Anteprima

Call of Duty: Modern Warfare 3

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a cura di andymonza

Londra – Le immagini sul maxischermo si susseguono veloci, stralci tratti da film, cartoni animati e serie TV accomunati da personaggi che in circostanze diverse ripetono tutti lo stesso nome, confermando la verità che già conosciamo bene: Call of Duty è più che un videogioco, si tratta ormai di un vero e proprio fenomeno di costume, tanto da guadagnarsi quote illustri, da The Office a South Park. Per quanto lo scandalo West e Zampella (i due ex dirigenti di Infinity Ward licenziati da Activision, ed in seguito protagonisti di una battaglia legale contro il colosso americano) avesse gettato ombra sull’annuale uscita, Modern Warfare si è puntualmente presentato, ospite d’onore presso il recente showcase Activision tenutosi a Londra. Ad introdurlo, esponenti di Infinity Ward (“completamente ricostruita“, secondo le recenti dichiarazioni del nuovo CEO) e di Sledgehammer, giovane team di proprietà del colosso americano (assente invece Raven Software, che secondo fonti ancora non ufficiali starebbe collaborando alla componente multigiocatore), pronti a giocare per noi due sequenze del nuovo blockbuster invernale. Riprendendo esattamente da dove il predecessore Modern Warfare 2 aveva lasciato, la trama vedrà l’invasione sovietica ai danni dell’Europa e degli USA ormai ampiamente in corso: grandi città come New York, Londra e Berlino saranno i nuovi, evocativi teatri degli scontri, facendo della guerriglia urbana il fulcro dell’esperienza.

Big Apple WarfareSe esistesse una Prima Legge della Videoludica, essa reciterebbe grosso modo: “In un qualsiasi videogioco, i voli in elicottero finiscono sempre male. Molto male.”Ed è proprio nella carlinga di un velivolo che apriamo gli occhi, appena in tempo perchè il pilota possa urlarci nelle orecchie “RPG! Incoming!” ed il mondo si trasformi in un girotondo impazzito di urla, vetri infranti e lamiere contorte. Pochi istanti prima dello schianto la prua s’impenna, permettendoci di guardare in alto, verso le cime dei grattacieli di New York, ed in direzione un elicottero gemello, che anch’esso colpito dal fuoco nemico si schianta contro la facciata di un palazzo. Poi l’impatto, la lotta per liberarsi dai resti del velivolo e l’uscita in strada, in un giorno qualunque per la Grande Mela, trasformata in un inferno dai sovietici. I resti dell’elicottero precipitano attorno a noi, mescolati con generose porzioni della facciata dell’edificio, ma non c’è tempo di preoccuparsene troppo. Ordini vengono già urlati nelle nostre orecchie mentre incameriamo un colpo nel fido M4 dotato di mirino Red Dot ed ottica rimovibile: c’è una città – o meglio, LA città, simbolo dell’America e del mondo occidentale – sotto attacco, e va assolutamente liberata. Che si tratti dell’imperitura memoria del 9/11 o del semplice fascino legato alla distruzione digitale di landmark famosi, New York si è vista molto spesso sugli schermi delle console HD e dei gaming PC. A differenza della vivida rappresentazione offerta da Crysis 2, la Grande Mela di Modern Warfare 3 punta a “schiacciare” il giocatore a terra, un lungo corridoio circondato dagli altissimi palazzi, un labirinto di interni ed esterni che vomita nemici da ogni angolo. Ed è proprio di questi ultimi che dobbiamo occuparci mentre ci facciamo strada verso lo Stock Exchange di Wall Street, manipoli di militari russi che ce la mettono tutta per proteggere un’importante antenna sul tetto dell’edificio della Borsa, la cui distruzione rappresenta il nostro obbiettivo immediato. L’occasione è ottima per vedere nuovamente in azione il run and gun tipico della serie, dove il giocatore si trova a correre da una copertura all’altra abbattendo i numerosi avversari con il fuoco mirato, mentre i compagni guidati dall’intelligenza artificiale si occupano di fornire una sempre apprezzata assistenza. Per quanto le meccaniche di shooting sembrino sostanzialmente invariate – con l’unica novità rappresentata dalla possibilità di utilizzare o meno l’ottica montata sul fucile, semplicemente spostandola sulla linea di tiro alla pressione di un tasto – è il design dei livelli a mostrare spunti interessanti: in primo luogo, l’estensione si presenta notevolmente migliorata, con le ampie strade della metropoli statunitense trasformate in campi di battaglia costellati di coperture improvvisate, tra macerie e carcasse di automobili. Si procede così, di corsa ed a testa bassa, sfidando l’inferiorità numerica con il fuoco mirato, raffiche brevi e precise, e via così fino al successivo checkpoint. Già durante i primi minuti fanno capolino gli immancabili script, da sempre caratteristica portante del gameplay della serie, sotto forma di una jeep che d’improvviso sbuca da una traversa, sputandoci addosso una tempesta di fuoco con la calibro .50 montata sul tetto. Pochi colpi mirati ed il mitragliere saluta, qualche granata ed un nuovo checkpoint è conquistato. Tutto procede da programma sino all’immancabile imprevisto, un passaggio radente da parte di un elicottero nemico Hind che costringe noi e la squadra a rifugiarci nel palazzo più vicino, procedendo su per le scale fino al tetto, e poi di nuovo giù, sino alle scale antincendio, eliminando nel contempo le sacche di resistenza all’interno. Di nuovo in strada, lo Stock Exchange finalmente in vista: la resistenza all’ingresso principale è molta, costringendoci a passare all’arma secondaria, un lanciagranate dotato di mirino digitale, in grado di calcolare con molta precisione la caduta del proiettile esplosivo. I russi si ritirano verso l’interno dell’edificio, e la caccia continua tra le centinaia di schermi che costellano la hall della Borsa di New York. Un leggero deja vu dal livello “Charlie Don’t Surf” del primo Modern Warfare, uno dei più duri dell’intera campagna, con i nemici difficili da individuare nel dedalo di schermi lampeggianti. A testa china e di fretta raggiungiamo un’intelaiatura in acciaio che circonda la vasta sala e, eliminate le ultime resistenze grazie alla vantaggiosa posizione, procediamo finalmente verso il tetto. Piazziamo un esplosivo in tutta fretta, osserviamo l’antenna esplodere e crollare, ed attendiamo la cavalleria aerea pronta a recuperarci: un Apache si pone parallelo al tetto dell’edifico, saltiamo e ci troviamo finalmente nella carlinga.La missione, naturalmente, è tutt’altro che completata. I russi attaccano dai tetti dei grattacieli circostanti, e tocca a noi rispondere grazie alla minigun montata sul fianco del velivolo, mentre il pilota dà fondo a tutte le sue abilità per portarci fuori pericolo. Zig-zagando tra i palazzi cerchiamo di sopprimere il fuoco nemico, incrociando nella fuga anche diversi Hind nemici, che ci preoccupiamo di abbattere il più velocemente possibile.La Prima Legge della Videoludica torna all’opera proprio nei pressi del World Trade Center, quando il pilota azzarda una virata attorno allo scheletro del Freedom Tower in costruzione, destinato a sostituire le compiante Torri Gemelle. Un Hind nemico si avvicina pericolosamente, lo scontro, il girotondo impazzito dei due velivoli: molliamo la minigun, ci aggrappiamo ovunque nel tentativo di non cedere alla forza centrifuga. Lo schianto, lo schermo nero e fine della prima parte.

F*k the gap!Non c’è molto tempo per tirare il fiato: le immagini sul maxischermo tornano a scorrere, altro giorno, altra missione, questa volta nella piovosa notte londinese. L’obbiettivo è un convoglio di camion, il cui carico è da recuperare senza troppo rumore, affrontando le ottime difese installate dai sovietici nella zona dei Docks della capitale inglese. Due squadre, supporto aereo in caso di problemi, armi silenziate, così ci approcciamo all’eliminazione stealth. In concertazione con il secondo team penetriamo il perimetro, mettendo fuori gioco le pattuglie senza suscitare troppo clamore. La strada verso i camion è semplice, forse un po’ troppo: aperto il portellone troviamo il piano di carico completamente vuoto, mentre le parole “trappola” ed “imboscata” si rincorrono sulle bocche dei compagni. Neanche il tempo di riorganizzarsi che i russi attaccano, pesantemente: una voce agli uccellini in volo ed otteniamo immediato supporto aereo, cui diamo man forte con le consuete raffiche brevi e mirate, sfruttando il più possibile le molte coperture offerte dall’affollato scalo merci.Proprio quando la salvezza sembra a portata di mano, individuiamo tra i sovietici ormai in fuga un bersaglio importantissimo: gli ordini sono chiari, eliminarlo ad ogni costo. Un breve tratto a piedi cercando di evitare le raffiche sparate alla cieca dai soldati in fuga, ed ecco che li vediamo avvicinarsi ai binari della metropolitana, salire su un vagone e partire a tutta velocità. Senza sapere bene come, ci troviamo sul cassone di uno dei camion, lanciato a tutta velocità all’inseguimento della motrice della metropolitana: ci affianchiamo su un tratto di binari gemelli, cerchiamo di mirare ai sovietici all’interno, i quali naturalmente rispondono al fuoco. Le stazioni sfrecciano intorno a noi, appena qualche secondo per vedere i cittadini attoniti che invece del loro treno assistono al folle passaggio dei due veicoli lanciati ad assurda velocità. Manteniamo il fuoco vivo sul nemico, finchè finalmente l’eccessiva velocità e l’attrito sui binari chiudono l’opera per noi: la motrice deraglia, portandosi dietro i vagoni, in un folle inseguirsi di carcasse fiammeggianti, che travolgono qualsiasi cosa al loro passaggio, spezzando i piloni di cemento come grissini. Il fumo ed il clamore del deragliamento si alzano, ed un fade out chiude le quinte sul reveal.

The next stepA partire dal comparto tecnico e continuando con la formula di gameplay, Modern Warfare 3 porta avanti la tradizione del brand d’appartenenza come da programma, offrendo l’ormai consueto run and gun alternato ai vari script, laddove il piacere nel giocare i vari livelli è da ricercarsi più nello scoprire quale folle trovata aspetta il giocatore dietro l’angolo più che nella valenza tattica della simulazione militare, da sempre non al top. L’intrattenimento è innanzitutto cinematografico, e trova nelle nuove ambientazioni urbane ulteriori sfoghi visivi: soprattutto New York, devastata dai bombardamenti sovietici, ha rappresentato un vero “parco giochi” per gli sviluppatori, i quali si sono evidentemente divertiti nell’ambientarvi scontri dal sapore spiccatamente hollywoodiano. Per quanto l’abilità dei ragazzi di Infinity Ward nell’aggiornare il loro storico engine IW, qui in versione 4, sia ormai più che accertata, il suddetto motore sembra gestire con qualche fatica in più i vastissimi spazi offerti dai nuovi livelli, per quanto l’impatto generale rimanga senza dubbio soddisfacente, ed i 60 frame per secondo assolutamente garantiti. La vera forza di Modern Warfare 3 sembrano dunque essere le ambientazioni urbane ed il design dei livelli sempre più estremo, dai quali ci aspettiamo una campagna in grado di eclissare ampiamente i predecessori quanto a spettacolarità.

– Spettacolare, come sempre

– Ambientazioni urbane affascinanti

Il reveal di Modern Warfare 3 ha finalmente aperto le quinte sul lavoro di Infinity Ward e Sledgehammer, confermando quanto ipotizzato. Raggiunta una certa maturità, il brand Modern Warfare punta ora a stupire i fan con una campagna assolutamente spettacolare, con le grandi città europee a fare da perfetto sfondo per scontri letteralmente esplosivi. Per quanto non innovativi quanto a gameplay, i due livelli mostrati hanno rivelato il grande (e come sempre massiccio) lavoro di scripting, capace di regalare momenti di grande impatto. Ora che il dado è stato tratto, non ci rimane che attendere l’E3 per i dettagli sul comparto multiplayer (confermato a voce il ritorno delle Spec Ops), la cui spinta innovativa dovrà senza dubbio rivelarsi alle altezze delle aspettative dei fan. Rimanete con noi per tutti i dettagli, presto in diretta dalla fiera di Los Angeles.