Anteprima

Call of Duty: Infinite Warfare

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a cura di Matteo Bussani

Anche quest’anno non siamo potuti mancare all’appuntamento a porte chiuse dedicato alla presentazione del single-player di Call of Duty: Infinite Warfare. È inutile citare gli eventi di cronaca che hanno coinvolto YouTube e il gioco di Activision, perché è chiaro a tutti quanto la serie abbia fan sfegatati da una parte o agguerriti detrattori dall’altra. Il risultato è che di Call of Duty si parla e non poco; ma ora che abbiamo davanti agli occhi più di un trailer possiamo finalmente capire quanto di nuovo ci sia in questo gioco, ma soprattutto che portata può avere la ventata di aria fresca derivata da un setting così futuristico Non si parla infatti di un ipotetico futuro dove avremo esoscheletri e armi più efficienti a definire gli standard della “warfare”: qui si parla di navicelle spaziali. Sì, proprio quelle che da sempre hanno contraddistinto i film di fantascienza e che popolano l’immaginario collettivo di quello che potrebbe essere il millennio successivo. E non solo, perché se da una parte abbiamo l’introduzione del dogfighting con scontri frenetici  a bordo di queste piccole aeronavi, dall’altra potremo guerreggiare nello spazio destreggiandoci con piroette e acrobazie nell’assenza della benché minima gravità. Ora però andiamo con ordine.

Vecchio e nuovo
Due sono stati i video mostrati in occasione di questa presentazione per la stampa e, ricordiamo, tutti quanti inerenti alla componente single-player dato che la multi come ogni anno è riservata alla manifestazione CoD XP anch’essa tenuta a Los Angeles. 
Il primo video che abbiamo avuto modo di osservare è inedito. Ambientato a Ginevra, descrive un’estrazione del protagonista che deve riuscire a raggiungere la locazione del proprio velivolo in modo da sfuggire al pesante bombardamento che sta colpendo la città. In questo caso si parte sulla terra con la solita gravità e i movimenti che sembrano tratti direttamente da Advanced Warfare con esoscheletri e jetpack che andranno ad accelerare l’azione di gioco. Ginevra è descritta tramite una guida cromatica che punta molto sulle colori scuri e pesanti. La distruzione portata da questi attacchi si vede e si ripercuote nel contrasto fra nero e rosso che va a comporre le tinte della demo. I nemici sono sia umani che robot, con questi ultimi più resistenti e molto più subdoli dato che anche una volta colpiti saranno comunque letali con le parti ancora funzionanti. A comporre l’arsenale di battaglia abbiamo fucili automatici e fucili a pompa a ricerca in grado di mirare autonomamente una volta dato loro un po’ di tempo. Questi ultimi in particolare risultano molto potenti e sebbene non ci sia stato mostrato nulla sul multiplayer è inevitabile iniziare a domandarsi l’effettiva efficacia che potranno avere durante uno scontro con altri giocatori online. Tornando a parlare della demo, scoppiettanti gadget saranno il corredo esplosivo del nostro zaino con bombe dal design rivisitato ma pari efficacia e robottini automatici in grado di aggrapparsi sulla schiena del nemico e, dopo averlo bloccato per qualche secondo, farlo saltare per aria.
La progressione della mappa rimane molto lineare e le coperture sono solo un pretesto per fiatare un attimo prima di ricominciare l’assalto con granate e fucile spianato. Il feeling, fino a questo punto, sa di già visto, ma è innegabile che sia anche talmente rodato che coloro che lo amano ne rimarranno ancora una volta catturati.
Tornammo a riveder le stelle
Ed è proprio quando ci sembra che tutto sia chiaro e già noto che CoD: Infinite Warfare stravolge le carte in tavola buttandoci senza premesse nello spazio. Prendete l’ansia che una ritirata da un pianeta bombardato è in grado di generare, immergetela nel gameplay cinematografico tipico della serie e aggiungete una fuga a bordo di una navicella spaziale e il quadro che avrete di fronte, o perlomeno quello che mi sono immaginato io, è una versione rivisitata in chiave real-futurista della fuga del pianeta Hoth, incipit del quinto capitolo di Guerre Stellari. Questo non per sottolinearne le somiglianze della struttura bensì la vicinanza in termini della potenza emotiva. Oggettivamente il passaggio per come è gestito convince e sembra fluido al punto che fatichiamo a credere di averlo potuto vedere in un Call of Duty. Il decollo verticale che sa di caricamento camuffato da scena di intermezzo ci porta in un battibaleno nel vivo della battaglia spaziale, con fregate circondate da una moltitudine indefinita di caccia il cui unico obiettivo è quello di fare fuoco ed evitare di essere colpiti. La gestione delle battaglie proposte non è molto complicata, con scontri dettati dal tempismo dei propri riflessi esattamente come nella controparte a terra. La resa a schermo dell’interno della navicella e delle fregate è buona e gli effetti sono estremamente riusciti e coinvolgenti. Chi è alla ricerca di realismo rimarrà deluso dato che proprio in termini di effetti saranno presenti numerose esplosioni, poco giustificabili nello spazio aperto; apprezziamo comunque la scelta degli sviluppatori di inserirle dato che il risultato è assolutamente d’effetto. 
Sotto sopra
Passiamo alla seconda demo che, essendo la stessa mostrata durante la conferenza Sony è nota ai più di voi che stanno leggendo quest’articolo. Questa è stata concepita apposta per riassumere i tre tipi di situazioni che potremo affrontare in Infinite Warfare. Oltre a missioni a terra e combattimenti spaziali ci saranno anche delle sezioni di combattimento a Zero-G, ovvero in assenza di gravità. Ognuna di queste si alterna all’altra pur se in maniera scriptata, senza soluzione di continuità, dando naturalezza all’evoluzione delle partite.
In particolare le sezioni senza gravità sono quelle a cui gli sviluppatori tengono di più perché hanno richiesto un’importante modifica dell’engine che permettesse la veloce riallocazione dei sistemi di riferimento ogni qualvolta cambi la base d’appoggio: nello spazio infatti non ci sono un “alto” e “basso” universali. Tutte le missioni della campagna potranno essere selezionate dalla nave madre, “the Retribution”, che funge da hub del gioco. Affrontando quelle primarie e secondarie potremo approfondire i dettagli della storia e riportare la fregata da battaglia al suo antico splendore, dato che essa è stata pesantemente danneggiata proprio al principio della storia. La narrativa sarà lineare, come negli altri Call of Duty, e solo le missioni principali contribuiranno allo sviluppo della storia con le secondarie relegate a semplice approfondimento. 
Le varie missioni richiederanno la partecipazione o del capitano, protagonista dell’avventura, o dei suoi sottoposti inviati per una particolare missione; in questo modo potremo vivere la campagna da più punti di vista.

– Battaglie spaziali divertenti e frenetiche

– Le sezioni in zero-g sono una ventata di aria fresca

La direzione di Call of Duty: Infinite Warfare, sempre più rivolta verso il futuro, permette di aumentare a dismisura la varietà di un gameplay che cerca di evolversi pur rimanendo ancorato con forza alla struttura e il feeling del passato. Sono tante le aggiunte per chi ama la serie e non può fare a meno di vivere l’esperienza FPS tramite il gun-play di Call of Duty, d’altro canto sono sempre meno le speranze di riscoprire un gioco completamente rivoluzionato per chi se n’è allontanato.