Anteprima

Call of Duty: World At War

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a cura di andymonza

Dopo l’enorme successo del quarto episodio, gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’ormai imminente uscita di Call of Duty: World At War, quinta incarnazione di una delle saghe belliche più amate di sempre.Durante la nostra visita presso la lounge di Activision abbiamo avuto modo di accomodarci con gli sviluppatori per scambiare due parole sul gioco ed assistere ad una dimostrazione pratica dedicata alla modalità cooperativa per due giocatori.Durante lo sviluppo di World at War i ragazzi di Treyarch si sono trovati ad affrontare un compito assolutamente non facile: se già uguagliare il successo di Call of Duty 4 non è cosa da poco, superarlo è davvero una sfida enorme.

Ritorno alle originiPer non tradire le proprie origini gli sviluppatori hanno deciso di non proseguire il filone contemporaneo introdotto da Infinity Ward, ma bensì di tornare ai campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale, con un’ambientazione tutta nuova: il Pacifico. Una giungla fitta e piena di insidie farà da sfondo alla maggior parte delle operazioni della campagna USA. Anche i nemici sono cambiati: i Giapponesi, guidati dal codice d’onore Bushido ereditato dagli Shogun, adottano tattiche mai viste prima d’ora. Sono spontanei e calcolatori, e si muovono su un territorio che conoscono palmo a palmo: al sicuro nei loro tunnel non temono bombardamenti ed attendono pazienti le vittime della prossima imboscata. Combattere contro nemici così insidiosi richiede un arsenale tutto speciale: tra le new entries la vera star è infatti il lanciafiamme, ottimo per stanare il nemico da tunnel e trincee. La seconda campagna single player ci vedrà invece impegnati nella liberazione di Stalingrado dall’oppressione nazista, in quella che diventerà una delle più cocenti sconfitte del Terzo Reich.Le due campagne sono accomunate da un filo conduttore: la vendetta. Se gli Ameriicani cercavano sul suolo giapponese soddisfazioni per il terribile smacco subito con l’attacco a Pearl Harbor, quella dei russi di Stalingrado è una vera e propria insurrezione contro l’oppressione nazista.

Compagni d’armeUna delle novità più interessanti e chiaccherate di questo quinto capitolo è la modalità cooperativa per due giocatori che ci permetterà di affrontare la campagna single player in compagnia di un amico, su Xbox Live, Playstation Network e Windows Live. Oltre ad essere decisamente divertente e tecnicamente ben implementata, tale modalità permetterà di accumulare punti esperienza utili ad elevare il nostro rango in multiplayer; il sistema di ranking online ricalca in tutto e per tutto quello del predecessore, così come la gestione delle skill. Entrambi sono stati infatti in grado di riscuotere enormi consensi nel corso dell’ultima annata. La decisione di permettere ai giocatori di accumulare punti esperienza anche durante le sessioni cooperative è venuta in seguito alla scoperta da parte dei ragazzi di Treyarch che alcuni giocatori di Call of Duty 4 saltavano a piè pari la campagna singolo giocatore, per buttarsi da subito con gli amici nelle mischie onlin. In World at War sarà possibile affrontare la campagna singolo giocatore senza per questo negarsi preziosi punti esperienza.Per quanto riguarda il multiplayer vero e proprio, la grande novità sono i veicoli, in particolare i carri armati: la loro introduzione ha reso necessaria la creazione di mappe dedicate. Troveremo arene per soli tank, oppure campi di battaglia misti, dove sia fanti che carri potranno darsi battaglia su larga scala.

Prova a fuocoMessi da parte i convenevoli abbiamo assistito ad una dimostrazione pratica della modalità cooperativa. La scelta del livello è ricaduta su Hard Landing, parte della campagna USA. Esso prende spunto da fatti realmente accaduti, quando l’esercito americano decise di prendere il controllo di un’isola di eccezionale importanza strategica. Le previsioni degli strateghi parlavano di due giorni di combattimento necessari per la conquista: occorsero ben due mesi, e duemila soldati americani persero la vita negli scontri. La missione prende il via nel folto della giungla dove, circondati da un’esigua task force, muoviamo i primi passi. Sin da subito è possibile notare il notevole livello di dettaglio che caratterizza l’ambiente circostante che appare vivo e realistico. La sensazione di costante pericolo si concretizza ben presto sotto forma di un’imboscata ed i pochi attimi la silenziosa giungla si trasforma in un vero e proprio inferno. I nemici spuntano direttamente dalla vegetazione e ce li ritroviamo di fronte di punto in bianco: è un combattimento serrato e frenetico, faccia a faccia, senza il lusso di una copertura. Procedendo nel corso della missione abbiamo potuto vedere finalmente in azione il lanciafiamme: il fuoco è reso in maniera piuttosto realistica, anche se a volte si ha l’impressione che determinate strutture, così come la vegetazione, prendano fuoco e si riducano in cenere in maniera un po’ troppo rapida rispetto a quanto accadrebbe in realtà. Nella fase finale abbiamo assistito ad un’incredibile battaglia campale, una furibonda mischia di fanteria e tank: il risultato è un vero caos, in cui districarsi sembra impossibile, ed a contare sono soprattutto i riflessi e le coperture di fortuna.Abbiamo constatato con piacere che il design dei livelli è stato realizzato con un occhio di riguardo alla nuova modalità coop: invece della guerriglia in spazi ristretti cui CoD 4 ci aveva abituato, in World at War ci ritroveremo spesso a combattere in ampi spazi aperti, con un gran numero di unità coinvolte: oltre a risultare molto spettacolare, questa soluzione rende la cooperazione tra i due giocatori sensata ed appagante. Il livello di difficoltà ci è sembrato piuttosto elevato, ed abbiamo avuto conferma che esso è dinamico: tiene infatti conto del rank online e della presenza di uno o due giocatori, e si adatta di conseguenza.

Considerazioni finaliLa presentazione cui abbiamo assistito ha confermato le nostre precedenti impressioni relative alla nuova incarnazione di Call of Duty. Questo quinto capitolo mira ad essere ancor più spettacolare e coinvolgente del fortunato predecessore, allargando gli orizzonti dei campi di battaglia ed implementando un gradito fattore di cooperazione. Di fatto però, ambientazione a parte, di novità sotto il sole del Pacifico ce ne sono ben poche: ritroviamo la consueta grande quantità di script, ed il medesimo ambiente statico cui il brand ci ha abituati: un Rpg è in grado di abbattere molti nemici contemporaneamente, ma non aspettatevi che distrugga delle casse di legno, né tantomeno le mura degli edifici. Anche il comparto multiplayer, a detta degli stessi sviluppatori, è stato preso di peso dal predecessore, con l’unica vera novità rappresentata dai veicoli.Per quanto non si possa non dire che il lavoro svolto da Treyarch sia eccellente, rimane un po’ di delusione per la totale mancanza di qualche vera novità nella formula alla base del gameplay, sia in singolo giocatore che online.