Call of Duty WWII: scopriamo la modalità Guerra

Avatar

a cura di YP

Call of Duty: World War 2 rappresenta un ottimo punto di ripartenza per la saga, che negli ultimi anni si era affossata in una visione non troppo riuscita, o comunque poco ispirata. Infinite Warfare ha segnato il tracollo creativo di un brand che era quasi riuscito a stancare anche i fan più accaniti, proponendo un setting futuristico poco accattivante e, banalmente, visto in altre produzioni. Con la Seconda Guerra Mondiale Sledgehammer ha invece fatto centro, tornando a un gameplay più classico per i canoni della serie e infarcendo il titolo di piccole novità che affiancate a una struttura più solida creano un quadro decisamente gradevole. Una di queste gradite introduzioni è la modalità Guerra, o War Mode, già analizzata più volte ma che in occasione delle release del gioco vogliamo sviscerare un po’ più nel dettaglio, raccontandone il carattere generale e analizzandone le tre mappe ad oggi disponibili. 

Guerra è un game mode dinamico e studiato con maestria, capace al contempo di divertire e impegnare, grazie e obbiettivi fluidi ma che necessitano di applicazione per essere portati a termine. Recupera il sistema di Rush della serie Battlefield, ma ne sviluppa le dinamiche con molta più varietà e, se vogliamo, suggestione. Non sarà quindi solamente necessario conquistare o difendere i punti A, B, C; al contrario le diverse mappe propongono missioni differenti, con finalità sempre dissimili: scortare carri armati, conquistare un’abitazione, costruire un ponte sono solo alcune delle attività disponibili. Guerra è a tutti gli effetti la ciliegina sulla torta di un comparto multiplayer abbastanza classico, che grazie a questa modalità si arricchisce di varietà e qualità. Peccato solo per l’assenza di un sistema interno di ranking, che ne avrebbe potenziato in modo evidente la rigiocabilità. Il risultato però è valido e apprezzabile, sia nell’idea che nella messa in pratica: ecco quindi la descrizione di cosa troverete nelle tre Operations e qualche consiglio per giocarle al meglio.

Operation Breakout

Ambientata in un paese della Normandia francese, Operation Breakout è la mappa con la quale Sledgehammer ha voluto presentare al mondo la modalità Guerra. Inserita nella beta e giocabile a tutti gli eventi per la stampa, rappresenta un po’ una sorta di tutorial a quelle che sono i crismi di War Mode. La fase di attacco si divide in quattro step: nella prima parte bisognerà entrare di prepotenza in una magione per poter utilizzare una base operativa avanzata, successivamente dovremo far breccia nella città e costruire un ponte utile a entrare nel cuore dell’azione. Queste prime due sezioni introduttive ci obbligano a capire in fretta l’anima di War Mode, che oltre a richiedere abilità, necessità anche grande adattabilità. Se per conquistare la villa saranno utili classi con SMG o AR, per il ponte invece dovrete usare armi da distanza e granate fumogene, in modo tale da coprire i vostri alleati mentre costruiscono, letteralmente, il ponte. Le fasi finali invece saranno più immediate: distruggere la riserva di munizioni del cannone anti-aereo e poi scortare il letale carro armato nel cuore dell’agglomerato urbano per conquistarlo definitivamente. Per distruggere le munizioni viene proposta una classica situazione di innesco/disinnesco, vista in modalità come Cerca e Distruggi o Demolizione; il rush finale invece richiederà solamente l’eliminazione di quanti più nemici possibili mentre facciamo avanzare il tank standogli vicino, in pieno stile payload di Overwatch. Il team difendente avrà il solo compito di impiegar forze e risorse nel tentativo di stoppare la nostra avanzata. In Operation Breakout, come nelle altre due, il cuore dell’esperienza è certamente giocare dal lato degli attaccanti; difendere è invece meno avvincente.

Operation Griffin

La neve del Belgio farà da sfondo a Operation Griffin, variante leggermente più “agitata” di Operation Breakout. Il primo step ci richiederà di scortare tre carri armati lungo un percorso ricco di bivi e sentieri da cui possono sbucare i nemici. Come per OB (Operation Breakout, per comodità) bisognerà stare vicino ai mezzi per permettergli di avanzare. Una tattica intelligente potrebbe essere quella di dividere il team in due gruppi: uno dedito all’avanzata dei tank, l’altro incentrato sull’uccisione degli avversari, coprendo magari i punti sensibili dai quali i nemici potrebbe sparare, eliminando così chi scortava i tank. Superata questa fase, i carri si ritroveranno a corto di benzina. Sarà nostro compito quindi recuperare diverse taniche per poi riempire manualmente il serbatoio dei mezzi. Se siete pratici di Cattura la Bandiera allora non troverete grosse difficoltà, dato che l’operazione di recupero sarà incentrata sulle stesse dinamiche. Al solito coprire i “carrier” sarà fondamentale, cosi come sarà imprescindibile impedire che i nemici si piazzino in posizione tattiche e predominanti. Considerate poi che i luoghi dove trovare le taniche saranno due, e dovrete necessariamente recuperarle tutte per procedere nella terza fase: coordinatevi al meglio e non curatevi del rateo che, solamente in War Mode, è un fattore totalmente marginali ai fini del punteggio/statistiche. L’ultima fase sarà ancora una volta una scampagnata vicino a un carro armato, in quest’occasione però la strada sarà più lunga e con un ultimo segmento davvero ostico. Lo scenario è infatti quello di uno scontro frontale, con gli attaccati che utilizzano il carro per ripararsi e i difensori che si appostano in modo strategico utilizzando per lo più armi da distanza. Usate anche in questo caso granate fumogene, esplosive, cecchini e tutta la potenza di fuoco che riuscite a mettere in campo. In questo frangente vincerà il team più capace ma anche furbo: studiate tattiche sempre differenti in grado di stordire i nemici.

Operation Neptune

Lo Sbarco in Normandia non è solo protagonista della parte iniziale della campagna, bensì sarà una componente importante anche in Guerra. Operation Neptune è infatti la missione ambientata sulla famosissima spiaggia, che prova quindi a calarci in quel particolare contesto anche in formato multigiocatore. La parte introduttiva è proprio quella dell’arrivo sulla spiaggia e relativo assalto ai fortini tedeschi. Se attaccare risulterà un po’ frustrante, difendere invece sarà molto divertente. Gli attaccanti dovranno tentare incessantemente di far breccia nelle difese tedesche, mentre l’esercito nazista sarà appostato in bunker con una visione completa del territorio di scontro. Il risultato è un continuo tentare di raggiungere i due avamposti da conquistare, mentre si viene bersagliati o cecchinati. Una volta terminati gli obbiettivi, dovremmo eliminare dei macchinari di comunicazioni in una base molto ben difesa e con poche (quattro) entrate. Gli apparecchi da distruggere sono una decina e per farli esplodere serviranno diversi colpi. Le poche modalità di accesso al bunker creano una situazione di studio reciproco, dove gli attaccanti dovranno cercare di sfoltire i ranghi nemici piuttosto che cercare vie d’entrata alternative. Fumogeni e attacchi a sorpresi faranno la differenza. L’ultimo incarico prevede l’eliminazione di due carri antiaerei mediante il piazzamento di alcune bombe. Come per Operation Breakout, bisogna effettuare il plant e poi attendere la fine del countdown, difendendo la bomba che potrebbe essere disinnescata. Operation Neptune ha una location molto affascinante unita a compiti frizzanti e divertenti: è senza ombra di dubbio la nostra preferita.

La modalità Guerra (War Mode) di Call of Duty WWII è indubbiamente l’unicità di cui il comparto multiplayer può godere. Certo, una/due Operations in più sarebbero state un’aggiunta più che gradita, così come un sistema di ranking interno ne avrebbe potenziato vistosamente la rigiocabilità. Rimane comunque un game mode curato e intraprendente, che renderà felice una grossa fetta d’utenza e che non mancherà di aggiornarsi nel corso dell’anno.