Anteprima

Call of Duty Modern Warfare

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a cura di Matteo Bussani

Ricordo ancora quando uscì il primo trailer di Call of Duty Infinite Warfare, il pubblico fece fatica a digerire un ulteriore passo nel futuro da parte della serie, al contrario, quando si mostrò l’intenzione di riportare con quest’ultimo capitolo anche la versione remastered di Modern Warfare, allora ci fu davvero una standing ovation virtuale da parte del web. Infatti, il multiplayer del quarto capitolo della serie Call of Duty fu uno dei più apprezzati in assoluto, e penso non ci siano problemi nel dire che fu anche uno dei primi passi verso il florilegio del competitivo per gli sparatutto su console. Ci sarà occasione di ripercorrere tutto questo passo a passo, cioè quanto Modern Warfare è stato per i giocatori del tempo e in che modo allo stato attuale delle cose questo gioco può ancora catturare coloro che per questioni di età non hanno avuto modo di giocarci in passato, ma quello sarà fatto in sede di recensione. Quello che invece possiamo confermare è che sia l’intensità del boato durante il keynote sia l’affluenza allo stand di presentazione del multiplayer di questo titolo durante il COD XP erano fra le più alte, segno che sì, la gente è in cerca di novità, ma che allo stesso modo chiede un ritorno nostalgico al passato glorioso della serie.
Che effetto fa tornare a giocare a Modern Warfare
Non starò dunque a parlarvi del gioco, che i più conoscono e che dal punto di vista del gameplay rimane totalmente immutato rispetto al passato, cercherò invece di raccontarvi la mia esperienza nelle due mappe Crash e Backlot che ho avuto modo di provare durante questo COD XP e che sensazioni mi hanno rievocato subito dopo aver affrontato invece la sessione di Infinite Warfare.
La prima impressione a pelle è quella di aver a che fare con due giochi estremamente simili, ma al contempo lontani anni luce fra loro. Le differenze più lampanti che saltano agli occhi, confermate anche in sede di intervista con Jack O’Hara, sono la lontananza delle ambientazioni e la struttura delle mappe. Pensando invece al feeling delle armi si può dire l’esatto contrario ovvero che sia stato talmente riuscito ai tempi, che tuttora la scelta più naturale è riproporlo in maniera il più fedele possibile alla serie, riuscendo a regalare quel tratto oramai distintivo di ogni Call of Duty e che quindi lega fortemente i due titoli. Sparare con un MP5 oppure con un SMG energy-based, non dico che sia la stessa cosa, ma comunque suscita sensazioni molto più simili di quanto si possa immaginare; se da una parte questo può essere considerato come un non voler rischiare di buttarsi in qualcosa di nuovo, dall’altra parte riesce a donare quella continuità del gameplay che aiuta non poco il giocatore a prendere in mano un titolo della serie e iniziare a giocare subito senza grossi scogli.
Così vicini, ma soprattutto così lontani
Tornando agli elementi di lontananza fra i due titoli, le ambientazioni sono sicuramente quelle che danno il maggior impatto, proprio perchè soffrono di una fruizione immediatamente visiva. La decadenza e l’aridità di mappe come crash e backlot sono completamente sostituite dalle geometrie pulite di quelle di Infinite Warfare. Ovviamente queste rimangono generalizzazioni, e si possono facilmente trovare eccezioni che però sono decisamente rare nel quadro complessivo della varietà proposta. La maggiore possibilità di trovare un nascondiglio, tra le rovine della mappa rende molto più facile seguire il combattimento da una distanza media e soprattutto non sempre in una condizione di head to head ovvero di 1 contro 1. Ciò conferisce una maggiore tatticità al gioco di squadra, ma riduce considerevolmente l’engagement nei confronti dell’azione che solitamente prevede una progressione frontale, con il focus completamente riservato ai 45° che formano il cono visivo davanti a noi. 
Tornare alle origini quindi dove non soltanto era fondamentale fare riferimento ai riflessi, ma anche al posizionamento e alla strategia di squadra è un piacere che molti stavano cercando da tempo. Si sente che quelle mappe erano frutto di studi semplici, poco piegate dal peso di ore e ore di calcoli su computer pieni zeppi di statistiche di gioco e istruiti con algoritmi pronti per impostare le partite su binari predefiniti e bilanciabili per il mondo competitivo. Un’ altra grossa differenza che è giusto annoverare è la struttura a classi che va al di là del semplice loadout per la creazione di una classe; decidere di interpretare un Merc significa poter ottenere abilità particolari, uniche e non personalizzabili, e soprattutto da bilanciare, all’interno del team, con altre rigs di diverso tipo, per poter coprire ogni ruolo. Prima al contrario era tutto personalizzabile con loadout che definivano loro stessi la classi che stavamo utilizzando, tanto che era più facile pensare a setup appositi per una mappa, relegando questo compito alla scelta dell’armamentario.
Qualche considerazione tecnica
E questo solo per quanto riguarda la componente multiplayer del gioco, che non solo sarà supportata fin dall’uscita con le dieci mappe più famose, ma anche gratuitamente da dicembre con le altre sei per completare il già ricco pacchetto. La campagna sarà disponibile un mese prima dell’uscita, il 5 ottobre per l’esattezza, solo su PS4, mentre su XBOX One e PC arriverà in concomitanza di Infinite Warfare riuscendo comunque a raggiungere tutti coloro che non vedevano l’ora di rimettere mano al titolo.
Finalmente poi siamo in grado di fare considerazioni tecniche sulla bontà delle remastered a fronte di una mezz’ora di prova direttamente gestita dall’HW della PlayStation 4. La risoluzione è 1080p60fps senza ombra di dubbio, ma la cosa che colpisce di più è la qualità di tutti i nuovi modelli presenti, che sono più che adeguati a rivalutare il comparto grafico di un titolo che oramai conta più di otto anni sulle spalle. Il riscontro maggiore per quanto riguarda il miglioramento grafico lo si ha nella vegetazione, che pur non essendo all’ultimo grido riempie non poco l’immagine finale e più che altro riesce a farlo gradevolmente. Fa anche piacere notare una serie di filtri per le texture e un minimo di anti-aliasing che contribuiscono a migliorare e pulire la resa a schermo del titolo.

– Un nostalgico tuffo al passato

– Multiplayer interamente riproposto

– Il gioco mantiene il suo appeal a distanza di anni

Call of Duty Modern Warfare Remastered si appresta a essere il contenuto bonus più corposo del pacchetto che Call of Duty porterà sugli scaffali dei nostri negozi a partire dal 04 novembre. Un usato sicuro che potrebbe convincere anche i detrattori della direzione futuristica intrapresa dal titolo di punta, a dare una chance anche quest’anno a Call of Duty. I giocatori PS4, potranno iniziare a giocare al suddetto anche prima di quelli XBOX dato che sarà per loro possibile accedere al contenuto digitale della campagna ben un mese prima della release ufficiale; anche se conveniamo che probabilmente l’interesse maggiore sia suscitato dalla componente multiplayer del titolo. Questa, dopo una prova di circa mezz’ora, ci ha riportato indietro nel tempo ribadendo l’inevitabile filo conduttore che si percepisce nel raffronto di MW con IW, ma sottolineando anche inevitabili differenze fra i due segno della chiara direzione evolutiva intrapresa dal brand.