di livello e grado, per sbloccare nuove opzioni, come la possibilità di aggiungere un Tag Clan personalizzato, ma soprattutto nuove armi, classi e accessori per i nostri strumenti di morte. Un intelligente stratagemma che sprona gli utenti a continuare a giocare per diventare sempre più letali ed efficienti. Non dimentichiamoci neppure degli amati/odiati “perks” (o “recupero”, come sono chiamati nell’edizione italiana del titolo), abilità particolari che ci verranno utili in più di un’occasione, ad esempio per limitare i danni delle esplosioni o avere un maggior quantitativo di energia.Parlando più specificatamente della beta a nostra disposizione, essa permette di combattere su tre mappe in cinque diverse modalità di gioco. Queste ultime sono: War (presa da CoD3), dove l’obiettivo è quello di conquistare dei punti di controllo sulla mappa e cercare di mantenere la posizione per vincere; Cattura la bandiera, classica opzione che prevede di addentrarsi nella base del nemico per rubare la bandiera e tornare alla propria; Team Deathmatch, suddivisi in due squadre, i soldati dovranno uccidere i componenti del team avversario fino al raggiungimento di un determinato punteggio; Pick Up TDM, uguale al precedente ma senza la possibilità di formare dei party iniziali; Free For All, tutti contro tutti. Tutte le modalità prevedono un numero massimo di 12 giocatori, un limite che sarà destinato a salire nella versione definitiva del prodotto.Le tre mappe invece sono: Makin, direttamente dalla prima missione del gioco single player, è ambientata su una spiaggia, ricca di posti dove nascondersi (in mezzo all’acqua o tra i boschi) e con una serie di capanne collegate tra loro; Castle propone invece un tipico tempio nipponico con tanti spazi aperti, ma anche postazioni sopraelevate adatte per appostarsi con i fucile da cecchino; ed infine Roundhouse, mappa di generose dimensioni in una zona industriale in rovina, l’unica che presenta al proprio interno dei mezzi controllabili dai giocatori, in questo caso dei carri armati.Un altro piccolo cambiamento rispetto da CoD 4 è riscontrabile nei bonus attivabili uccidendo più nemici consecutivamente senza morire. Arrivando a tre, infatti, potremo richiamare un controllo radar che ci permetterà di vedere la posizione degli avversari; a cinque ci sarà data la facoltà di ordinare un attacco con i mortai su un punto specifico della mappa; raggiungendo sette uccisioni potremo far rilasciare un gruppetto di pastori tedeschi che si catapulteranno contro i nemici, inseguendoli ovunque si trovino.Le partite effettuate hanno mostrato l’efficacia del netcode sviluppato, in grado di regalare match combattuti e con un lag molto ridotto. Per migliorare le prestazioni, è inoltre possibile compiere una ricerca in base alla vicinanza degli utenti.

Un primo sguardo alla grafica Utilizzando il notevole engine sviluppato da Infinity Ward per il quarto episodio della serie, Call Of Duty: World At War può vantarsi di una realizzazione tecnica di prim’ordine, grazie ad un frame rate ancorato saldamente ai 60 fotogrammi per secondo e una pulizia grafica invidiabile. I ragazzi di Treyarch, tuttavia, non hanno voluto riposarsi sugli allori, migliorando ulteriormente le performance generali, facendo passi avanti soprattutto nel reparto texture ed effetti particellari, ora più realistici che mai. Il quadro generale è completato da modelli poligonali e strutture architettoniche complesse d’indubbia qualità.Dal punto di vista sonoro, ci è sembrato un po’ debole il campionamento delle armi, in particolar modo l’arrivo dei mortali produce un suono fastidioso, ma nel complesso l’implementazione degli effetti multicanale Dolby Digital 5.1 ci farà sentire nel bel mezzo dell’azione.

Considerazioni finaliLa nostra prima prova con il multiplayer di Call Of Duty: World At War è stata decisamente positiva. I piccoli cambiamenti e miglioramenti introdotti da Treyarch ci sono sembrati interessanti e capaci di fornire il giusto grado di sfida a tutti i giocatori. Un punto molto importante su cui dovranno lavorare molto gli sviluppatori è un adeguato bilanciamento delle armi e, soprattutto, dei mezzi presenti sulle mappe senza inficiare il divertimento e la godibilità complessiva del prodotto. In attesa di poter mettere le mani sulla versione definitiva, vi ricordiamo che la prossima “chiamata al dovere” è prevista per il 14 Novembre.