Recensione

Call of Duty: L'ora degli eroi

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a cura di Chomog

Dal Pc alla consoleCall of Duty è una delle migliori frecce all’arco di Activision che, non soddisfatta del successo che questa serie ha avuto su Pc, cerca di invadere, grazie ad un titolo confezionato da Spark Unlimited, anche il mercato console con uno sparatutto in prima persona legato alla Seconda Guerra Mondiale.In questo periodo di affollamento di titoli di questo genere l’impresa appare ancora più ardua; prodotti come Killzone (Ps2), Halo 2 (Microsoft) e Medal of Honor Rising Sun (Ps2/Xbox/Gc) sembrerebbero aver già ampiamente colmato la fame di FPS degli utenti console. Ci chiediamo, insomma, può realmente un titolo del genere, tagliato per esser adattato ai limiti delle console, riuscir in qualche modo ad avere successo, e non solo per il nome che porta?

Immersione nella battagliaLa saga Activision si è sempre contraddistinta per il senso di totale immersione nel campo di battaglia virtuale che faceva provare al videogiocatore: comandare un gruppo di soldati mentre eventi di ogni tipo plasmavano il terreno facendoci cercare percorsi alternativi, switchando anche da soldato a soldato (ognuno con caratteristiche differenti), era davvero vivere la Seconda Guerra Mondiale.Parte di questi aspetti, estetici e strutturali, sono stati eliminati e/o adattati per le piattaforme console: notiamo fin da subito come il nostro uomo che andremo ad impersonare (tre sono i protagonisti della storia) è praticamente solo, un “uno fra tanti” che arriva sul campo di battaglia con gli altri suoi alleati che corrono e gli coprono le spalle. Subito viene praticamente bombardato da immagini, spari, scoppi, tantissimi uomini che corrono, il cielo cupo e tetro che non promette nulla di buono; assolutamente sconvolgente il senso di sconforto e timore nell’affrontare quel che ci aspetta.Avremo la possibilità di affrontare missioni in Russia, in Africa (con la campagna inglese del 1943) ed infine, nella prospettiva americana, direttamente in Germania nel 1944. Le ambientazioni sono davvero molto suggestive ed i PNG (personaggi non giocanti) in campo saranno numerosissimi; Spark ha poi puntato su un maggior uso dei mezzi in campo, in primis del carro armato (trascorreremo, infatti, un 15-20% del tempo di gioco al suo interno), sezione questa che ci ha fatto davvero divertire (un po’ come quella analoga in Halo), complice una indescrivibile sensazione di forza illimitata.Il grado simulativo della versione Pc è andato perduto. Il tank, ad esempio, è sicuramente più veloce e facile da governare: su di esso potremo fare delle veloci corse verso i poveri soldati dell’asse che verranno letteralmente schiacciati dai nostri cingoli, bombardarli con i colpi del cannone o crivellarli col mitra montato sul nostro veicolo da assalto (non potremmo davvero chiamarlo in modo differente). Presente, infine, la possibilità di sbucare fuori e sparare tramite le nostre armi con la parte inferiore del corpo ancora nel cingolato.

Piccole pecche per un eroeQuel che di questa produzione può lasciare con l’amaro in bocca rientra tra le pecche del motore grafico: animazioni mancanti (quando spariamo ad un soldato nemico non riusciamo a capire se lo abbiamo ucciso o solo ferito, dato che l’animazione e l’espressione sonora è sempre la stessa nei due casi; o quando il nostro personaggio iniziando a correre tenderà a…correre direttamente senza fare quel passettino iniziale da una posizione neutrale), o anche le esplosioni (ottimamente realizzata quella dei proiettili del cannone, ma deludenti le altre). Il resto del motore grafico è invece di ottimo livello, belle e corpose le strutture, varie e ben realizzate le ambientazioni e per il resto ben fatti i modelli poligonali dei soldati. Elogio infine alla visione stereoscopica in prima persona.Il sonoro si attesta su un livello più che accettabile, le musiche orchestrali enfatizzano le nostre battaglie e ben si sposano con i riferimenti storici e la nobiltà d’animo dell’uomo che crede in quel che sta facendo in quel momento; gli effetti sonori seguono l’azione e riproducono armi e rumori tipicamente bellici (come i vecchi motori dei carri armati).Il gioco presenta una visione più arcade dell’originale titolo da pc. Avremo sempre riferimenti reali a fatti accaduti nell’arco della storia passata, con tanto di oggetti impiegati realmente quali armi, uniformi, veicoli e gli storici scenari, ma Call of Duty Finest Hour rappresenta un run-and-gun, un FPS da prima generazione (un po’ alla Doom o alla Castle of Wolfestein prima versione): non vi è infatti uno spropositato uso del cervello da parte del giocatore umano, pur essendoci richiami alla versione originale per personal computer come la gestione di piccoli gruppi di soldati (2-3).Le tre campagne non riescono a farci conoscere come si deve la personalità di ogni protagonista, i suoi retroscena e le sue motivazioni. Le missioni non sono poi così varie: oltre al già menzionato 20% del tempo nel tank, dovremo scortare personaggi per tragitti, guidare piccoli gruppi di soldati o agire da soli facendo da cecchini grazie all’equipaggiamento fornitoci (sono due le armi che possiamo portare oltre a granate e mine).Triste, in primis nella versione Xbox, l’eliminazione di checkpoint all’interno degli scenari, il che, in caso di sconfitta prima della fine del livello, ci costringerà ad iniziare da capo l’ultima locazione sbloccata. Dobbiamo anche dire, però, che la difficoltà del gioco è medio-bassa (tranne per la missione dove dovremo proteggere un carro armato M12 americano) e che la curva di apprendimento è ben più alta del gioco originale.

E’ tempo di andareIl gioco richiede circa 15-20 ore per portare a termine tutte e tre le campagne e gustarsi appieno la storia senza skipparne nessuna parte, un tempo che potremmo definire nella media per produzioni di questo tipo. Ad allungare la longevità vi sarà però la modalità multiplayer online: tramite il servizio Live! di Microsoft o il system-link, infatti, potremmo sfidare fino a 16 videogiocatori in ben 4 modalità di gioco su 8 mappe (le modalità di gioco comprendono il Deathmatch, il team Deathmatch, il capture the flag ed il search & destroy; nulla di nuovo quindi, roba già vista e rivista).

– Semplificato e più giocabile dell’originale

– Versatilità del “tank”

– Un buon “run&gun” per console

– Frame “tagliati”

– Alcuni effetti grafici deludenti

– Poco tempo per approfondire i tre differenti contesti

7.0

Chi si aspettava una conversione fedele in tutto e per tutto del titolo per Pc rimarrà deluso, Spark Unlimited ha infatti “adattato” le idee originali di Activision (il far vivere la Seconda Guerra Mondiale al videogiocatore) e le ha plasmate per le tre console creando Finest Hour. Un gioco fin troppo lineare ed elementare se paragonato a prodotti recenti come Halo 2, Killzone o la serie di Medal of Honor per console, a cui si aggiunge un tempo di gioco breve ed alcune pecche grafiche che si sarebbero potute evitare prima di mandare in gold questo titolo.

Voto Recensione di Call of Duty: L'ora degli eroi - Recensione


7